Diciannove

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Arrivò il giorno della puntata.
Ero seduta come sempre fra Mida e Nicholas e battevo il piede coperto dalle mie sneaker della Nike contro il pavimento.

Tutta la puntata scorse davanti ai miei occhi ma non ci feci troppo caso, non lo feci nemmeno quando toccò a me cantare.

Non volevo cantarla quella canzone, con me non c'entrava niente, mi vergognavo di quello che ero riuscita a fare e l'ultima cosa di cui sentivo il bisogno era rendermi nuovamente ridicola davanti a tutti perché la mia professoressa mi assegnava canzoni una più distante dell'altra da me e dalla mia personalità di cantante.

Non arrivai ultima solo grazie ad Holy.
Fu l'ennesima volta per lui e a sorpresa di tutti, compreso il rosso, Anna decise di eliminarlo.
Così, di botto, dopo aver passato giorni e giorni a spronarlo nel fare di meglio, l'aveva abbandonato a sé stesso per dirgli che forse sarebbe stato meglio per lui tornare a casa piuttosto che rimanere lì a continuare a dare forse l'un percento di quello che avrebbe potuto fare e dare.

Lo salutammo tutti, Mew e Matthew piansero, seguiti poi da Ayle.
Sapevano che i due avevano legato ma non credevo così tanto.
Holy passò da tutti i professori per dargli l'ultimo saluto di congedo e se ne andò ridendo, così come era entrato.
Sorrisi guardandolo.
Era uscito da vero punk ed eravamo tutti fieri di lui.

Anna chiamò una ragazza per entrare ed esibirsi sul palco.
Chiese l'ammissione di un nuovo banco, l'entrata di questa Martina avrebbe sostituito l'uscita di Francesco.

Martina camminava fra il palco con la sua voce da Whitney completamente controllata.
Era alta, bella e sopratutto aveva i capelli castani e super ricci come li avrei sempre voluti io.
Doveva entrare così potevo chiederle se me li poteva trapiantare sulla mia testa bacata.

Martina entrò ufficialmente nella scuola e andò a sedersi vicino a Mew mentre io dall'alto continuavo a fissarle la chioma.
Il nuovo idillio dopo la disgrazia durò circa sei secondi perché dopo la nuova entrata, Maria decise di parlare dei fatidici duetti che avremmo dovuto prepare durante la settimana.

Tutti sapevamo qual era la situazione dei duetti: praticamente nessuno l'aveva portato davvero a termine.
Io e Mida non eravamo riusciti a concluderlo, più per nostra scelta che per il tempo a disposizione perché se avessimo voluto probabilmente lo avremmo anche portato a casa in modo discreto, per gli altri era più o meno la stessa storia, a parte per Sarah e Mew che a quanto pare erano riuscite a concludere il compito.

"Io sono estremamente delusa da voi, sopratutto sapendo che siete completamente in grado di auto gestirvi" le labbra di Lorella si aprivano molto quando era arrabbiata.
Avrei capito le sue parole solo dal labiale, scandiva così bene che in quei momenti avrei potuto essere benissimo sorda.
"Lo avete già fatto ragazzi, dai!"
I suoi capelli biondi e boccolosi si muovevano insieme alla sua testa.
Mi venne in mente il video di lei che diceva a NDG, nell'edizione passata, di fare due ore di palestra tutti i giorni.
C'era la stessa intensità nei suoi occhi chiari.
"Chiaramente voglio che la prossima settimana voi due abbiate pronto un duetto, che non deve essere Pretty Young Thing. Dovete ripartire da capo. E vi verrà tolta la possibilità di usare il cellulare alla sera."

Dischiusi le labbra e scossi la testa.
"Cosa c'è Amen?" Chiese Maria ma lo chiese con quel suo tono freddo poco incline all'ascolto.
Cosa me lo chiedeva a fare allora?
"Possiamo farlo anche adesso il duetto, non è un problema. Ma non potete toglierci il cellulare."
Lorella tornò presente nella discussione, "userete quel tempo senza cellulare per parlare di più, dato che pare che non siete in grado."
In quell'ora avremmo saltato e ballato insieme così da sentirci più uniti, poi avremmo fatto la cabala e ci saremmo letti le carte, alla fine di tutto ci saremmo confessati i nostri segreti più profondi e nascosti.
"Io vorrei avere la possibilità di sentire mia madre. Mi va bene non avere il cellulare ma no, non sentire mia madre."
Io al fianco di Mida annuivo energicamente.
Potevo non usare twitter per sette giorni, era fattibile ma mi rodeva che per un compito, che comunque avremmo potuto fare in puntata, mi toglievano la possibilità di sentire la mia famiglia.
Preferivo alzarmi alle quattro e fare come quei tizi strani dei podcast che dicono d'essere diventati uomini d'affari solo grazie alle alzatacce piuttosto che non sentire mia madre o mia fratello.
"È deciso ormai Mida, basta" la voce di Lorella si alterò. Era infastidita dalle nostre riprese ma noi eravamo infastiditi da quella punizione totalmente esagerata rispetto alle nostre colpe.
Sbuffai e misi le braccia conserte contro il petto.
"Cosa c'è ancora?"
Guardai la Cuccarini che spazientita aveva lo sguardo diretto verso di me e il mio compagno di banco.
Cosa ce lo chiedeva a fare? Tanto sapeva che eravamo infastiditi quanto lei da tutta quella situazione.
"Mi sembra una punizione ingiusta" borbottai.
Se ci fosse stata una cabina telefonica avrei utilizzato quella per chiamare a casa ma ne eravamo sprovvisti.
"Lo sarebbe stata se voi aveste fatto il vostro dovere ma a quanto pare non siete in grado."
Scossi la testa, eravamo in grado. Lo avremmo fatto se non ci fosse stata di mezzo quella complicazione.
"Possiamo almeno avere la possibilità di sentire le nostre famiglie?" Propose Christian, molto più diplomatico di me che mi stavo limitando a sbattere i piedi per terra e lamentarmi come una bambina.
Lorella scosse la testa.
Era irremovibile.
Maledetta.

Paris Latino - Mida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora