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Carlo gli porse un bicchiere di plastica marrone con dentro del caffè. Guido sobbalzò appena, ma prese il bicchiere dalle mani dell'amico ringraziandolo con un cenno del capo.

-Ci sono novità?- domandò e Guido si strinse nelle spalle per poi scuotere appena la testa: -Vedrai che andrà tutto bene...- continuò Carlo ed il tatuatore finì di bere il caffè per poi appallattolare il bicchiere di plastica con un gesto rabbioso.

-Se fossi rimasto con lui...- disse piano, interrompendosi a causa dell'emozione che gli impedì di proseguire la frase con un tono di voce limpido.

Carlo scosse la testa:
-Anche quando fossi stato lì, non sai come le cose sarebbero potute andare a finire. Magari, adesso, starei qui in pena per entrambi od avrebbe finito per rimandare ad un altro momento in cui Mattia fosse stato da solo-

Guido scosse ancora la testa sentendo la rabbia ruggirgli nel petto:
-Preferirei parlare d'altro, se non ti dispiace...-

Carlo annuì:
-Ho un nuovo dipendente in pizzeria...- disse, dicendo la prima cosa che gli passò per la mente. Ma subito se ne pentì:
-Chi?- chiese Guido con poco interesse e Carlo sospirò.
-Forse è meglio se non approfondiamo...-

Guido aggrottò la fronte ed alzò un po'  il petto per poter guardare meglio davanti a sé cercando gli occhi dell'amico, per un attimo dimentico della sua situazione:
-Perché?- gli domandò stranito dalla reazione dell'altro. Carlo si alzò dalla sedia ed andò ad appoggiarsi contro la parete di fronte Guido.

Alzò gli occhi sforzandosi di guardare la luce del neon e sentendoli quasi bruciare. Li abbassò nuovamente sul suo amico e vide il volto dell'altro come censurato da delle piccole macchie bianche che, ad ogni battito di ciglia, mutavano nel colore rimpicciolendosi... sino a scomparire del tutto dopo qualche secondo.

-Ho assunto Alessio- disse piano e Guido aggrottò la fronte:
-Alessio...- mormorò e si indicò il petto.
-Il tuo ex, sì-
-Ma lavorava alla scuola di danza ed il concorso...- disse Guido incredulo.
-Ha mollato tutto-

Carlo rimase un po' in silenzio e vide l'amico stringersi la testa tra le mani:
-Te l'avevo detto che era meglio lasciar perdere... non sono bravo con questo genere di cose- disse poco dopo con un lungo sospiro ad accompagnare le sue parole.

-Credi che abbia mollato tutto perché...?- e Guido non riuscì a terminare la frase impossibilitato a concluderla a causa del senso di colpa che, lentamente, si stava facendo spazio nel suo petto.

-Non te lo so dire. So solo ch'è venuto da me per un aiuto. Ed io gliel'ho dato- Guido fece per dire qualcos'altro, ma un medico si fece loro vicino.

Il giovane iniziò a tremare visibilmente e Carlo gli strinse una spalla cercando di infondergli coraggio. Il nuovo arrivato lo guardò negli occhi e gli sorrise: Guido sentì le gambe farsi molli di colpo e tutta la tensione e la paura che sino a quel momento lo avevano tenuto come stretto all'interno di un doloroso pugno, si sciolsero immediatamente lasciando spazio al sollievo.

-Non sono stati colpiti organi vitali. Ha perso molto sangue ed è debole, ma si riprenderà.- disse il medico e Guido iniziò a sorridere piano portandosi le mani davanti alla bocca mentre le sue risate, poco alla volta, diventavano più forti e quasi isteriche.

Carlo lo abbraccio ed il tatuatore sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Lentamente le risate si tramutano in singhiozzi sommessi.

Poco dopo si sciolse dall'abbraccio con l'amico e si asciugò malamente le guance con una mano. Il medico gli fece strada conducendolo nella stanza di Mattia:
-Le concedo solo pochi minuti, dopodiché il paziente dovrà riposare e lei dovrà uscire dalla stanza- Guido annuì ringraziandolo ed entrò nel piccolo ambiente.

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