Capitolo 43

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HARRY'S POV

Cazzo.

Oggi saremo fuggiti. Oggi, saremo fuggiti dal Wickendale Mental Institution per i pazzi criminali, cazzo. Era giunta l'ora. Avevo aspettato questo giorno sin da quando ero arrivato qui, ed ora eccoci qua. Ovviamente avevo sempre avuto una grande speranza che saremmo evasi alla fine, ma ora che il giorno era arrivato sembrava troppo bello per essere vero.

Ed ero un relitto nervoso. Non mi succedeva spesso di innervosirmi, ma ora l'Harry trasgressivo e calmo stava tremando in attesa. Ripensamenti e dubbi stavano graffiando la mia mente con gli artigli affilati dalla paura. L'eccitazione si contorceva nel mio stomaco e l'ansia veniva rilasciata attraverso il sudore. Io e Rose avevamo ripetuto ciò che doveva essere fatto nei minimi dettagli, ma questo non significava che non ci sarebbe potuto esserci un difetto o un buco nel nostro piano. Questo non significava nemmeno che qualcosa sarebbe andato storto. Ma se qualcosa fosse andato storto e lei si fosse fatta male, giuro su Dio che io -

Scossi la testa prima che quel pensiero avesse potuto evolversi ulteriormente. Non si sarebbe fatta del male perché io non lo avrei permesso. Saremmo usciti entrambi fuori di qua. Ma comunque, questa pressione non servì a diminuire i miei nervi. E non ci riuscì neanche il fatto che Rose sarebbe stata quella ad iniziare il piano. Beh, sempre dopo che Lori aveva fatto saltare la corrente. Perché era lei ad avere la chiave. Lei sarebbe stata la prima ad uscire dalla cella, girovagando nei corridoi, sola e vulnerabile nell'oscurità.

Mi alzai, sentendo il bisogno di fare altro invece che starmene seduto sul bordo del letto. Iniziai a fare sotto e sopra, facendo scorrere una mano tra i miei capelli. E se qualcun altro l'avesse vista prima che lei arrivasse alla mia cella ed io non fossi stato in grado di fare niente?

Cazzo, dovevo rilassarmi. Se solo Lori si fosse mossa a fare il suo compito, senza farci pensare troppo, lo avrei davvero apprezzato. Ma invece di mettere in azione il piano, ero solo, insieme a dei minuti interminabili, a ripassare ancora e ancora il nostro piano e le possibili complicazioni.

Prima parte; Lori avrebbe fatto saltare la corrente, Rose avrebbe sbloccato la sua cella e dopo mi avrebbe liberato dalla mia, mi sarei dovuto occupare di James, mentre Rose avrebbe recuperato le nostre borse. Dopo ci saremmo rincontrati. Per il momento la mia mente era sommersa da troppi pensieri per analizzare il resto del nostro piano. Pensieri su me e Rose che saremmo finalmente riusciti a stare da soli insieme. Pensieri su una guardia o un dipendente che ce lo avrebbero impedito. Pensieri su di me che venivo accoltellato o sconfitto durante il tragitto. Pensieri che creavano apprensione sul fatto se avessi dovuto o meno lasciare davvero un posto che si supponeva avesse dovuto aiutare i pazzi.

E poi, le luci si spensero.

ROSE'S POV

Dire che ero nervosa sarebbe stato un eufemismo. Ero agitata, nauseabonda e sembrava non riuscissi a fare un respiro. Non mandare tutto all'aria, continuavo a dire a me stessa. Era stato il mio obiettivo per molto tempo far uscire Harry da qui, e dovevo raggiungere quell'obiettivo. Chissà quali sarebbero state le conseguenze se non l'avessi fatto.

La chiave nella mia tasca sembrava troppo pesante, come se tutti i nervi e i timori che stavo provando fossero dentro questo metallo. I miei occhi continuavano a fissare la serratura fuori dalla sbarre che mi tenevano in gabbia, immaginando già i movimenti per sbloccarla. Ripassai in mente il percorso per la cella di Harry, come se ci fosse una registrazione che si ripeteva ancora e ancora al punto da dar fastidio. Riuscivo ad immaginarlo ora, la sua ansia probabilmente pari alla mia. Scommetto che aveva una sigaretta tra le sue labbra, con delle linee di agitazione incise sulla sua fronte. Forse stava seduto facendo tremare ansiosamente il suo ginocchio, forse stava camminando su e giù.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Where stories live. Discover now