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Mattia sospirò rigirandosi le chiavi dello studio di Guido tra le mani, sarebbe dovuto entrare prima o poi, anche solo per restituirle al legittimo proprietario.

Vivevano entrambi allo studio da circa una settimana: Guido aveva lasciato l'appartamento che aveva condiviso con i suoi ex compagni, mentre Mattia si era ritrovato senza lavoro e senza casa.

Dopo tanti passi indietro ed in avanti, saltellando nell'indecisione, si decise, finalmente, ad entrare.

Trovò Guido intento a far visionare i suoi book ad alcuni clienti, deglutì quando incontrò di sfuggita i suoi occhi, abbassò lo sguardo a terra e corse a nascondersi nell'ufficio.

Si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò contro tirando un sospiro di sollievo: era orribile vivere con Guido, in un posto tanto piccolo, per giunta.
Ormai, il suo cuore, totalmente impazzito e rincoglionito, aveva deciso di essersi innamorato del tatuatore: era pazzo di lui, batteva freneticamente per lui, ma lui... era troppo per Mattia.

Il ragazzo lo sapeva, avevano fatto sesso diverse volte durante quella settimana perché, ovviamente, Mattia non era mai stato in grado di rifiutarlo ed ogni volta aveva finito per innamorarsi sempre di più.

Ma non poteva durare: Guido era abituato a stare con due persone contemporaneamente, ad avere molto più di quello che il ragazzo sarebbe stato in grado di dargli e poi, come se non bastasse, aveva incontrato Daniele ed Alessio (quando quest'ultimo, un paio di giorni prima, era passato allo studio per portare a Guido le sue cose, dopo che aveva svuotato il loro ex appartamento).

Daniele era alto, slanciato, biondissimo, bellissimo e con un corpo da favola.
Alessio era scuro di capelli e con due occhi celesti ipnotizzanti, anche lui era più massiccio e più alto di Mattia ed anche se i due avevano più o meno gli stessi colori fisici, il secondo sembrava la brutta copia del primo.

Mattia era uno scricciolo, era sempre stato mingherlino e bassino e, vedendo gli uomini con cui era stato per ben tre anni, dubitava che Guido potesse nutrire un vero e sincero interesse nei suoi confronti.

Sospirò sentendo le lacrime riempirgli gli occhi. Si allontanò dalla porta, posò la tracolla sul divanetto che stava sulla destra e si diresse verso la scrivania dal ripiano di vetro, la superò senza degnarla di uno sguardo nel timore che certi recenti ricordi gli tornassero alla memoria e si fermò davanti la macchinetta del caffè: stava ancora lì a guardare il liquido fuoriuscire dall'aggeggio, quando la porta dell'ufficio si aprì e Mattia sobbalzò rovesciando il bicchierino e finendo di versarsi il caffè bollente sulla mano. Cacciò fuori un urletto diventando di colpo rosso porpora mentre la mano iniziava a pulsargli per il dolore.

Corse in bagno per sciacquarla sotto il getto d'acqua del rubinetto seguito da Guido:
-Tutto bene?- gli chiese quello preoccupato. Mattia scosse la testa sentendo le lacrime riempirgli gli occhi mentre si mordeva il labbro inferiore.
Il ragazzo chiuse l'acqua e si asciugò la mano delicatamente con un panno:
-Vediamo se le pomate che ci sono di là, vanno bene anche per la tua scottatura- disse il tatuatore prendendogli delicatamente la mano per esaminarla.

Mattia sentì il calore sulle sue guance aumentare a contatto con la pelle dell'altro mentre il cuore iniziava a martellargli nel petto.

Lo seguì docilmente nello studio e lo vide aprire una cassetta del pronto soccorso stracolma di tubetti di pomata: ne esaminò un paio prima di trovarne una che facesse al caso loro.

Svitò il tappetto e Mattia fece in tempo solo a dire:
-Posso far...- che Guido gli aveva già iniziato a spalmare il prodotto sulla pelle.

Il ragazzo si sentì mancare: il respiro gli si mozzò in gola, le lacrime iniziarono a rigargli il volto mentre osservava l'espressione seria dell'altro concetratissimo su ciò che stava facendo.

SCRIVIMI SULLA PELLE Where stories live. Discover now