2. Destino o coincidenze?

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La Hall è colma di gente, talmente affollata che inevitabilmente vado a scontrarmi contro una ragazza.  A causa dello scontro  la sua borsa di paglia elegante cade per terra. Raccolgo tutto scusandomi e abbastanza imbarazzata. Possibile che io sia così sbadata?

"Scusami, davvero, non volevo"

Con un sorriso smagliante si alza da terra e mi aiuta allegramente.

"Non preoccuparti, sono cose che capitano. Piuttosto, tu sei qui per il lavoro?

"Si, diciamo che non ho capito molto quindi un aiuto non farebbe male"
Si sistema la borsa sulla spalla e controlla lo smartphone.

"Certo, ti spiego subito. Siamo tutti in fila per avere un colloquio con il proprietario e fargli vedere il curriculum, dopodiché verremo sottoposti ad alcune prove, ho un po' d' ansia, ma andrà tutto per il meglio, o almeno spero"

Ha una personalità molto frizzantina da quello che ho potuto constatare si veste in modo molto curato: orecchini a cerchio dorati, scarpe con un tacco medio, shorts neri e un top di vellutino bianco. Ha un fisico asciutto, tonico e snello. D'altronde qui non potrebbe mai lavorare qualcuno non fisicato.

"Ecco, riguardo ciò, io non so praticamente nulla di come fare drink o altro, non ho per niente esperienza. Sono venuta qui con la speranza di aver un po' di fortuna, mi potresti aiutare tu nel caso?"

Senza neanche una punta di esitazione nella sua voce mi risponde molto gentilmente.

"Conta pure su di me, un'amica qui non farebbe male!" Le sorrido e vedo che mi porge la sua mano.

"Comunque piacere io sono Colie Smith!"

Mi guardo un po' intorno e non posso che notare che la folla sta aumentando sempre di più.

"Che ne dici di vedere se riusciamo in qualche modo a scavalcare la fila?C'è troppa gente, non arriveremo mai così"

Mi guarda e ci pensa per qualche secondo su, poi, convinta dal mio entusiasmo accetta.

Scavalchiamo molte persone mimetizzandoci tra la folla, tanti ragazzi e ragazze  ci insultano in tutte le lingue, ma continuiamo e arriviamo  quasi vicino alla scrivania del capo. Il mio sguardo in automatico cade su un signore anziano. Trovo una netta somiglianza con il ragazzo con cui ho discusso poco prima, ma mi torna in mente il fatto che lui è il  padre.

Mi perdo nei miei pensieri quando sento Colie che mi chiama dicendomi che è arrivato il mio turno.

"Salve signorina, il suo curriculum e i suoi documenti"

Mi chiede il capo sorridendomi in modo cordiale. É seduto su una sedie in pelle nera ed indossa un completo elegante di armani estivo, ha i capelli brizzolati e la pelle abbronzata.

"Certo adesso glieli do subito"

Metto i miei documenti ed il curriculum sul tavolo di cristallo e non posso non notare che il capo mentre lo legge sussulta improvvisamente, come se fosse stato scottato. Credo che sia normale vista la qualità del  curriculum.

"Mi scusi lei fa di cognome White?" Mi chiede cercando di nascondere al meglio la sua sorpresa.

"Si perché?"

Chiedo in modo curioso, forse conoscerà qualcuno che fa lo stesso cognome, in America è abbastanza diffuso.

"No, era solo per esserne sicuro" Fa un colpetto di tosse e dopo qualche secondo tamburellando le dita sul tavolo mi guarda "Comunque è ammessa, non ha bisogno di attendere nessuna prova, penso che lei sia completamente in grado di svolgere questo lavoro, quindi se non le dispiace"

TOXIC LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora