Capitolo 20

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Capitolo 20

Claudio e Paolo erano riusciti a convincerla a provare una lezione di Yoga aereo, Alice era sollevata mezzo metro da terra e tentava di stare in equilibro sull'elastico mentre si pentiva di aver accettato, fino a quando l'insegnante non le rivolse un sorriso dicendole che stava sbagliando tutto, voleva scendere ma non ebbe il coraggio di saltare giù da sola e chiamò Claudio che invece si stava divertendo un mondo, addirittura aveva chiuso gli occhi e girava su se stesso avendo l'impressione di volare. Paolo si accorse del suo disagio e gli andò vicino.

«Vuoi scendere?»

«Si.»

«Così non imparerai mai ad affrontare le tue paure.»

«Io paure? Sai che non né ho.»

Paolo sorrise scuotendo la testa e l'aiutò a scendere. Alice si sentì osservata e arrossì, pensando di essere stata veramente goffa ma lui le accarezzò il braccio tenendole ancora la mano sulla spalla.

«Devo giocare a tennis questa settimana» esordì avvicinandosi Claudio con il fiatone.

«Meglio il tennis di questa tortura» rispose Alice che si avviò verso le docce, seguita dalla coppia.

«Scusa ma il "Bel Notaio", si è fatto sentire?»

Alice rimase di spalle senza voltarsi, aveva trovato molte chiamate di Edoardo ma non aveva avuto il coraggio di richiamarlo.

«Si, ma non l'ho richiamato.»

«Perché no?»

«Non avevo voglia di sentirlo.»

«Però dopo domani e lunedì. Non è meglio chiamarlo e chiarire prima di tornare in ufficio.»

Paolo non aveva torto, se rientrava senza averci prima parlato sarebbe potuta scoppiare una lite e non era il caso che ciò avvenisse in ufficio.

«Hai ragione, magari stasera lo chiamo.»

«A proposito cosa fai stasera? Noi andiamo al cinema se ti fa piacere puoi venire.»

Alice era contenta che Claudio l'avesse invitata ma non voleva essere di troppo, erano sempre presenti, attenti e disponibili, l'avevano presa sotto la loro ala protettrice e non si erano mai tirati indietro quando lei chiedeva aiuto per qualsiasi cosa. Quindi le sembrava giusto che si godessero la serata loro due da soli e inventò una scusa per non accettare.

Edoardo stava sorridendo alla tv, cosa strana per lui ma Alice gli aveva parlato di una serie tv molto divertente ed era vero, si era perso nella storia e aveva riso di gusto, come ormai non faceva da tempo. Una scena gli ricordò la sera precedente. Era uscito dalla piscina e aveva indossato l'accappatoio bianco, immacolato, profumato. Ginevra era rimasta nell'acqua e aveva cominciato a fare le vasche avanti e indietro. Lui si era seduto e la guardava, il suo corpo era un dolce richiamo, una tempesta si stava preparando nel suo cuore ma un raggio di sole era apparso a dargli serenità, e per nulla al mondo l'avrebbe oscurato. Non si spiegava il comportamento di Alice, anche se aveva una vaga idea del perché del suo atteggiamento. Le luci si erano spente era davvero tardi, si avvicinò alla vasca e disse a Ginevra che sarebbe andato a letto.

«Ti faccio compagnia?»

Edoardo tornò indietro, si inginocchiò al bordo della piscina, le mise un dito sotto il mento e gli disse sottovoce, cercando di essere il più sensuale possibile mentre un sorriso appariva sul viso della ragazza.

«Vai a casa è meglio.»

Le posò un bacio sulla fronte e si alzò per rientrare in casa.

Ginevra per la frustrazione ricominciò a nuotare, raccogliendo i frammenti di un ricordo per lanciarli lontani, ormai aveva capito che c'era di sicuro un'altra donna e forse, avrebbe potuto combattere per riconquistarlo ma non sapeva che quella notte Edoardo si toccava pensando agli occhi di Alice. Sentiva il suo membro duro e pulsante, si accarezzò le biglie riconoscendo quel calore che gli saliva verso lo stomaco e cominciò ad andare su e giù mentre il cuore tamburellava forte, venne trattenendo i gemiti soffocati nel cuscino. Era da tanto che non si procurava piacere da solo, gli piacque, a volte era bello godersi nel silenzio della stanza, era come tornare indietro all'adolescenza.

Bad GirlWhere stories live. Discover now