Capitolo 47

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PENULTIMO CAPITOLO

Eh già, siamo al penultimo, poi ci sarà l'ultimo e in più l'epilogo. Ma ovviamente, come sapete Psychotic ha anche un sequel, quindi state tutti tranquilli ahah.

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Paura.

Era un termine al quale mi ero troppo abituata duranti i giorni passati a marcire dentro le mura dell'edificio. Avevo provato paura principalmente per Harry. Spaventata da quello che gli stavano facendo, da quello che aveva fatto lui, da dove lo stavano portando, da come doveva essere punito, da quali sarebbero state le conseguenze delle sue azioni. Ma questa paura non riguardava Harry.

Questa volta il mio cuore martellò con quel tipo di paura che faceva tremare le ossa e che ti svuotava la mente. Uno strano formicolio fece sì che i capelli vicino al mio collo si alzassero e che il mio stomaco sprofondasse. Questa volta l'antagonista stava chiamando me, stava seguendo me. Questa volta era troppo buio per vedere chi stesse sussurrando dietro di me.

"Rose," disse un'altra voce bassa, ma questa volta era quella di Harry. Era cauta, come se, se avesse parlato più forte, la persona anonima avrebbe attaccato. "Striscia il più fottutamente e velocemente possibile, e non guardare indietro."

Ero felice di seguire i suoi ordini. Scavai le mie mani nel fango e scalciai a terra. Costrinsi il mio corpo ad andare avanti e spinsi, letteralmente, per la mia vita. Un panico bollente si riversò nelle mie vene e non riuscivo a pensare a niente se non a strisciare più velocemente.

Anche Harry aveva aumentato il suo ritmo. "Continua così Rose," disse in delle parole affrettate e preoccupate sopra i suoni dei nostri sforzi.

Suonava spaventato e stravolto, in un modo in cui non lo avevo mai sentito prima. Dovevo ricordare a me stessa che anche lui poteva provare paura.

E sapere che era spaventato amplificò soltanto ciò che provavo. Tuttavia, la donna, pensavo si trattasse di una donna, non aveva dato ulteriori indicazioni della sua presenza. Ma sapevo che era qui. Se mi fossi fermata ad ascoltare, avrei sentito quel debole trascinamento. Ma non riuscivo a sentirlo attraverso i miei tentativi di evadere. Così per un breve momento mi domandai se mi fossi soltanto immaginata qualcuno chiamare il mio nome così come avevo immaginato lo stesso rumore dietro l'angolo delle mura del Wickendale.

Ma invece no, questo era reale. Anche Harry lo sapeva, e non solo lo aveva condiviso nelle mie osservazioni ma anche nella mia paura. O non esisteva ed io e Harry stavamo impazzendo o lei esisteva e ci stava seguendo. Non sapevo quale pensiero fosse più spaventoso.

Ma non avevo tempo per questa contemplazione e continuai a strisciare, con il cuore che martellava, e l'adrenalina che scorreva, nel modo più veloce possibile.

Mi sentivo come una bestia selvaggia, strisciando attraverso il terreno per uscire di corsa da questo tunnel. Il mio unico senso di conforto, anche se niente sarebbe potuto essere confortante in questa situazione, era il suono di Harry che si muoveva davanti a me.

Ma nonostante questa rassicurazione, riuscivo ancora a percepire quell'intensità elettrica attraverso i miei nervi e il mio cuore. Riuscivo ad immaginare e quasi a percepire lei afferrare la mia caviglia, la sua mano a pochi centimetri di distanza, strisciando per raggiungermi nel modo in cui io strisciavo per raggiungere una fine degli orrori del Wickendale.

Sembrava come se dopo milioni di battiti cardiaci, di respiri follemente irregolari, e di ore di una sensazione bruciante dei miei muscoli, fossimo arrivati ad una fine. Harry si fermò. Io mi fermai. Era una via senza uscita. Quando ci fu il silenzio, realizzai che lei non si trovava a pochi centimetri di distanza, come avevo pensato. Ma sentivamo ancora, in fondo al tunnel, quel suono raschiante; non aveva smesso di seguirci.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Où les histoires vivent. Découvrez maintenant