Capitolo 46

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 -*Louis' pov-*

Okay...forse non era una bella idea. Beh, la peggior idea di sempre. Lo sapevo che Lucy era a New York, ma 'DOVE esattamente' forse era la domanda migliore.

Ero lì da due giorni, girando per la città e sperando di vedere qualcuno che mi ignorasse. Non era una bella situazione, ero disperato. Dovevo trovarla. L'avevo chiamata infinite volte, ma lei non rispondeva.

Ma questa volta, per la prima volta, aveva risposto.

"Perchè cazzo sei a New York?" urlò lei.

Sobbalzai. Non le avevo ancora detto di essere qui. Non c'era modo che lo venisse a sapere...a meno che...

"Tu mi vedi."

"Esatto. Ora dimmelo, perchè sei qui?"

Mi guardai attorno. Stava sclerando.

La sentii ridacchiare dall'altra parte della linea.

"Tanto non ti dico dove sono. E non sai dove sono. Bei capelli, comunque. Lo sai che esiste la spazzola?"

Roteai i miei occhi per il suo commento.

"Beh, quando ti metti a girare in una città sconosciuta, in cerca di una ragazza, alla fine...ti ritrovi con un aspetto...incasinato" le risposi, sarcasticamente. "E bene. Non ti vedo, ma potrei farti venire da me."

Mi avvicinai alla strada, dove le macchine passavano a tutta velocità.

"Ah, sul serio? E come?" mi chiese curiosa.

"Mi sdraierò in mezzo alla strada, finchè non uscirai fuori."

-*Lucy's POV-*

Impallidii.

"Non lo farai..."

Lui rise.

"Sfidami, dolcezza." disse.

"Tu non lo farai. Ti conosco bene, Louis." dissi, usando un tono di voce serio.

Guardai attentamente il ragazzo dai capelli scompigliati. Sembrava non dormisse da settimane. Dal punto in cui stavo nel bar, riuscivo a osservarlo bene, senza alcuna preoccupazione che lui mi potesse vedere. Ancora non ci credevo che fosse lì...

"Va bene, allora..." disse Louis, tranquillamente, prima di arrivare in un punto tra la strada e il marciapiede.

"Louis, non provarci!" lo avvertii, facendo girare verso di me la gente vicina, probabilmente per aver alzato la voce.

"Non mi fermerò, finchè non uscirai dal tuo nascondiglio." mi disse, questa volta stando per strada.

Le macchine lo sorpassavano pericolosamente.

"Smettila! Smettla-smettila-smettila!!" urlai, disturbando chi era accanto, dal momento che mi fulminarono con lo sguardo.

Louis ridacchiò.

"Te l'ho detto che non mi fermerò, finchè non ti vedrò proprio di fronte a me, Luce." disse, facendo un altro passo per strada, molto più vicino alle macchine.

"NO!" urlai, balzando in piedi, lasciando delle banconote sul tavolo, per non farmi disturbare dalla cameriera che sembra già stronza di natura.

"La smetto?" mi stuzzicò, facendo un altro passo, avvicinandosi al traffico di automobili.

"SMETTILA!" Urlai per poi uscire dalla porta e avvinarmi a lui, tirandolo praticamente nuovamente verso il marciapiede.

"LOUIS, POTREI AMMAZZARTI IN QUESTO MOMENTO!" urlai, battendo le mani contro di lui, infuriata. "Potevi morire!"

Louis non rispose, ma mi strinse in un caloroso abbraccio.

"Non farmi più una cosa del genere!" mi rimproverò, staccandosi un pò da me per guardarmi.

"Perchè cavolo sei venuto qui?" gli urlai contro, adesso furiosa, dal momento che aveva appena provato a 'SUICIDARSI' nel bel mezzo di New York City.

"Sono venuto qui, perchè non...non volevo lasciarti qui da sola." ammise, evitando di guardarmi negli occhi.

Incrociai le mie braccia.

"Louis, so perfettamente badare a me stessa. Non sono più una bambina. Non ho bisogno di te..."

Mi guardò infuriato.

"Non hai bisogno di me? Se non fosse per me, dove sareste state tu e Bella in questo momento, eh? Mi sono preso cura di ENTRAMBE, quando Harry se ne andò. Io sono rimasto per te."

"Lo so e non ho idea del perchè l'ho fatto. Penso che tu abbia solo perso tempo. Addio, Louis." dissi.

Volevo andarmene, ma lui mi strinse per il polso.

"No! Tu non scapperai un'altra volta. Lucy, sono rimasto, perchè tu sei...tu sei tutto per me. Io ti amo e lo sai. Ti ho amato PER ANNI, molto prima che tu e Harry vi conosceste e sono rimasto anche dopo, E...ho bisogno di te. Ho preso l'aereo subito dopo il tuo, perchè non posso stare in un posto...senza averti intorno, mi sento...dio...mi sento perso. Non puoi scappare via da me, ti prego. E' già troppo per me non vederti quando siamo in tour e abbandonarmi, fa malissimo..." disse lui.

Mi strinse le mani tra le sue, guardandomi dritto negli occhi. Avevo...visto rarissime volte Louis così...determinato, ma mai come lo era in quell'istante. Mi aveva seguita pure in UN ALTRO PAESE e mi aveva cercata in questa grande città, per dirmi che mi amava...questo voleva dire QUALCOSA!

"Lou...io non ho idea di cosa fare." ammisi.

Mi prese il viso tra le sue mani e me lo accarezzò con i pollici.

"Quindi vuoi che io resti qui per aiutarti?"

Annuii, sentendomi come una bambina. Per l'ennesima volta, Louis mi stava facendo uscire dai casini.

La gente conosceva Louis come il pagliaccio della band, ma oltre a questo, lui era una delle persone più mature che avessi mai conosciuto nella mia vita.

"Come farò con harry...?" chiesi.

La mascella di Louis s'irrigidì, ma poi si calmò.

"Lui non è qui, adesso...ma io si." disse semplicemente per poi avvicinarsi a me e baciarmi.

E per la prima volta, dopo tanto tempo, riuscii a lasciare fuori dai miei pensieri Harry.

Era come se mi fossi tolta un peso. Mi sentivo leggera e felice. E stranamente, non in colpa.

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TADAAAAAAAAN! 

Cambieranno tante cose. O meglio, stanno cambiando un pò di cose.

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Detto questo,

AL PROSSIMO CAPITOLO>>>>>>>>>>>>>>>>>

Dancing Styles (traduzione italiana) .EDITING.Where stories live. Discover now