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E quindi, aveva finito per ubriacarsi.

Guido si passò le mani sul viso, si alzò e si diresse verso il bagno dello studio con l'intenzione di lavarsi i denti, e mentre stava lì a spazzolarli, cercò di fare un breve sunto riguardo ciò che era accaduto nelle ultime ore all'interno della sua vita:

-Daniele lo aveva tradito, non sessualmente, ma con il suo comportamento da stronzo;

-Alessio era finito in ospedale ed a lui non catafotteva nulla di andarlo a trovare perché si sentiva tradito anche da lui;

-si era sfondato di alcool;

-in qualche modo, era riuscito ad arrivare al suo studio e si era addormentato nel lettino dove tatuava i suoi clienti.

Aveva dimenticato qualcos'altro?

Finì di lavarsi la bocca e tornò a prendere posto dietro la scrivania del suo studio. Diede una veloce occhiata al cellulare ma, a parte le chiamate senza risposta ed i messaggi di Daniele che già aveva letto, non trovò altro di rilevante.

Sbuffò e subito dopo sobbalzò nell'udire la porta dell'ufficio dello studio aprirsi:
-Ciao!- esclamò festante il ragazzo del bar e Guido si ritrovò a sgranare gli occhi sorpreso: che diavolo ci faceva lì?! -Sono andato a prendere qualcosa da mangiare- aggiunse poco dopo lasciando cadere un sacchetto bianco sulla scrivania... Guido avrebbe voluto tempestarlo di domande, ma il suo stomaco, all'odore di cornetti caldi che proveniva dal sacchetto, fece una capriola di gioia ed iniziò a supplicarlo senza alcuna dignità: il giovane aprì il sacchetto, agguantò il primo che gli venne sottomano e diede un bel morso al cornetto.

Ne aveva già divorati due quando il suo stomaco incominciò a placarsi, il ragazzo finì di mangiare anche lui seppur, nello stesso tempo di Guido, aveva mangiato solo metà cornetto alla crema, e si alzò dalla poltroncina sulla quale stava per dirigersi a passo sicuro verso l'altro.

Guido si passò una mano sulla bocca ed alzò gli occhi su di lui, il ragazzo gli sorrise sensuale ed un campanello d'allarme suonò nella mente del tatuatore: che ci faceva lì quel ragazzo?

Qual era il suo nome? Perché si sentiva autorizzato a guardarlo in quel modo? Come aveva fatto ad entrare nel suo stud... ed i suoi pensieri si bloccarono di colpo quando il ragazzo posò le chiavi dello studio e della moto di Guido sulla scrivania e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, gli passò le braccia intorno alle spalle e si chinò sulle sue labbra: Guido rimase sorpreso, ma non rifiutò la bocca dell'altro, sentì il sapore dolce della sua lingua farsi strada dentro la sua bocca, le sue labbra morbide e delicate, un mix tra incertezza e sensualità.

Forse aveva intuito che Guido aveva perso i ricordi che lo riguardavano ma, le sue mani, il suo corpo no: e subito risposero, non appena il bacio si fece più profondo, le mani di Guido riconobbero la linea del sedere del giovane, salirono ad aggrapparsi ai suoi fianchi, ripercorsero il tragitto sulla pelle della schiena per, infine, sfilargli la maglietta.

Guardò il petto del ragazzo, i capezzoli piatti e dal disegno delicato, la linea delle spalle, quella del collo e della mandibola: ne riconobbe ogni millimetro.

Prese a leccargli delicatamente un capezzolo mentre il ragazzo inarcava la schiena stringendosi maggiormente a lui, morse piano quel punto delicato e lo sentì gemere, salì con la lingua iniziando a tracciare quello stesso percorso che aveva individuato poco prima con gli occhi, lambendo ogni centimetro di pelle, morse la clavicola sinistra ed il ragazzo si tese maggiormente sotto di lui sfiorando la sua erezione con la propria, ancora entrambe chiuse dentro i pantaloni, e mandando in tilt l'autocontrollo di Guido.

Ne riconosceva ogni particolare, ne riconosceva l'odore, sembrava essere parte di lui, un'estensione del suo stesso corpo, lo conosceva come conosceva se stesso e la cosa lo stupì.

SCRIVIMI SULLA PELLE Where stories live. Discover now