Finally you came back.

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Alexander mi ha riaccompagnata a casa e ha deciso di restare a sua volta.

Non so se questo significhi qualcosa anche per il nostro rapporto, fatto sta che sono passati già due giorni e io e lui sembriamo essere quelli di sempre.

Ci stuzzichiamo di continuo, e le occhiate di sfuggita non accennano a fermarsi.

«Buongiorno.» entro in cucina, già pronta per andare a scuola.

Ancora Noah e James devono mettersi la camicia.

«Coprite le vostre nudità e andiamo a scuola o ne avete ancora per molto?.» bevo un bicchiere di succo sotto i loro sguardi assonnati.

«Avete fatto nottata?.» chiedo, poggiandomi poi con la spalla al frigo.

«Karol ci ha chiesto aiuto per organizzare la festa di stasera nei minimi dettagli.» annuisco alle parole di James e il mio sguardo scatta sulla persona che fa il suo ingresso in cucina.

Alexander.

Sento il cuore andare più velocemente.

I nostri sguardi si incrociano e tutto sembra passare in secondo piano.

«Buongiorno Alexander.» dico posando il bicchiere sul tavolo.

Lui mi lancia un'occhiata che corre dalla testa ai piedi.

«Buongiorno, tornado.» i suoi fratelli vanno a vestirsi e rimaniamo soli.

«Dovremmo parlare.» dice, versandosi l'acqua nel bicchiere.

«Parlare? e perché mai?.» mi avvicino al suo corpo, mentre lui sta seduto.

Lui avvolge una mano attorno al retro della mia coscia, quasi vicino al ginocchio.

Mi inizio a sciogliere.

«Perché mi sto rendendo conto quanto tu mi stia fottendo il cervello anche da lontano, e sto iniziando a perdere l'autocontrollo.»

«Ti ricordi vero che tutta questa situazione è nata a causa tua?.» gli ricordo, ma nel mentre mi aggrappo con le mani al suo collo nudo.

«E' nato tutto per colpa di terze persone. Ti prometto che ti dirò tutto quello che è passato per la mia testa malata e che mi ha portato ad allontanarmi.» provo a replicare, ma quando sento le voci dei restanti Wood farsi più vicine, mi allontano istintivamente.

«Ne riparliamo?.» mi chiede, e io mi ritrovo ad annuire.

Mi destabilizza, cazzo.

«Possiamo andare?.» Noah sbadiglia e nel mentre mi rivolge questa domanda.

Annuisco ma il mio sguardo è completamente volto ad Alexander.

***

«Ditemi che almeno per stasera non c'è un "tema".» mimo le virgolette dell'ultima frase e subito dopo entro in macchina, dal lato del passeggero.

«No, le abbiamo bocciato subito l'idea.» mi risponde Noah, portandomi ad annuire.

Finalmente arriviamo a casa e posso dedicarmi una lunga doccia ristoratrice.

«Kyla...» mi trovo davanti mia madre, subito dopo essere entrata in casa.

Cazzo.

«Possiamo-.» decido di bloccarla sul nascere.

«Non ho tempo per parlare per ora. Un'altra volta, ok?.» lei si ritrova ad annuire, anche se non vorrebbe e si vede.

«Va bene.» torna a sedersi, con il computer accesso davanti.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora