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Mentre si dirigeva alla stanza di Simone, Tiziano era talmente scosso dalla stupida e insensata scenata di gelosia in cui si era appena esibito, che non riuscì pienamente a rendersi conto di ciò che stava per fare: testare la veridicità della sua ipotesi. L'ipotesi che Simone potesse avere un ultimo desiderio da esprimere.

Ma la sua mente tornava a Claudio. Sempre a Claudio.

Ho sbagliato.
Lui è stato sincero, stavolta. Voleva scopare, io ci sono stato, ci è piaciuto.
Contenti tutti e due.
Non si meritava quella scenata da femminuccia isterica.

Tiziano bussò alla porta della stanza di Simone, riluttante all'idea di vedere la sua faccia.

Ma ad aprirgli fu Stefano, visione che, se possibile, gli diede ancora di più il voltastomaco. Dietro di lui i suoi inseparabili compari: Paolo e Federico.

Stupendo. Mi mancava solo di incontrare i beta al completo per rovinare definitivamente la giornata.

«Oh... parli del diavolo: Fiorellino!» Stefano lo guardò con un'espressione quasi esaltata.

Parli del diavolo? Perché stavano parlando di me?

Decise di ignorare l'affermazione. «Cercavo Simone» disse lanciando un'occhiata dentro la stanza.

Paolo e Federico ridevano. Era una risata strafottente.

Mi stanno perculando, constatò mentalmente. Si lanciò un'occhiata ai pantaloni: ho la patta aperta?

No, niente patta. Indossava la tuta con cui aveva dormito.

Insieme a Claudio.

Non pensare a Claudio. Non è il momento.

«Vuoi anche Simone?» disse Stefano. «Ma sei proprio insaziabile!»

Paolo e Federico dietro di lui trovarono questa esclamazione divertentissima.

Tiziano per qualche secondo non capì. Poi un dubbio soffocante lo assalì.

Rivide l'ombra che aveva visto fuori dalla finestra quella mattina. L'ombra che aveva creduto essere il ramo di un albero mosso dal vento.

«N-non...» si fermò. Stava balbettando. Gli mancò il fiato.

No. Non ti imparanoiare. Non pensare subito al peggio.

Quello che aveva visto fuori dalla finestra era davvero un albero. Non era una persona. E chissà di cosa stavano parlando, adesso, i tre cretini.

«Sai dov'è?» Tiziano cercò di continuare tranquillamente con le sue domande.

«Senti un po'...» disse Stefano. Fece una smorfia, come se stesse trattenendo una risata. «Ma le pompe le fai pure, o te le fai solo fare?»

Per un attimo Tiziano comprese il significato del modo di dire "sentire la terra che manca sotto i piedi". Si sentì privo di appoggio, di punti di riferimento.

Paolo e Federico scoppiarono a ridere, e dopo pochi istanti si unì anche Stefano. Erano risate acute, scomposte.

Ci hanno visti!

Il suo primo istinto fu quello di negare. Negare l'evidenza. Il cuore, scosso dall'adrenalina, stava pompando via il sangue dal suo cervello. «Non so di cosa stai parlando» disse sentendosi quasi mancare.

«Fiorelli', è inutile» disse Stefano tra una risata e l'altra. «Abbiamo le prove!»

Tiziano cercò di mettere in ordine tutti i pensieri, più rapidamente possibile. Ci doveva essere una via d'uscita.

L'ultimo desiderio (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora