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Alessio si rigirò tra le mani il sacchettino bianco dai manici dorati:
-Ciao- quasi sussultò al saluto di Guido. Sollevò gli occhi su di lui rivolgendogli un sorriso timido.

Erano due giorni che non lo vedeva, avevano litigato, ferocemente, Guido l'aveva accidentalmente fatto finire in ospedale, ma lui l'aveva accusato consapevolmente di averli traditi, anche se, all'inizio, non era stato vero.

Nonostante ciò, a differenza di Daniele che era sparito da due giorni, Guido si era presentato in ospedale per andarlo a prendere dopo che l'aveva avvisato di essere stato dimesso.

Ricambiò il suo saluto titubante continuando a rigirarsi il sacchetto che aveva tra le mani e che, Daniele, gli aveva portato in ospedale il giorno dopo la discussione a seguito della quale era stato ricoverato, prima di sparire dalla circolazione.

-Il nostro regalo per l'anniversario- mormorò mentre Guido si chianava su di lui per depositargli un bacio leggero su una guancia.

Alessio tremò a quel breve contatto e gli occhi gli si riempirono di lacrime.

Sapeva che Guido non voleva più stare con loro, con lui, perché, nonostante la situazione, Daniele era corso in ospedale a sputarglielo in faccia prima di lanciargli sul letto il sacchettino.

Nel momento stesso in cui sentì il calore del corpo di Guido sfiorargli la pelle, il cuore prese a battergli frenetico nel petto: sentì il profumo forte e deciso della sua pelle, si specchiò nei suoi occhi scuri sentendo le gambe tremare.

Lo amava ancora e profondamente.

Come avrebbe potuto vivere senza di lui? Come avrebbe potuto lasciarlo andare? Li aveva traditi? Non aveva importanza: non avrebbe mai più reagito nello stesso modo in cui aveva fatto tre sere prima.

Se Guido gli avesse promesso di rimanere al suo fianco concedendosi di tanto in tanto una fuga con qualcun altro, Alessio avrebbe accettato. Pur di non perderlo, sarebbe stato cornuto e felice, per davvero.

Ma sapeva benissimo che Guido non era quel genere d'uomo: becero, piccolo, cafone e traditore. Lui era un uomo vero, onesto, sincero... non avrebbe mai potuto portare avanti una farsa di tal genere... soprattutto perché, aveva smesso di amarlo.

Sentì le lacrime premere contro gli occhi con forza, sfondare le sue difese e scivolare roventi lungo le guance.
-Ehi...- mormorò Guido correndo con un dito ad asciugarli una guancia:
-Mi dispiace- disse Alessio tirando su col naso.

-Tutti noi abbiamo delle colpe, Ale. Le cose sono andate come, a quanto pare, dovevano andare- il ragazzo sentì una voragine aprirsi sotto i suoi piedi: non c'era una sola parola, tra quelle di Guido, che non condividesse, certo era che, sentirlo rivolgersi a lui con quell' "Ale", era stato devastante.

-Quindi... è finita per davvero?- chiese Alessio anche se, il punto di domanda fu quasi impercettibile. Guido annuì prendendo il borsone che l'altro aveva di fianco ai suoi piedi cercando, in qualche modo, di interrompere quel loro scambio di sguardi.

Non era arrabbiato con Alessio, a differenza di quanto, invece, era furioso con Daniele e temeva che, i sentimenti pacati che nutriva nei suoi confronti in quel momento, lo conducessero a commentare l'ennesimo errore.

-Tra me e voi... sì. Voi potreste continuare...- ma Guido non riuscì a terminare la frase: afferrato il borsone, tornò a sollevare il viso verso l'altro e ciò che lesse nella sua espressione, gli impedì di continuare.

Era ovvio che Alessio e Daniele non avrebbero potuto continuare a stare insieme, lo sapeva anche lui: la loro relazione era stata perfetta, all'inizio, perché era fatta di loro tre. Si amavano e si completavano rendendo il loro amore unico ed armonioso approndantogli ognuno dei tre una parte di sé.

Se anche uno fosse venuto a mancare, anche quella perfezione sarebbe venuta meno e, se la loro relazione era terminata, era stato proprio perché tutti e tre avevano finito per allontanarsi tra di loro diventando individui indipendenti nel corso del tempo, distruggendo le basi su cui si reggeva il loro rapporto.

-Rimarremo amici e...- Alessio scosse la testa a quelle parole:
-È troppo presto per tentare una cosa del genere. Io ti amo ancora, Guido, non potrei mai essere tuo amico, adesso... no- Guido annuì fuggendo dallo sguardo di Alessio.

Fece per allungare un braccio intorno alla sua vita per aiutarlo a camminare, ma l'altro si scostò subito iniziando a scendere da solo le scale d'ingresso dell'ospedale. Guido lo seguì e poi gli fece strada verso la sua moto.

Lo aiutò a montare e sentì chiaramente Alessio tremare a contatto con le sue mani, così preferì porgergli il casco senza più toccarlo. L'altro allacciò la fibbia sotto il mento nascondendogli il viso sotto il casco integrale mentre attendeva che anche Guido facesse lo stesso. Mentre quest'ultimo montava sulla moto sentì Alessio stringergli le braccia intorno alla vita:

-Spero che... lui, ti renda felice- disse prima di lasciarlo andare e Guido la sentì chiara e definitiva... la fine della loro relazione.

Mise in moto e non si accorse che, il sacchettino dai manici dorati, era finito dentro il cestino della spazzatura alle loro spalle.

SCRIVIMI SULLA PELLE Where stories live. Discover now