Welcome back Marisa

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Mia madre ci ha degnato della sua presenza per pranzo, miracolo.

«Ragazzi, avete programmi per stasera?.» Mike ci fa questa domanda e io guardo i fratelli Wood.

«Io no.» rispondo.

«Nemmeno noi.» risponde Alexander per i suoi fratelli.

«Perfetto, perché stasera torna Marisa e avevamo intenzione di farle una festa, per dirle "bentornata" in grande stile.» annuiamo e continuiamo a mangiare.

«Mike io ti faccio sapere, perché devo controllare anche qualche scartoffia, spero di riuscire a finire in tempo.» ci credete che ancora non so quale lavoro svolge mia madre?

«Non preoccuparti, per stasera ritieniti libera, ci pensiamo domani.» mia madre gli sorride.

«Ma io non capisco, ti fa da segretaria?.» sento Noah sussurrare queste parole al padre, visto che l'ho di fronte, e vedo Mike annuire.

Ecco, l'abbiamo scoperto.

«Kyla come va a scuola?.» mi giro di scatto quando sento mia madre fare questa domanda.

«Woe, mi stupisce come tu te ne sia interessata adesso, sai è iniziata da un bel po'.» lei abbassa gli occhi.

Ed ecco che i soliti sensi di colpa si fanno sentire.

«Scusa...hai ragione, il lavoro è più importante. Comunque bene, ho fatto amicizia.» lei annuisce.

«E ancora non l'hai trovato un fidanzato?.» scuoto la testa in segno di negazione.

«Però c'è un ragazzo della nostra classe che le gira intorno, si chiama Brandon.» Noah mi sorride.

Oh cielo, ci risiamo.

«Non mi gira intorno, siamo amici, è ovvio che passiamo del tempo insieme.» spiego tranquillamente.

Guardo Alexander che ha assunto un espressione in volto, come se volesse comunicarmi un "te l'avevo detto" riferendosi al discorso dell'altro giorno.

«Spesso le amicizie possono trasformarsi in altro, io e tuo padre eravamo amici prima, poi ci siamo sposati.»

«E poi vi siete separati.» ribattiamo all'unisono io ed Eva.

«Eva, per piacere.» Mike prova a bloccarla.

«Non dovete parlare di quell'essere schifoso in mia presenza, sono stata chiara?.» queste parole le rivolge a Mike ma sono anche per mia madre.

«Non davanti ai ragazzi, sono discorsi privati.» li riprende mia madre.

«Insomma, mi volete spiegare?.» chiedo, incrociando le braccia al petto.

«Poi ne riparliamo.» mia madre chiude il discorso come se non fosse successo nulla.

«D'accordo mamma, continua a tenermi allo scuro di tutto, come se fossi un'estranea.» mi alzo ed esco fuori di casa.

Rimango in giardino, nel retro della casa.

Sono qui solo da cinque minuti e mi sento già meglio, l'aria era diventata irrespirabile lì dentro.

Faccio un respiro profondo e poi sento dei passi molto vicini.

«Chiunque tu sia, vattene perché voglio stare sola.»

«Tornado, fammi spazio.» quando sento la sua voce, mi sposto dal centro del muretto, lasciando lo spazio a destra.

«La odio.» pronuncio.

«Non è vero, e lo sai benissimo.» mi rigiro l'elastico al polso, tirandolo di tanto in tanto, provocando una piccola linea rossa.

Lui mi prende l'elastico e lo mette nel suo polso.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora