Capitolo 16

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" sei la poesia che non ho scritto
La canzone che non esiste
La città che non ho visto
Fai sembrare tutta questa merda meno triste "
La voce di Maurizio riempie tutto lo studio insieme all'euforia delle persone presenti, la maggior parte della machete records era presente li dentro, riempiva la stanza e muovevano la testa a ritmo di musica, guardai per un momento tutti i ragazzi presenti, la maggior parte di loro l'avevo appena conosciuta eppure quell'atmosfera che si era venuta a creare all'interno dello studio di registrazione mi sembrava così dannatamente famigliare, mi soffermai su uno di loro in particolare che, accorgendosi che avevo rivolto la mia attenzione su di lui, mi fece un piccolo sorriso " spacca ! " " che bomba! " " la nuova hit!" Furono alcuni dei commenti che sentì appena la nuova canzone a cui Maurizio aveva lavorato nella settimana successiva del nostro ritorno a Milano, finì procurando degli applausi generali " complimenti è davvero bella " dissi rivolgendomi a quest'ultimo che mi ringrazio subito dopo, guardai l'ora dal mio telefono accorgendomi che me ne sarei dovuta andare
" ragazzi io vado è stato un piacere conoscervi ! " salutai le persone presenti nello studio per poi abbandonare la stanza subito dopo in compagnia del mio borsone " bice " mi sentì chiamare da dietro così mi girai notando che manuel mi aveva seguito " possiamo parlare ? " chiese subito dopo " è urgente ? Perché dovrei scappare " risposi indicando le scale
" no tranquilla " disse sottovoce, avevamo passato una bellissima settimana in studio, lo avevo aiutato a comporre alcuni pezzi ma non avevamo mai avuto l'occasione di parlare di ciò che c'era stato tra di noi, vidi il suo sorriso spegnersi ma non gli diedi troppa importanza poiché in quel momento avevo ben altro a cui pensare.

Cercai di fare respiri profondi con l'intenzione di controllare il mio battito cardiaco che in quel momento non ne voleva sapere di calmarsi, guardai il mio petto, sul mio body c'era attaccato un cartellino con un numero che una voce chiamo poco dopo " 016 ? " disse ad alta voce un ragazzo " sono io" mi feci notare " perfetto seguimi " presi il mio borsone per poi fare come mi aveva detto precedentemente, si bloccò quando davanti a noi c'era un grosso palcoscenico appartenente al teatro
" salve " dissi appena raggiunsi il centro, poco più avanti di me quattro posti erano occupati, riconobbi i volti delle persone presenti, di grande importanza nel mondo della danza " ciao, tu sei? " disse una delle migliori coreografe che io abbia mai visto " mi chiamo bice pisciottu è ho 17 anni " dissi emozionata " bene bice, cosa ci ha portato oggi ? " continuò quest'ultima " una variazione sulle note di una composizione al piano di Ludovico Einaudi " dissi in preda all'ansia " ci faccia vedere allora " prese questa volta parola un uno sulla quarantina riconosciuto per essere uno dei più famosi ballerini della Francia,
Mi assicurai che le punte fossero strette nel modo corretto è poi mi misi in posizione di partenza aspettando l'inizio della musica, quando udì le prime note uscire dalle grandi casse mi lascia trasportare completamente da quest'ultime, il mio corpo si muoveva in perfetta sincronizzazione con la composizione, lasciai uscire le emozioni e scacciai tutti i pensieri dalla mia mente, mi sentivo libera, rinata, sentivo la determinazione la fame di prendermi quel palco è con movimenti decisi conclusi la coreografia a cui stavo lavorando da tempo.
" perché non me lo hai detto?" Bianca mi guardò seria, potevo percepire la sua rabbia " non ho detto ha nessuno dell'audizione " mi giustificai mentre mi rimettevo le scarpe, omettendo un piccolo dettaglio " se Verónica non mi veniva a dire che ti ha vista quando lo avrei saputo ? " chiese alzando un sopracciglio - quella doveva proprio fare la spia - pensai sbuffando " te l'avrei detto dopo i risultati " mi giustificai per poi mostrare che proprio questi ultimi erano stati appena appesi sulla bacheca, così ignorai bianca precipitandomi a leggere ciò che c'era scritto sui fogli, scorsi con il dito fino ad arrivare al mio nome - ammessa - lessi ciò che c'era scritto affianco, cercando di trattenere un urlo di gioia " complimenti ma sappi che non riuscirai a rubarmi il posto " bianca mi guardò con odio stringendo gli occhi " non è mia intenzione " cercai di spiegarmi ma mi volto le spalle andandotene lontana da me, dopo pochi minuti abbandonai il teatro della scala più felice che mani "  c'è l'hai fatta ? " trovai manuel ad aspettarmi fuori " sono stata ammessa ! " dissi saltandogli in braccio e stingendolo in un abbraccio " sono davvero felice per te chica ! " esclamo lui nell'incavo del mio collo " ma tu che ci fai qua ? " chiesi sorpresa scendendo dalle sue braccia " mi avevi detto dell'audizione ed ero troppo curioso per aspettare tue notizie " mi fece un grande sorriso.

Tutto passa // hell raton Where stories live. Discover now