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harry's pov

È passata ormai una settimana.

Tra poco io e mio marito andremo all'orfanotrofio a prendere la bambina.

«Eccomi, sono pronto» scende dalle scale, sistemandosi i capelli.

Così annuisco, prendendo il peluche comprato da noi giorni prima, spero le piaccia.

Usciamo di casa e andiamo verso il garage.

È sabato mattina, le bambine non hanno scuola ed ora sono dai nonni.

Zayn si mette alla guida, mentre io osservo fuori dal finestrino, pensieroso.

Ho paura che lui possa non accettare Anastasia, non voglio che veda il tradimento ogni volta che guarda quella bambina.

«Che hai?» mi domanda.

«Tu sei sicuro che vada bene prendere quella bambina con noi?» gli chiedo, girandomi verso di lui.

«È tua figlia, nostra figlia.
Ha bisogno d'amore e noi glielo daremo, è solo una bambina innocente» mi risponde, strappandomi un sorriso.

Senza rendercene conto siamo arrivati alla struttura, così scendiamo e camminiamo fino ad arrivare ad un portone decorato da disegni fatti da dei bambini.

Suoniamo il campanello e ci viene ad aprire una signora sulla sessantina.

Ha i capelli a caschetto biondi e gli occhi marroni, contornati da molto trucco.

«Sono il signor Styles, il padre di Anastasia» la informo.

Lei annuisce.

«Seguitemi, vi porto dalla bambina» ci dice e così facciamo, fino ad arrivare davanti ad una porta.

«Intanto venite a firmare i fogli per l'affidamento» così andiamo fino ad un piccolo studio, in cui ci porge delle carte.

Le prendiamo ed iniziamo a firmarle tutte e poi gliele riconsegniamo.

«Congratulazioni, state diventando padri di quella meravigliosa bimba» si congratula e le stringiamo la mano.

Poi torniamo alla stanza di prima ed apro lentamente la porta.

Noto a terra, con in mano un peluche, una bambina mora con gli occhi azzurri che gioca teneramente.

«Ti assomiglia molto, sai» mi sussurra mio marito in un orecchio e automaticamente un sorriso compare sul mio viso.

Ha ragione, sembra una mini me e poi penso abbia una passione in comune con Sofia, quella dei pupazzi.

La guardo da capo a piedi e dopo pochi secondi si gira verso di noi e ci squadra.

«Ciao Ana, loro sono i tuoi papà» la bambina, con il ciuccio in bocca, si limita ad osservare la donna.

«Non parla molto, a dire il vero penso di aver sentito la sua voce solo una volta» dice rivolgendosi a noi ed annuiamo contemporaneamente.

𝒁𝒂𝒓𝒓𝒚'𝒔 𝑭𝒂𝒎𝒊𝒍𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora