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Stringo il cuscino tra le braccia e appoggio la testa alla finestra che da sulla neve mentre me ne sto comodamente seduta sul mio letto a gambe incrociate. Ha iniziato a piovere leggermente e qualcuno del posto dice che presto sarebbe venuta giù una vera e propria bufera.
"Sembri giù di morale" Lily si appoggia al battente chiuso portando le braccia dietro la schiena
"Sono solo un po' stanca" scuoto la testa
"È per la stanchezza che oggi hai pianto?" Domanda retorica e io le lancio un'occhiata senza nessun espressione in particolare per poi tornare a guardare fuori indifferente.
Sospira e viene a sedersi al mio fianco senza far rumore e rischiare poi di svegliare Michelle che dorme da quando è tornata dal centro per disabili.
"Ti va di parlarne?" Domanda Lily
"Sto bene, davvero" sussurro mordendomi l'interno guancia
"So che non è vero" sospira triste "le persone che 'stanno bene' non piangono come hai fatto tu oggi" mi indica seria
Quando Lily mi ha raggiunta si è seduta al mio fianco senza dire nulla, io mi sono affrettata ad asciugare il volto ma era palese che avessi pianto e che stavo male. Così ha semplicemente accennato un piccolo sorriso e mi fa capire che va bene se piangevo, potevo farlo. Così ho continuato a piangere silenziosamente al suo fianco.

Ora però siamo tornato in albergo e lei sembra preoccupata e intenzionata a scoprire di più.

"Sai cosa mi piace fare quando sono a scuola?" Domanda improvvisamente e io la guardo confusa "osservare!" Esclama "mi piace osservare le persone per capirle meglio. Ti osservo dal primo anno e ho visto tutta la tua vitalità spegnersi improvvisamente circa un anno fa. Cosa ti è successo?" Domanda preoccupata "non è la prima volta che ti vedo in questo stato e inizio a preoccuparmi"
Abbasso lo sguardo per poi tornare a guardare fuori mentre lei sospira tristemente
"Va bene così, il dolore non durerà per sempre" mormoro
"Puoi piangere se vuoi, nessuno ti darà un premio perché non lo fai, quindi va bene piangere" afferma dolcemente
Sento una morsa al petto e appoggio la testa sulle ginocchia mentre calde lacrime scendono di nuovo copiose sul mio viso.
"Non so nemmeno perché sto piangendo" ridacchio tra le lacrime asciugandomi il viso con la manica della felpa "mi sento morire" ammetto "Le cose non sono facili ultimamente, ho solo voglia di piangere"
"Allora fallo" scrolla le spalle e io scuoto la testa sorridendo amaramente
"Potrebbero soffrire delle persone" dico "devo essere forte per loro" esclamo decisa
"E chi è forte per te?" Domanda guardandomi con fare canzonatorio
La guardo per poi sorriderle, mi asciugo il viso e le lascio una pacca sulla spalla prima di alzarmi per poter andare in bagno e darmi una sistemata.

Quella sarebbe stata l'ultima sera, e io non avevo nessuna intenzione di starmene in camera a piangere. Così mi vesto velocemente e sistemo viso e capelli, una volta pronta torno in camera per recuperare il cellulare
"Vai a cena?" Domando a Lily
"Si, tu non vieni?" Annuisce
"Mi vedo con Colin prima" scuoto la testa "ci vediamo dopo" dico prima di uscire
Salgo le rampe di scale fino a raggiungere il tetto dove so di trovarci Colin, gli ho detto di vederci qui prima di cena.
Lo vedo appoggiato alla ringhiera che fissa il paese in lontananza e il panorama davanti a se. Sorrido e corro verso di lui saltandogli sulle spalle da dietro
"Siamo allegre questa sera" sorride stupito voltando il capo per guardarmi
"Che motivo avrei per non esserlo" scrollo le spalle continuando a starmene sulle sue spalle con il mento sulla sua spalla e le gambe intorno alla sua vita "uff, domani non voglio tornare ad Atlanta" sbuffo
"Non è mica l'ultimo viaggio insieme" ride "c'è ancora quello di fine anno, 5 giorni a New York" mi ricorda e io forzo un sorriso cercando di apparire tranquilla "dai, ora andiamo a cena o gli altri ci danno per dispersi"

Salto giù dalla sua schiena e lui mi supera per andare verso la porta, ma si gira a guardarmi vedendo che non mi muovevo.
"Cosa c'è?" Sorride notando che lo fisso con un sorriso dolce e improvviso
"Volevo solo ringraziarti" scrollo le spalle sincera "grazie per tutto quello che stai facendo, per me significa tanto" ammetto
Mi guarda sorpreso e sorride divertito per poi farmi l'occhiolino e porgermi la mano
"Stiamo insieme solo da pochi giorni, vedrai come ti divertirai da adesso" scherza
"Promesso?" Sbotto improvvisamente e lui resta leggermente sorpreso
"Promesso" annuisce poi deciso
Sorrido e gli afferro la mano per poi tirarlo verso la porta velocemente e raggiungere gli altri al ristornate dell'hotel.
Tutti sembrano scoraggiati per il ritorno a casa, non è mai bello tornare da un viaggio, ma a nessuno però sembra importare poi più di tanto, addirittura c'è chi già parla di New York e di cosa avrebbero potuto fare una volta lì.
Per me invece ha significato molto questo viaggio, mi sono divertita e l'ho vissuto insieme ai miei amici, e anche se per molti è stato un viaggio come un altro, io porterò questi giorni nel cuore, ricordandomi di come sono stati belli.


*****

"Ti dico di no, maledizione, non ho messo like a nessuna, magari sarà scappato il dito" sbuffa Gabriel
"Sono una persona di ampie vedute, puoi mettere like a chi vuoi non ti tengo mica al guinzaglio. Ma il like a Serena potevi evitarlo, sappiamo tutti che ti viene dietro da anni" esclama Rachel seguendolo giù dal pullman
"La volete smettere" alzo gli occhi al cielo camminando dietro di loro
"Kay, diglielo anche tu" mi fa cenno mia cugina
"Non ci provate neanche, sapete che odio immischiarmi" scuoto la testa superandoli annoiata
"Ci vediamo domani a scuola ragazzi" saluta Abram andando via per primo
Recuperiamo tutti le nostre valigie dal pullman per poi salutarci, Colin mi stampa un bacio a stampo davanti a tutti e subito ci fu un brusio generale.
"Ci vediamo domani" ghigna
"A domani" annuisco con un sorriso da ebete

Lascio i miei due migliori amici a litigare e vado verso la macchina di mio padre
"Papà" sorrido correndo verso di lui saltandogli poi adosso
"Piccola" mi stringe a se con un sorriso smagliante
"Così non respiro" rido per poi baciargli la guancia
"Ti trovo bene" mi osserva attentamente e io annuisco
"Ciao zio" saluta Rachel affiancandomi
"Vieni a casa con noi?" Domando tranquillamente guardandola
"A dire il vero..." sospira mio padre "non andiamo a casa" scuote la testa
"Dove andiamo?" lo guardo confusa non capendo
"Dobbiamo andare in ospedale" afferma lui
"Perché? Mi sento bene" scuoto subito la testa contrariata
"È per via dei dolori che hai avuto in montagna, dobbiamo solo farti controllare" tenta
"Glielo hai detto" guardo incredula Rachel
"Che avrei dovuto fare, è mio compito informarlo dato che tu non lo fai" dice lei ovvia
"Ma io sto bene, era solo a causa del troppo freddo" mi impongo
"È solo un controllo Kay" mio padre mi bacia la fronte per poi prendere le nostre valigie e posarle in auto mentre io entro sbuffando e di pessimo umoreOdio questi controlli. Inizialmente non mi pesava più di tanto andare in ospedale, ero convinta che con le cure sarei stata meglio ed ero molto responsabile al riguardo, ma adesso? Che senso ha tutto questo se tanto tra un mese sono morta comunque?

Il dottore fa accomodare mio padre e Rachel nella sala d'attesa mentre mi visita come al solito. Il dottor Miles era veramente molto gentile con me, è un uomo sulla quarantina molto saggio che mi riempiva di promemoria sulla vita e cose del genere, ma era molto bravo nel suo mestiere ed era stato lui a trattare il mio caso sin dall'inizio.
"Ispira" ordina controllandomi il battito cardiaco e io faccio come mi ha ordinato "va bene così" dice poi tornando a sedersi alla sua scrivania
"La diagnosi?" Domando retorica sedendomi comodamente sul lettino
Lui mi guarda con un espressione che ormai mi è familiare, così per non metterlo in ulteriore difficoltà sorrido dolcemente
"Conciso e diretto"
"I tuoi polmoni sembrano essere peggiorati più in fretta del previsto" mormora guardandomi negli occhi e io sento una stretta intorno al cuore
"Suppongo che il tempo mi giochi contro" forzo un sorriso
"Dovrai usare il respiratore" esclama e io sgrano gli occhi
"No, è fuori discussione" preciso da subito "ci sono persone che non sanno della mia malattia"
"Come mai la nascondi" si acciglia
"Non la nascondo, solo che non vado vicino alla gente per strada dicendo 'sai sono malata, mi resta un mese di vita'" enfatizzo "non userò l'ariatore" scuoto la testa da subito
"Stai calma, dovrai usarlo solo di notte" mi avvisa amaramente
"È proprio necessario?" Sospiro giocando con le mani nervosa
"Non arrenderti Kaylee" esclama serio "stai resistendo molto, so che tieni duro più che puoi. Dovresti essere una moribonda a quest'ora nelle tue condizioni eppure tu tieni duro. Ma non mollare, fai di tutto per poter vivere anche solo un giorno in più"
"Ci sto provando" ammetto e sento gli occhi pizzicare "ma adesso ho paura" mormoro
"Cos'è cambiato?" Domanda
"Adesso ho qualcuno per la quale desiderare di continuare a vivere" sorrido mentre calde lacrime iniziano a scendere copiose "cerco di tenere duro per gli altri, non voglio che mio padre, Rachel e Gabriel soffrano a causa mia, so che appena andrò via per loro non sarà facile, ma adesso non riesco più a gestire tutto" tiro su con il naso
"Va bene mostrare il proprio dolore, tutti soffriamo e tu non devi sentirti responsabile per il dolore degli altri. Non è colpa tua" afferma sincero "vivi più che puoi Kaylee, non arrenderti, lotta fino all'ultimo e sarai una vincente" mi sorride
Come posso spiegare alla gente che soffro perché non voglio morire? Semplice, non posso.
Non è facile essere me. Mi sento sempre responsabile per tutto, se gli altri soffrono credo fosse colpa mia. È letteralmente soffocante essere me.

Con amore, Johnny.जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें