18.

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harry's pov

Due settimane dopo.

Oggi sono a casa da solo con Summer, dato che inizierà l'asilo la prossima settimana.

Però, tuttavia, ancora non sono riuscito ad instaurare un rapporto con lei, passa la maggior parte del tempo ad evitarmi.

Mi parla solo per il minimo indispensabile.

Oggi vorrei portarla a fare una passeggiata, voglio farmi perdonare, non sopporto di vederla così distaccata da me mentre con gli altri componenti della famiglia ride e scherza sempre.

Persino con Alyssa è molto legata.

«Sam» richiamo la sua attenzione e lei si gira verso di me, facendomi cenno di parlare.

«Vieni, sediamoci sul divano» le dico, sedendomi, e lei si mette di fianco a me, mantenendo una certa distanza.

«Ti vorrei portare in un posto, è una sorpresa..» le rivelo ma lei inizia ad impanicarsi.

«Per favore.. io non ho fatto niente, Harry» va sulla difensiva e capisco subito a cosa stia pensando.

«No no, piccola. Non voglio riportarti lì, volevo andare a fare una passeggiata e prendere un gelato con te» ammetto e le spunta subito un sorrisino in volto.

«Va bene, mi vado a preparare» mi dice eccitata, correndo su per le scale.

«Stai attenta a non cadere!» la sgrido ma non mi da minimamente ascolto.

Io sono già pronto, così passo una decina di minuti ad aspettarla.

Appena scende giù la prendo per mano ed usciamo di casa.

Camminiamo per il parco e noto che lei si guarda intorno estasiata.

«È bellissimo, non avevo mai visto così tanti giochi!» esclama, indicando lo scivolo e le altalene.

«Vuoi andare a fare lo scivolo?» le chiedo e lei annuisce freneticamente.

«Dai vai, io mi siedo su questa panchina» la informo, lasciandole la manina.

Così lei corre e va a giocare.

Dopo una mezz'oretta ritorna da me.

«Ho fatto amicizia con una bambina, spero che sarà in classe con me all'asilo..» mi dice.

«Come si chiama?» le domando.

«Non lo so, suo padre l'ha chiamata perché dovevano andare via e non ho fatto in tempo a chiederle il nome, però ha cinque anni come me» mi risponde, mentre noto che non sta guardando me, ma bensì dietro di me.

Mi giro e noto il chiosco di gelati.

Se c'è una cosa che ho capito in queste settimane è che Sam è una bambina estremamente golosa, mangia qualsiasi cosa.

«Dai, ti porto a prendere un bel gelato» le dico e le si illuminano gli occhi.

Lei prende una coppetta ed io un cono.

Così, ce li gustiamo mentre passeggiamo per ritornare a casa.

Quando finiamo li buttiamo in un cestino che troviamo vicino al marciapiede.

«Mi sono divertita tanto questa mattina» mi sorride, così avvicino una mano alla sua guancia per farle una carezza ma lei si ritrae.

«Sam, non ti voglio fare del male.
Io ti proteggerò, sei mia figlia.
E mi dispiace tanto per quello che ti ho fatto passare, non me lo perdonerò mai, però prova a fidarti di me, mh? voglio essere un buon padre» le dico e lei annuisce.

«Ti voglio tanto bene» con quattro parole che a primo impatto sembrano così banali, il mio cuore si scalda.

È troppo dolce, non so che ho fatto per meritarla.

Così l'abbraccio forte e lei ricambia.

Poi torniamo a casa e decidiamo di fare una torta, che alla fine viene un po' bruttina, ma l'importante, si sa, è l'ingrediente al suo interno, l'amore.

Spazio Autrice💖:

Come state? Tutto bene?

Ditemi che ne pensate nei commenti.

𝒁𝒂𝒓𝒓𝒚'𝒔 𝑭𝒂𝒎𝒊𝒍𝒚Where stories live. Discover now