23. Giallo ✓

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«Dimmi chi ti ha fatto bere! Rispondimi!» Claudio stava quasi gridando.

«Non ho bevuto» mentì Tiziano.

«Non dire fregnacce, cojone. Me piji pe' scemo?»

Simone mi ha detto che Claudio non deve sapere!

«Sto poco bene. Non ho bevuto.»

«Fiorelli', te risparmio la fatica: è stato Simone, vero?»

Come fa a saperlo? Tiziano scosse la testa e il mondo ondeggiò intorno a lui.

«Lo sapevo, cazzo...» disse Claudio, stringendo i pugni.

«Non è stato Simone. Simone sta...» mi viene da piangere «...pomiciando con Karen...»

«Lo so. L'ho visti che se infrattavano.» Claudio si morse un labbro. «Mi sembrava che fosse troppo disinvolto... cazzo! Che stupido!» Si batté le nocche sulla fronte. «La finisci de piagne?!»

In tutta risposta la crisi di pianto di Tiziano peggiorò.

Claudio chiuse gli occhi e fece un sospiro. Gli batté due pacche sulla spalla. «Daje, te accompagno a letto.»

«Anche tu?» disse Tiziano tirando su col naso.

«Anch'io cosa?» Claudio si alzò e gli tese una mano.

«Prima mi porti a letto, poi vai a pomiciare con Teresa?»

Claudio rimase qualche secondo immobile è sbatté le palpebre rapidamente. «No, Claudio, no» disse a sé stesso. «Non cercare una logica nei discorsi di un ubriaco. Non commettere per la centesima volta questo errore.» Poi, a Tiziano, porgendogli di nuovo la mano: «Arzate.»

Tiziano si tirò su. Ma lo fece con troppo slancio. Sentì lo stomaco ribaltarsi, si voltò più in fretta possibile e un fiotto di vomito gli uscì dalla bocca spappolandosi sulla ghiaia del cortile.

«Non hai bevuto popo 'n cazzo, eh? Che schifo.»

Tiziano si pulì la bocca col dorso della mano. Sputò. Sentì lo stomaco contrarsi di nuovo.

«No» disse un attimo prima di vomitare una seconda volta. Si appoggiò a una colonnina del porticato. Finito il conato, cercò di respirare piano.

Sto male. Simone è etero. E sono pure una pippa a calcio.
La vita è una merda. 

«Sono proprio una pippa...» disse.

«Quanto hai bevuto?» gli chiese Claudio.

«Tipo così» disse Tiziano allargando pollice e indice di circa cinque centimetri. «Più un sorso sexy.»

«Che cazzo è un sor...?» Claudio scosse la testa. «No, non voglio saperlo. Hai finito di vomitare?»

Tiziano annuì. «Credo.» Si pulì di nuovo la bocca con la mano. Raschiò la gola e scatarrò a terra.

«Fai rate*, cazzo.»

«Lo so...» disse Tiziano. Gli venne di nuovo da piangere.

«Ebbasta frignà, su! Ci hai popo la sbornia triste, tu.»

«Me faccio rate da solo...» Si sentì prendere per un braccio e si lasciò trascinare dolcemente verso la stanza. «Sono un incapace. Pure oggi. Se non era per il tuo... mmm... come si dice... quando mi hai leccato qui...» indicò la fronte. Oh, che bello che è stato quel momento... Il suo petto, le sue clavicole. Il suo odore. «Cosa stavo dicendo?»

«Gnente, stai a delirà. Occhio al gradino.»

«Ah, sì. Se non era per te ero eliminato. Anna mi aveva letto il numero! Ma ha le tette troppo grosse, capisci? Come si fa a non guardargliele?» 

L'ultimo desiderio (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora