Six;

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Tanner's Pov

La mattina dopo è una vera seccatura. Mi sveglio con la testa dolorante e con il naso gocciolante. Vorrei stare a casa di nuovo, ma so che mamma si arrabbierebbe solamente dio più. Non le piace quando salto scuola, ma alcune volte capisce che ho bisogno di una pausa per uno o due giorni.

Cammino fuori dalla mia stanza e mi infilo le mie vecchie converse. Mamma è ancora addormentata sul divano senza coperta e sembra congelata. Vado in camera mia, prendo la mia coperta arrotolata sopra il letto e gliela metto addosso. Le do un bacio sulla guancia prima di prendere lo zaino e uscire dalla porta.

Fuori c'è la pioggia, tuoni e lampi. Sono almeno 10 minuti di camminata fino alla scuola quindi arriverò fradicia nel tempo che ci metterò ad arrivare lì. Prendo lo zaino dalla cinghia e lo metto sulla testa. Quindi comincio a correre.

La pioggia mi colpisce la faccia e comincia a pungermi, presto le mie guance sono intorpidite. Le mie scarpe sono piene di acqua insieme all'orlo dei miei pantaloni.

Nel tempo che ci metto ad arrivare a scuola, sono fradicia dalla testa ai piedi. Velocemente cammino verso i bagni e provo ad asciugare la maglietta e i pantaloni almeno un po' con lo scottex. Dopo un po' la mia maglietta è umida, ma non completamente fradicia.

Cammino fino al lavello e mi guardo per un momento allo specchio. Ho dei cerchi neri sotto gli occhi, questo mi ricorda tutto il sonno che avevo perso la notte prima. Non so perchè non ero riuscita a dormire quella notte, ero rimasta lì solo, a pensare.

I miei capelli ricci scuri sono bagnati fradici crespi come non mai. Provo a districarli con le dita almeno un po'.

Cercando di spazzolarli almeno un po' così, ma non funziona tanto. Sospiro e mi metto le mani in faccia. La giornata non sta andando bene.

Provo ad asciugarmi i capelli con l'asciugatrice per le mani e mi passo le mani tra questi prima di prendere lo zaino e di camminare fuori dal bagno.

Tutti sono seduti ai propri tavoli della mensa dove si siedono solitamente, aspettando che la campanella suoni dando inizio alla scuola.

Cammino fino al mio armadietto, fingendo di guardare nella mia borsa in cerca di qualcosa. Nel momento in cui arrivo al mio armadietto e guardo davanti a me, me ne pento subito. Fisso la foto attaccata sul mio armadietto, sbiancata.

C'è una foto di un vecchio cassonetto arrugginito e sopra c'è una scritta fatta con degli Sharpie. 'La casa di Tanner Mason' con una freccia sopra.

Le lacrime iniziano a scendere sul mio visto fino a quando qualcuno non mi fa spaventare sbattendo la mano sull'armadietto facendomi saltare. Il grande tonfo era Taylor Caniff che si era fermato davanti al mio armadietto ammiccando. "Quindi, com'è stata la tua serata?" chiese con una risatina.

Le lacrime si accumulano nei miei occhi, provo a parlare, ma non ci riesco. Vorrei urlargli addosso quanto lui riesca a rendere la mia vita miserabile, vorrei colpirlo sulla faccia e urlagli che non ci posso fare nulla per quello che è già successo!

"L-l'hai fatto tu questo?" dico finalmente mentre una lacrima mi solca il viso.

Taylor ride e cambia posizione appoggiandosi all'armadietto. "Chi altro potrebbe farlo?" Taylor ammicca e si sposta lontano dall'armadietto."Non è stato difficile trovarlo. Ho dovuto solo seguire Shawn. Voglio dire è seriamente incompetente"

Aspetta. Shawn sa dove abito?

Il respiro mi si ferma in gola, scuoto la testa e strappo il foglio via dall'armadietto. "Sei un stronzo" dico a Taylor appena suona la campanella.

Alone [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora