11. Nudo in ciabatte ✓

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Simone potrebbe essere morto. Ed è colpa mia.

Anche se probabilmente non era vero che fosse colpa sua, anche se probabilmente era solo una coincidenza, Tiziano non sarebbe mai riuscito a togliersi quell'idea dalla testa.

Improvvisamente Claudio artigliò la spalla di Tiziano, che si voltò a guardarlo: sembrava sconvolto. Non pareva essersi reso conto del gesto che aveva appena fatto, guardava dritto davanti a sé come in trance. Strinse Tiziano per qualche secondo, poi scattò verso la sala docce. La sala aveva una porta basculante, Claudio irruppe nella stanza gridando il nome dell'amico e la porta ondeggiò cigolando dietro di lui.

«Ma dove cazzo sei?!» urlò in tono stridulo.

Tiziano si avvicinò alla porta, le gambe molli per la paura, il conato di vomito che ancora viaggiava su e giù nell'esofago. Aprì e trovò Claudio in piedi davanti alla doccia con gli occhi sgranati. Il rubinetto dell'acqua era aperto, ma non c'era nessuno sotto.

Tiziano si guardò intorno: forse Simone si era accasciato in un angolo della stanza?

Poi si udì uno sciacquone scrosciare non si sa dove.

Un lampo di rabbia passò sul volto di Claudio. «Simone!» gridò, furioso.

Tornarono entrambi in spogliatoio, dove si aprì una seconda porta, seminascosta dietro le panchine sulla destra, e Simone emerse, nudo, in ciabatte, i capelli fradici e un asciugamano sulle spalle.

«Mi chiamavate? Che volete?» disse grattandosi la testa con aria annoiata. Sembrava sanissimo e decisamente non in preda a problemi neurologici di alcun genere.

Tiziano si appoggiò al tavolo in mezzo allo spogliatoio, tirando un vero sospiro di sollievo. Un sospiro profondo.

«Ma porc...» Claudio, invece del sospiro, tirò una bestemmia da scomunica immediata.

«Ohi, cosa...» Simone sgranò gli occhi, guardando alle spalle di Tiziano. «Cazzo!»  Si coprì la zona pelvica con le mani.

«Oddio, giuro che non ho visto niente!» gridò Karen. «No, non è vero l'ho visto. Merda, l'ho visto!» aggiunse a voce più bassa.

«Ma che ci fa una ragazza qui dentro?» Simone saltellava per l'agitazione e diventò all'istante rosso come i suoi capelli.

«Scusascusascusa» disse lei allontanandosi. «Nella concitazione generale sono entrata anch'io, vadovadovado» uscì dallo spogliatoio di corsa. «Bel fisico!» gridò dal corridoio.

Simone fece un sorrisetto imbarazzato guardando la porta da cui Karen era appena uscita. Sembrava assolutamente deliziato dal complimento della ragazza.

Be'? Conquistato da uno stupido complimento?

«Ma perché hai lasciato la doccia accesa?» gridò Claudio con un tono tra l'arrabbiato e lo spaventato, indicando la porta della sala docce.

«Ho lasciato...?» Simone tese l'orecchio e poi si diede un colpo in fronte. «Scusa, no, non so dove ho la testa oggi. È che mi scappava...» guardò la porta, probabilmente per controllare che Karen non fosse ancora nei paraggi, «...cioè, hai capito. No, mi sa che non sto tanto bene di stomaco, è per quello che prima non me ne veniva una.» Levò anche l'altra mano dalla zona pubica, tirò su l'asciugamani sulla cima della testa e cominciò a strofinarsi i capelli umidi.

«Tu e il tuo ictus!» Claudio tirò un calcio allo stinco di Tiziano.

«Ahi!»

«Non stai bene de stomaco, eh» disse Claudio, di nuovo rivolto a Simone. «Secondo te perché?»

L'ultimo desiderio (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora