Two

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Taylor stava davanti al bar aspettando impaziente un ragazzo con la stessa voce, quest'ultimo subito dopo il pensiero, le mandò un messaggio.

"Sono davanti." Taylor alzò lo sguardo e si incantò a vedere due iridi marroni fissarla mentre la sua bocca era impegnata a giocare col piercing nero al labbro.

"Come ti chiami?" il ragazzo si avvicinò pericolosamente alla figura della ragazza che subito dopo, rispose il cellulare nella tasca del giubbino un pò corto nero.

"Taylor."
"Bene Taylor, io sono Tom." lei gli strinse la mano gigante rispetto alla sua, e dopo un breve contatto, entrarono nel bar sedendosi ad un tavolo qualsiasi.

"Perchè vorresti avere questo lavoro?" sul volto del ragazzo comparve un ghigno che fece innervosire molto di più Taylor.

Tom aveva capito che persona era.
"Per avere buone percentuali economiche." rispose lei fredda incrociando nervosamente le braccia portandole al petto.

"Non voglio sapere nient'altro, domani mattina alle nove e mezzo ti voglio puntuale." la ragazza sgranò gli occhi, era troppo presto per lei.

"Che dovrò fare?" Tom si limitò ad alzarsi e lasciarla sola mormorando "ci vediamo domani, Taylor." il suo nome lo pronunciò con sfida, la ragazza si pentì subito dopo di chiamare quel maledetto numero.
-
Il telefono suonava continuamente per indicare a Taylor che doveva alzarsi.
La ragazza, ormai sveglia dalle 6 del mattino guardò l'orario, erano le 9 e doveva sbrigarsi.

Si lavò a pezzi per poi infilarsi un paio di jeans a palazzo e un top a costine bianco con dei glitter sparsi qua e là.

Si infilò le scarpe e scese correndo verso l'attaccapanni, prese il suo unico giubotto nero e prese il bigliettino dal bancone della cucina, diretta verso l'indirizzo scritto su quest'ultimo.

Taylor arrivò poco dopo ma pensava di essersi sbagliata, riguardò un'altra volta il foglio mal ridotto e si maledì, l'indirizzo era giusto e preciso.

"Cazzo." mormorò lei osservando attentamente quella villa gigante, solo prato e marmo.
Suonò al campanello vicino alla porta, che venne aperta da un Tom con le treccine bagnate che facevano sgocciolare il suo petto, e un asciugamano in vita.

Taylor si coprì subito il volto con le mani ed entrò in casa.
"Non ci tengo a mostrarmi nudo da te." si levò lentamente le mani dal volto e vide la figura di Tom sparire dietro l'angolo del piano superiore.

Antipatico, pensò Taylor poggiando il suo giubbino sull'attaccapanni.
"Il tuo cappotto di merda non tocca il mio, poggialo sul divano e puliscilo intanto che mi cambio." Tom la stava osservando da quando aveva finto di essersene andato di sopra.

Ma in realtà, era attratto dai movimenti di Taylor e successivamente, dopo aver detto quella frase che fece ribollire il sangue nelle vene alla ragazza, rientrò veramente nella camera con un ghigno soddisfatto di averla fatta incazzare.

Il ghigno si allargò sempre di più quando vide la ragazza sul letto che si rimetteva i vestiti di ieri sera, soddisfatto di averla fatta godere per una buona ora intera senza stop.

The darkness shine for us- Tom KaulitzWhere stories live. Discover now