Cpitolo17

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Capitolo 17

Lorenzo fischiettava come al solito e non vedeva l'ora di alzarsi dalla sedia per raggiungere Daniela nel suo ufficio. Avevano mangiato una pizza insieme la sera prima, parlando di musica e teatro, di quanto fosse liberatorio urlare i pensieri attraverso i versi di una tragedia. Solo pochi attimi di silenzi, avevano riempito l'aria di mille parole. Lui l'aveva accompagnata a casa e le aveva sfiorato la spalla augurandole la buona notte.

Alice era ancora in piedi appoggiata allo stipite della porta, era anche il suo ufficio ma in quel momento non riusciva ad entrare, come se qualcosa la bloccasse, guardava Daniela in attesa di una risposta, quando decise che forse era meglio lasciarla nel suo mondo lei parlò: «Sai ieri sera sono andata ad un corso di teatro e ho trovato lì Lorenzo» alzò la testa per guardarla e Alice sorrise.

«Com'è andata?» le chiese curiosa.

«È stato bellissimo, il regista mi ha dato la parte del personaggio principale e proprio non me l'aspettavo. Forse era arrabbiato per l'assenza della vera protagonista e l'ha rimpiazzata con me ma poco importa, sono davvero contenta.»

«Devo venirvi assolutamente a vedere, farete uno spettacolo?»

«Si, ma non dirlo a Lorenzo, non so se vuole farlo sapere.»

«Sarò una tomba però fammi avere notizie.»

«Certo.»

Edoardo aveva avvisato Alice che sarebbe arrivato più tardi, doveva passare a vedere come stava Ginevra. Nella camera dove si era rifugiata il sole non filtrava dalle tende spesse, lui gli si avvicinò piano per non svegliarla e controllò che stesse bene, lei aprì gli occhi e sorrise.

«Come stai stamattina?» gli chiese sottovoce, facendo ricordare a Ginevra i gemiti delle tante volte che avevano fatto l'amore.

«Meglio, penso che domani tornerò a lavoro, mi sono stancata di stare a letto.»

«Aspetta ancora qualche giorno e torni lunedì.»

Edoardo non aveva dato possibilità a Ginevra di replicare, la sua salute gli stava a cuore e sapeva che la sua assistente che lui conosceva altrettanto bene, avrebbe provveduto a tutte le questioni rimaste in sospeso. Era passato allo studio Abruzzo per parlare con Rosa, donna arrivista e sensuale. Dal primo momento in cui l'aveva vista Edoardo si era chiesto come Ginevra avesse potuto assumerla ma forse la signorina Abruzzo aveva le sue ragioni e lui era convinto che avrebbe tenuto a bada quella piccola e affascinante serpe. Lui e Ginevra parlavano spesso di lavoro e conosceva le ultime pratiche sulle quali stava lavorando, così chiese a Rosa di portargli tutti i fascicoli e con calma, prendendo la sua penna preferita dal portapenne, iniziò a segnare sui post-it commenti e informazioni, alcune pratiche potevano aspettare il rientro di Ginevra altre invece dovevano essere lavorate subito. Chiamò Rosa e le diede indicazioni su come svolgere il lavoro dividendolo per settore e le disse di consegnarli ai colleghi.

«Come sta la signorina?» domandò Rosa.

«Settima prossima dovrebbe rientrare» rispose lui senza guardarla.

Rosa aveva indossato un pantalone leggero attraverso il quale si vedeva il tanga e una maglietta anche troppo scollata, "Non cambierà mai", pensò Edoardo. Forse Ginevra l'aveva assunta per distrarre i clienti più ostici. Si era avvicinata a Edoardo abbassandosi per mettere in mostra meglio un seno sodo e nudo, lui distolse lo sguardo ricordando l'unica volta che si era impigliato nella sua rete di attenzioni.

«È ora che vado, la signorina Abruzzo vorrà le relazioni sui lavori fatti.»

Salutò e uscì, contento di non aver pensato minimamente alla possibilità di una sveltina. Il suo unico pensiero era raggiungere Alice, in qualunque posto lei si trovasse.

Bad GirlWhere stories live. Discover now