Capitolo 16

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Capitolo 16

Erano farfalle quelle che vedeva negli occhi di Edoardo? O semplicemente non voleva più guardare in faccia alla realtà? Aveva tenuto la testa bassa fino a quando lui non gli si era avvicinato, il respiro corto, le note di un pianoforte che arrivavano dalla cucina la facevano sentire come in una bolla mistica. Claudio aveva messo un cd di musica classica, la polvere dorata che filtrava dalle tapparelle galleggiava nell'aria e rifletteva in un certo senso i pensieri di Alice. Quando lui le sfiorò il viso contratto ebbe un sussulto, la pelle calda trasudava disperazione, come aveva potuto tacerle una cosa così importante, Edoardo inspirò e appoggiò la schiena al divano trattenendo l'aria ancora un po' nei polmoni, le parole gli uscirono in un sussurro.

«Perché sei scappata via?»

«Ho sentito la telefonata.»

«Io e Ginevra ci conosciamo dall'asilo, ha passato un brutto momento a causa della mia disattenzione e credimi quello che provo per lei non ha minimamente a che fare con quello che provo per te.»

«Ho la sensazione che sia come una spada di Damocle che penzola sulla mia testa.»

«Non lo è. Io le voglio bene ma non è amore.»

Solo a quel punto Alice girò il viso per guardarlo negli occhi, parlava d'amore quando lei, solo poche ore prima aveva provato strane e pericolose sensazioni per Alberto. Chi era a questo punto il meschino? Si soffermò sulle sue labbra che non chiedevano altro che essere baciate. Mentre si avvicinava piano al viso di Edoardo, Claudio fece il suo ingresso con il caffè e dei piccoli biscotti adagiati su un vassoio di vetro dipinto a mano. Si rese conto dopo, di aver vanificato la riconciliazione. Alice si alzò, le andava un caffè, le andava di staccarsi da quell'uomo che le aveva concesso più di quanto sperasse dalla vita. Il bel Notaio la raggiunse e prese la tazzina fra le mani tenendola stretta come se avesse freddo, soffiò delicatamente e bevve il primo sorso che gli scottò le labbra.

«È proprio buono il tuo caffè» disse Edoardo a Claudio, che era rimasto in disparte, assente, come perso in un pensiero dolce ma irrequieto. Quando ritornò al presente ringraziò Edoardo e fissò gli occhi in quelli di lui.

«Ho sentito cosa hai detto, sono rimasto conquistato dalle tue parole. Peccato che lei pensi ancora che tu l'abbia tradita.»

Edoardo finì il caffè e si sedette al tavolo accanto a Claudio aspettando di sentire di nuovo la voce di Alice. Ma non era lei che doveva parlare bensì lui e così fece.

«Non ti ho tradito.»

«Lei è sempre fra noi e non solo fisicamente ma anche moralmente» affermò Alice presa da un senso di colpa, mentre parlava si rendeva conto che non era così e allora perché continuava a dire parole senza senso?

«Scusami, non so cosa mi prende a volte. Cosa le è successo e perché, ne sei responsabile?»

«Se non vi spiace esco» si affrettò a dire Claudio.

«No mio caro, andiamo a casa. Tu sei stato anche fin troppo gentile» rimarcò Alice alzandosi.

Si congedarono da Claudio ringraziandolo per il sostegno e mentre lui chiudeva la porta Alice apriva la sua. L'aria fresca della sera aveva rinfrescato la casa e Alice lasciò la borsa e le scarpe nell'entrata. Edoardo dietro di lei fece lo stesso, lasciando le sue scarpe accanto a quelle di Alice.

«Ti aiuto ad aprire le tapparelle?» gli chiese Edoardo.

«Si Grazie.»

Forse Alice non voleva sapere come lui fosse coinvolto nella vicenda di Ginevra.

Bad GirlWhere stories live. Discover now