8. Brown non è buono non è un Brownie

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Avete mai provato la sensazione di impotenza, quella sensazione che ti opprime nonostante tutti i tentativi per uscirne? Ti fa sentire come se fossi inutile, e forse la cosa più brutta è proprio il non poter agire. Non poter gridare e non potersi muovere.

 Le mani prepotenti di questo ragazzo mi toccano con violenza senza il mio consenso. Cerco di liberarmi, ma ogni mio tentativo è vano. Una mano mi tappa la bocca e mi impedisce di gridare. Prima che io possa perdere le speranze a rallentatore vedo Damon entrare nella sala e colpire il ragazzo con un pugno sul naso.

 Cade per terra e con il sangue che gli cola si rialza con un ghigno sfacciato. Mi gira la testa e mi sento delirare. Le sue mani, viscide e prepotenti sul mio corpo mi rimangono impresse per qualche minuto. Mi sono sentita violata, non lo auguro a nessuno.

La mia mente alterna momenti di coscienza a momenti di incoscienza. 

"Ehi amico, con calma ci stavamo solo divertendo, mi stava facendo vedere cosa sapeva fare con quelle labbra morbide" 

Si asciuga il sangue che gli sta colando e si alza le maniche della camicia. Adesso che riesco a guardarlo meglio non riesco a vederci nulla di affascinante, solo una persona schifosa e meschina. 

"Non fiatare Brown" Dice Damon urlando. 

Quasi non lo riconosco, la sua solita figura pacata e apatica adesso è stata sostituita da una persona completamente diversa, fa paura.

 "Adesso smettetela, ne ho abbastanza"

 Dico non riuscendo quasi a parlare. Guardo la camera in cui mi trovo, alcune ragazze stanno guardando la scena e non posso far altro che subire tutti i loro occhi puntati su di me. Il mio incubo è diventato realtà.  

Ormai ha preso il cosiddetto Brown dal colletto, ma non appena sente la mia voce si gira nella mia direzione e lo lascia cadere per terra con il naso sanguinante, poi si avvicina e mi stringe. Un forte calore mi pervade e una sensazione inaspettata mi scuote dal mio stato di trance. Inspiro il suo dolce profumo dal collo e con il cuore che sta per uscire dal petto mi allontano.

 "Grazie"

 Dico cercando di concentrarmi nel dire cose sensate.

 "Andiamo via" Dice lui prendendomi sulle spalle. "Lasciami andare"

 Vedo tutto sottosopra. Facciamo le scale per arrivare al piano di sotto e m' impegno con tutte le mie forze per scappare dalla sua presa.

"Hai un bel gancio" Dico io con un piccolo sorriso a fior di labbra. Dalla visuale che ho non riesco a vedere l'espressione che ha sul viso ma il mio istinto mi dice che sta sorridendo. 

 "Andiamo a casa mia, abito nei paraggi, Colie è tornata a casa. L' ho avvertita io"

 Il mio stato di allerta mi dice che non è la cosa giusta da fare, anzi, completamente sbagliata. Ho paura dei ragazzi, è questa la verità. 

Sono stata tradita così tante volte che ho paura di fidarmi, perchè nel caso in cui  mi fidassi della persona sbagliata probabilmente cadrei nel baratro. Il mio essere fredda non è dato da una paranoia infondata, ma da anni di tradimenti dalle persone che credevo importanti. 

Mia madre mi ha sempre detto che la fragilità è preziosa, ma io sinceramente non so più a cosa pensare ora. "Voglio andare a casa, a Miami" Dico completamente incantata dai miei pensieri. Damon tentenna per qualche secondo sui suoi passi e non si ferma. 

Esce dal locale e va verso il parcheggio. Prende le chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni e  apre delicatamente la portiera. Mi stende delicatamente sul sedile della sua auto. La stessa che ho rigato il primo giorno, insomma un disastro. 

TOXIC LOVEOnde as histórias ganham vida. Descobre agora