13. 𝘗𝘰𝘮𝘦𝘳𝘪𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘎𝘦𝘳𝘣𝘦𝘳𝘦

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Le nuvole ed il grigio erano calate in modo irruente sul cielo di Nefedar da due giorni a quella parte, il vento scompigliava gentilmente i capelli e tutti i presenti erano stretti in abiti scuri in cui si sentivano a disagio e profondamente addolorati, senza sapere cosa pensare.

Bloom e Sky si tenevano la mano, con loro c'erano Re Oritel e la Regina Marion, con Daphne e Thoren, gli ex Sovrani di Eraklyon, Erendor e Samara che ascoltavano in silenzio e sguardo basso il discorso dei genitori di Stella, vecchi amici dei defunti Sovrani di Nefedar, la coppia era in piedi in mezzo al prato verde scuro; nel mezzo del giardino del Palazzo Reale, i funerali, nella Dimensione Magica erano diversi da quelli che Bloom aveva conosciuto in tenera età quando viveva con Mike e Vanessa.

Coloro che partivano per il lungo viaggio senza tornare venivano trasformati in alberi e spesso, se li si ascoltava in silenzio, si potevano udire nei loro sussurri o nel rivolo di vento che muoveva le loro foglie, le storie della loro vita, storie di coraggio, amore e fantastiche avventure.

La Principessa di Solaria aveva le labbra serrate e qualche volta lanciava sguardi rammaricati ad Aisha che era al suo fianco con i suoi genitori.

Nex, Timmy, Brandon, Tecna, Musa e Flora si erano accomodati nella platea lontani dai Reali perché appunto, nelle loro vene non scorreva sangue blu, Helia invece si trovava dietro suo nonno, dove c'erano anche Faragonda, Griffin e Codatorta, ed il Preside di Lynphea, Guru, suo zio.

"Re Nitrum e la Regina Kaya si sono ricongiunti con le stelle cercando di proteggere la Dimensione Magica, tutti noi, la loro bontà d'animo non verrà dimenticata ne tantomeno lasceremo che la loro ideologia sulle forze del male vada perduta, è il modo migliore che abbiamo per ricordarli."

Flora cercò lo il volto di Helia tra la folla mentre ricordava all'espressione abbattuta e di dolore sulla faccia di Codatorta che l'aveva fatta trasalire il giorno in cui gli vide stringere tra le dita la corona del defunto Re talmente forte che le nocche gli divennero bianche, quando la fata trovò il ragazzo in quella giungla di corpi scoprì che lui la stesse già guardando, le fece un sorriso rassicurante e si asciugò le mani sudate per l'ansia sul vestito nero che indossava.

A breve sarebbe toccato a lei compiere la metamorfosi della coppia di sposi che giacevano su letti di pietra perfettamente levigati e intarsiati, sembrava marmo, erano coperti da una moltitudine di fiori delle più svariate specie e colori, gigli gialli e rosa, anche arancioni, rose rosa e bianche ed anche crisantemi bianchi, rossi e fucsia, Flora tra le mani tremanti teneva strette delle profumate gerbere.

C'erano due cose che la fata della natura odiava un po' più delle altre. I funerali. Poi, i fiori per i funerali, perché erano pochi, il loro colore quasi stonava con il dolore dei cari riuniti per piangere la scomparsa di coloro che amano e perché quando ti ritrovi con una gerbera o un crisantemo in mano chiunque li veda mostra pietà e sguardi colmi di cordoglio e dispiacere. Anche se la gerbera non sempre però giungeva per salutare una persona amata che parte per non fare più ritorno. Per quanto fossero belli, quei fiori non avrebbero risollevato di un solo centimetro il morale di tutte quelle persone col cuore spezzato e martoriato dall'assenza che li seguiva come ombre.

"Ed è per questo che tutti noi ci uniremo, combatteremo, per dare giustizia ai nostri amici che ci hanno lasciato troppo presto e che hanno fatto tutto ciò che era in loro potere, per impedire alle forze del male di progredire..." Flora si perse il resto del discorso distraendosi, il cielo plumbeo sopra di loro annunciava pioggia e sospirò ricordandosi di non avere l'ombrello, dopotutto erano ai primi di Maggio, ma il tempo fuori rispecchiava perfettamente come si sentiva dentro.

La voce musicale di Musa la riportò bruscamente alla realtà, al funerale, "Flora, tocca a te" bisbigliò dandole una piccola spintarella alla schiena, "oh, uhm, si" la fata si mosse lentamente, incrociò lo sguardo con Re Radius e la Regina Luna che le sorrise bonaria con occhi strizzati e Flora si sentì immobilizzare dall'ansia, fece un bel respiro e si fece strada nel piccolo corridoio tra le due figure distese, lasciò sul loro petto le gerbere e indietreggiò fino a torreggiare le teste che prima indossavano corone scintillanti, sollevò di poco le braccia e prima di chiudere gli occhi vide Helia sollevare un angolo delle labbra, la guardava con occhi che strabordavano di amore.

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐔𝐑𝐕𝐈𝐕𝐎𝐑: 𝐋𝐄𝐆𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐀𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐓𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐎Where stories live. Discover now