Capitolo 45

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THE COUSINS' GANG POV

Buonasera a tutti!

Onestamente non pensavamo di farcela a pubblicare questo capitolo oggi, ma invece eccolo qua ehehe. Così come ha detto l'autrice, finora questo è il capitolo più lungo della storia, quindi speriamo vi piaccia.

Prima di lasciarvi leggere, volevamo dirvi che ieri abbiamo parlato con Natalie (la scrittrice di Psychotic) e le abbiamo detto che ha moltissime fan italiane che l'adorano e sia lei che la sua migliora amica (sì, stavano facendo shopping mentre parlavamo lol) vi ringraziano per tutto il supporto e l'amore che mostrate per la sua storia. E noi invece ringraziamo voi per leggere la nostra traduzione, davvero, grazie mille! E indovinate un po'? A Natalie farebbe davvero piacere se noi traducessimo anche Chaotic (il sequel). Ovviamente noi abbiamo accettato! (per chi volesse gli screen delle conversazioni ci contattasse sulla nostra pagina su Facebook) Fateci sapere se a voi piace l'idea e se lo leggereste!

Okay, buona lettura.

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Riuscivo solo a vedere nero. Nel piccolo ripostiglio non c'erano luci. Solo buio. Quest'ultimo era sospeso nell'aria insieme ad un silenzio inquietante, sommergendomi come una spessa coperta in una notte calda d'estate. Volevo disperatamente togliere le coperte e prendere una boccata d'aria fresca che non fosse la mia, uscire dal ripostiglio e cercare Harry. Ma non potevo, perché non avevo idea di dove fosse potuto essere. Era meglio aspettarlo qui e fidarsi di lui invece di farmi scoprire e rovinare tutto.

Così rimasi qui e aspettai. Sembravano passate ore da quando avevo afferrato la pistola dal fianco della guardia sconosciuta e da quando ero corsa in questa dannata stanza. Sin da quel momento ero rimasta nell'angolo dietro gli stracci, scope e sacchi per la spazzatura mentre aspettavo nel buio soffocante.

Non ero certa se Harry stesse bene, ma ero sicura di aver sentito delle guardie arrivare e trascinarlo davanti la porta. Non ero certa di dove si trovasse ora. Non ero certa con chi si trovasse ora e come avrebbe fatto a tornare da me. Non ero certa di come mi sentissi riguardo al fatto che avesse ucciso un altro uomo, non importava chi, solo poco tempo fa.

Ma di una cosa ero certa; lui mi aveva promesso che saremmo fuggiti, ero certa che lui avesse ragione. Perché non avevo mai conosciuto qualcuno con così tanta passione, intelligenza e determinazione quanto lui.

Tuttavia, ero preoccupata e i dubbi continuavano ancora ad artigliare il mio ottimismo. Ogni piccolo rumore mi faceva sobbalzare, aumentando il nervosismo che stavo già provando. Le mie mani erano viscide e avevo la nausea. Non importava quanto cercassi di credere nella mia speranza, ero un disastro. Ogni piccolo cigolio per me significava morte imminente, ed ogni passo che sentivo era l'arrivo di una punizione, facendo battere il mio cuore fuori dal petto. Se qualcuno fosse venuto a controllare questa stanza, sarei dovuta tornare nella mia cella dopo qualche orribile punizione da parte della Signora Hellman. E saremmo rimasti bloccati qui. Lori e Kelsey avrebbero perso i loro lavori. Sarebbe stata una vera catastrofe.

Immagini di Harry sotto una frusta sferzante o immagini di lui tremare sotto le crudeli cariche elettriche si ripetevamo continuamente nella mia mente, insieme a delle domande del tipo: stava bene? Era al sicuro? Chi stava con lui? Cosa gli stavano facendo? Come avrebbe fatto a tornare indietro? E se non fosse tornato?

Desideravo disperatamente che lui entrasse da quella porta così saremo potuti uscire da qui e far sì che la mia mente frenetica avesse potuto calmarsi. Aspettai ed aspettai per quel che sembrava un'eternità, ma non ci fu nessun cambiamento. Il ripostiglio era ancora solo riempito dall'ansia e dal mio respiro irregolare.

Ma, alla fine, dopo probabilmente un paio di ore, che invece erano sembrati giorni, udii la maniglia della porta girarsi. Trattenni il respiro, pregando Dio che fosse Harry.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Where stories live. Discover now