Capitolo Undici Parte Prima

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L'Embraer Lineage fendeva il cielo plumbeo con un sordo ruggito, sfidando il buio invernale con la sua imponente presenza. Il rombo possente dei motori permeava l'aria gelida, facendo vibrare appena l'abitacolo sotto la pressione dell'alta quota. Il cielo, avvolto nell'oscurità della notte, si stagliava sopra di loro come un esteso manto di velluto navy. Le nuvole argentee, schiarite dai raggi lunari, parevano dei leggeri batuffoli di cotone fluttuante.

I polpastrelli di Eris sfioravano veloci la tastiera del suo Apple grigio, danzando con abilità tra la moltitudine di fatture e gli svariati documenti di riconoscimento falsificati.
Un sospirò sfuggì dalla sua gola mentre rivolgeva un'ultima occhiata al suo Chopard da polso, che indicava le diciannove e sette minuti. Si portò le dita alle tempie pulsanti e iniziò a massaggiarle con dei movimenti circolari. Da ore, si destreggiava tra chiamate e coordinazioni a distanza per larvare l'omicidio di Roxanne Connell. 

Eris iniziò a tamburellare le falangi sulla lastra levigata del tavolo dove stava lavorando. «Roxanne Connell», pronunciò leggendo tra le striminzite didascalie segnate nella sua scheda personale.

Scappata dal Messico poco più che sedicenne, per sei lunghi anni, aveva trovato nel Red Tears un posto sicuro; un'oasi lontana dove potersi nascondere dagli abusi osceni del beone patrigno.

Però al Red Tears, ogni benevolenza era sempre accompagnata da un conto esorbitante da saldare.

Che fosse compensato con la carne o con il sangue, per Eris non faceva alcuna differenza.

Fin dal primo incontro, era stata una ragazza fragile e speranzosa di un futuro migliore, un'innocente luce che brillava nell'oscurità del suo mondo. Ma il fardello dei debiti e il disperato bisogno di un rifugio dove passare le notti cominciarono presto a gravarle sulle spalle; sopraffatta dalle sue paure e dalle debolezze, aveva imparato fin da subito a piegarsi al turpe volere di quegli uomini privi di taluna moralità. E, come tutte le altre nel corso del tempo, si era abituata alle botte e al sesso violento che era costretta a consumare contro il suo consenso. 

Al Red Tears, sotto il dominio di Eris, funzionava così. Chi non voleva sottomettersi, lasciava il locale chiuso in un sacco blu, con una pallottola conficcata nel cranio.

Con l'inganno di una mela dorata, le attirava nel suo cosmo machiavellico, sfruttando le loro fragilità umane per soggiogarle alla sua volontà.

Quello era il suo Modus Operandi.

Tremenda come il fuoco dell'Ades, tanto era il sangue versato sul suo capo.

Eppure, nonostante le costole fratturate, le ossa spezzate e i lividi sulla pelle, Roxanne non aveva mai osato aprir bocca. 

Fino al momento in cui non era caduta nella mani di Brandon C. Nall, che si era imputato il diritto di toglierle il respiro per un motivo ancora sconosciuto per Eris.

Era incazzata nera, non tanto per la perdita di una delle sue ragazze, ma per il danno economico e prestigioso subìto. La fine di Roxanne implicava un'urgenza significativa nel trovare una sostituta altrettanto adatta, disposta a sottostare alle sue regole senza troppe lagnanze. 

D'altronde, poco le importava; non era certo la prima volta, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima.

Per lei, ciascuna di loro era solo una pedina sacrificabile nel suo crudele gioco di potere. 

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