Capitolo 2

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«Certo che Giulio poteva evitare di fare sesso con te, avrebbe dovuto parlartene prima.»

«È per questo che mi sento uno schifo.»

Claudio si spostò in cucina per preparare la cena, Alice aveva bussato alla sua porta in lacrime e lui l'aveva accolta nelle sue braccia consolandola.

«Resta a cena con noi, a Paolo non dispiacerà.»

«Resterei volentieri ma non me la sento di mangiare, ho come un nodo allo stomaco.»

«Allora lo ami davvero?»

Forse si era talmente abituata a Giulio che non si era resa conto di quanto lui fosse diventato un'ancora per la sua vita, un posto sicuro, un luogo di pace. Anche se negli ultimi tempi qualcosa si era trasformato e non provava più quella forte attrazione, lui restava il suo amore.

«Quando inizi il lavoro dal Notaio» gli chiese Claudio per distoglierla dai suoi pensieri.

«Lunedì. Sai lui è strano ...»

«Ma è anche affascinante, giusto?» confermò Claudio ricordando la descrizione precisa che gli aveva fatto Alice.

«Troppo. Se Giulio non mi avesse parlato della sua collega e del lavoro a New York, forse ci avrei ripensato. Un tradimento e due anni di lontananza proprio non ce l'ha posso fare.»

La porta di casa si aprì con due scatti e Paolo fece il suo ingresso quasi trionfante, salutò Alice sorridendogli e raggiunse Claudio in cucina per abbracciarlo e palpargli quel bel sedere sodo e invitante che troneggiava dentro i pantaloncini da tennis.

«Resti a cena con noi?»

Anche Paolo si era accorto della tristezza di Alice.

«Ti ringrazio ma torno a casa.»

«Dai, mi fa piacere non sono così scorbutico come pensi.»

Alice rimase in silenzio, che Claudio gli avesse detto quello che lei pensava del suo ragazzo?

Paolo apparecchiò per tre e impose ad Alice di sedersi, la cena sarebbe arrivata a breve e intanto le versò del dolce e fruttato vino rosso.

«Claudio mi ha raccontato di Giulio, posso dirti che non mi è mai piaciuto molto? Accanto a te ho sempre immaginato qualcuno con un grande senso di onestà e amor proprio.»

Lei abbassò gli occhi in segno di sconfitta, in fondo era meglio lasciarlo andare, era quello che Giulio voleva, che aveva sempre desiderato e lui meritava come ogni altra persona di essere felice, e con lei non lo era più da un po' di tempo. Claudio era un chef provetto, dopo il primo boccone non riuscì più a smettere di mangiare finendo sia il primo che il secondo e nel sacchetto che aveva portato Paolo c'era una vaschetta di gelato artigianale comprato in centro, una spruzzata di panna e della cannella in polvere resero il dessert da stelle Michelin. Parlarono molto e spesso Paolo face allusioni sul suo bel fidanzato e Claudio incurvava la bocca o faceva finta di lanciargli il tovagliolo, rigorosamente di stoffa e lei trovò anche la forza di lasciarsi andare e ridere. Prima di tornare nel suo appartamento li abbracciò entrambi, ringraziandoli per la bella serata.

«Vieni quando vuoi, non devi fare molta strada» dissero quasi in coro sull'uscio, ridendo.

«Andiamo, piccolo cuoco. Ho una voglia matta di sentirti gemere» disse Paolo fra i capelli morbidi e biondi di Claudio. La camera profumava di pulito, lo spinse delicatamente sul letto e si distese sopra di lui. Claudio si tolse la maglietta e Paolo scese a baciargli il petto, la pancia e gli sfilò i pantaloncini.

«Niente intimo, mi piace» e glielo prese nella bocca calda, la lingua solleticava il glande procurando a Claudio brividi insieme alle vertigini e si alzò per guardarlo, gli piaceva e lo eccitava ancora di più fissare i suoi occhi in quelli del suo amato, godendo delle mille sensazioni che gli dava.

Bad GirlWhere stories live. Discover now