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zayn's pov

Ormai sono lei sei del pomeriggio, fuori è già buio e sta nevicando, la strada è illuminata dai lampioni.

Abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata, giusto per respirare un po' d'aria fresca.

Ci copriamo, indossando cappotto, cappello e sciarpa, le strade sono innevate e non vogliamo prenderci l'influenza durante le vacanze.

Usciamo di casa e ammirando ciò che ci circonda facciamo una passeggiata, fino a quando non vedo dall'altro lato della strada, seduta a terra, una bambina.

«Ehi Haz» richiamo il mio compagno.

«Mh?» chiede.

«guarda là» gli indico la bambina, «la vedi?» domando in seguito.

«Si, si sarà persa o qualcosa del genere, andiamo a vedere» mi risponde, prendendo per mano nostra figlia ed attraversando la strada.

Arrivati dall'altro capo, noto che indossa un pantalone ed una maglietta leggera, abiti non adatti a questo periodo dell'anno.

Mi avvicino cautamente e quando sono a pochi passi di distanza capisco che sta tremando.

Faccio qualche altro passo e lei, alza lo sguardo, puntando nei miei occhi i suoi, che esprimono terrore.

È molto piccola, avrà tre o quattro anni.

Si alza velocemente da terra, indietreggiando, solo che il pavimento è ghiacciato e dopo poco scivola a terra.

Si tira su dolorante, toccandosi il sedere, ha gli occhi lucidi ma da essi non esce neanche una lacrima.

«Non fatemi male, vi prego» sussurra.

«Tranquilla, non vogliamo farti nulla, come mai sei qui tutta sola?» le domanda Harry.

«I-io.. abito qui» abbassa la testa alle ultime due parole, come se si vergognasse.

Io e mio marito ci scambiamo uno sguardo e quando ripunto gli occhi sulla bambina la trovo seduta a terra.

Sento qualcuno toccarmi la spalla e girandomi vedo Sofia che vuole dirmi qualcosa.

«Papà, è sola, non possiamo portarla a casa nostra?» mi chiede ma né io, né Harry le rispondiamo.

Riguardo la bambina a terra.

«Ho tanto f-freddo» dice portandosi le ginocchia al petto, cercando di scaldarsi da sola.

Ha ragione mia figlia, non possiamo lasciarla qui, è piccola, sola ed indifesa.

Lentamente vado accanto a lei.

«Ti va di venire a casa nostra? Così ti scaldi un po', si?» le domando con tono dolce.

«mi promettete che non mi fate male?» ci chiede ed annuiamo.

Lei si rialza da terra ed io mi tolgo il cappotto, mettendolo alla piccola.

«Prenderai qualcosa così!» esclama mio marito.

«Ne ha più bisogno lei, Harry» rispondo io, allacciandole la cerniera.

Sofia fa un gesto che non mi sarei mai aspettato facesse, si toglie il cappello e lo mette delicatamente sui capelli biondi della bambina.

Però le va un po' grande, infatti le copre anche gli occhi, così glielo tiro un po' su in modo che possa vedere la strada.

Do' un bacio sulla fronte a mia figlia, è stato un bellissimo gesto altruista.

Dopo pochi minuti la bambina, di cui ancora non sappiamo il nome, si ferma, con il fiatone.

Non so da quanti giorni sia in quella strada, ma deve essere molto stanca.

«Ti fanno male le gambe?» le chiedo ed annuisce.

«Ti prendo un po' in braccio, mh?» faccio in seguito.

La sollevo e non pesa molto, mi ricorda Sofi il primo giorno che l'abbiamo vista in quell'orfanotrofio e deciso di portare a casa con noi.

Appoggia la testa sulla mia spalla e chiude gli occhi.

«Come ti chiami?» le chiede mia figlia, che sta passeggiando accanto a me, mentre Harry è di qualche passo più avanti.

«Alyssa» le risponde, facendo un sorriso che si spegne dopo qualche secondo.

Vorrei sapere che cosa le passa per la mente.

Si riappoggia a me e chiude gli occhietti.

Quando arriviamo a casa si è già addormentata ormai da un pezzo, così, dopo essermi tolto sciarpa e cappello e averle tolto, cercando di non svegliarla, il cappotto, mi siedo sul divano.

Devo svegliarla e mi dispiace farlo, sembra così serena mentre dorme, ma non può rimanere con i suoi vestiti bagnati, anche se abbiamo acceso il riscaldamento starebbe male comunque.

Mia figlia con il telefono si dirige subito in camera sua, mentre mio marito si siede di fianco a me.

«Dovrei svegliarla e farle il bagnetto» gli dico.

«Sì, intanto vado al negozio d'abbigliamento qui sotto casa e le prendo qualche vestito» mi risponde, per poi stamparmi un bacio sulle labbra.

Gli sorrido e poi, faccio una carezza sulla guancia di Alyssa, che apre gli occhi, azzurri come il mare, e prende la mia mano tra le sue manine, che sono gelide.

Tiene la mia mano sulla sua guancia, come se volesse che questo piccolo gesto di affetto non finisse mai.

Sento qualcosa di bagnato e quando la guardo negli occhi noto che è in un mare di lacrime.

«Sh, piccola non piangere» la consolo e dopo un po' smette.

Mi alzo, tenendola ancora stretta a me, e vado verso il bagno.

«Facciamo il bagnetto, va bene?» la informo.

«Sì, va bene» mi risponde e così l'aiuto a togliersi i vestiti e si siede nella vasca, piena di bolle.

Mentre le insapono i lunghi capelli biondi lei scoppia le bolle che stanno nell'acqua.

Finisco di lavarla e poi entra in bagno Sofia con in mano un paio di leggings neri e una felpa che ha sopra disegnato un fiocco di neve glitterato.

«grazie amore» le dico alzandomi e asciugando le mani nell'asciugamano per prendere i vestiti.

«prego papà, papi mi ha detto di dirti che quando hai fatto vuole parlarti» mi risponde ed annuisco.

Prendo in braccio Alyssa e l'aiuto ad indossare l'accappatoio, poi le asciugo i capelli.

Una volta asciutta la faccio sedere sopra la lavatrice e le metto i vestiti nuovi.

Poi, la rimetto a terra e andiamo in camera di Sofia.

«Sofi, amore, mentre vado a parlare con papi guardi tu Aly?» le chiedo.

«certo, tu vai» mi lancia un bacio ed esco dalla stanza, dirigendomi verso quella mia e di Harry.

𝒁𝒂𝒓𝒓𝒚'𝒔 𝑭𝒂𝒎𝒊𝒍𝒚Where stories live. Discover now