45. E improvvisamente, capirci ✓

13.8K 818 398
                                    

Tiziano chiuse gli occhi.

La sua mano era ancora premuta in mezzo alle gambe di Claudio.

Claudio tolse la sua, di mano, con cui stava tenendo ferma quella di Tiziano. E lui, per qualche istante, rimase paralizzato. Non riuscì a muoversi, fiatare, guardare.

Guardare quel ragazzo così bello e così eccitato.

La sua mano tremante pian piano perse contatto col corpo dell'altro. Avrebbe voluto allungarla di nuovo, toccarlo ancora, ma non ne ebbe il coraggio.

Troppi pensieri nella testa. Era sconvolto, oltre che eccitato, da quella rivelazione.

Claudio. Claudio i cui insulti preferiti erano "frocio" e "checca".

Claudio che lo prendeva in giro da mattina a sera, che lo chiudeva negli armadietti.

Aprì finalmente gli occhi, lo guardò. Claudio fece un debole sorriso, poi socchiuse gli occhi.

«Tiziano» disse. Pronunciò il suo nome con un tono di voce allo stesso tempo caldo e malinconico. «Secondo me la poi trovà 'na cosa bona, sotto 'sta valanga de merda che t'è piovuta addosso oggi. Che finalmente te poi levà quello stronzo da'a capoccia.»

Tiziano ascoltò senza rispondere, ancora confuso da quello che stava accadendo.

«Io mi rendo conto che non è facile, dopo che sei stato appresso a uno pe' du' anni, fasse passà tutto così, come se niente fosse... E credime, te capisco, te capisco benissimo, perché io, allo stronzo, je so' stato appresso da quanno ero alto così.» Claudio tese la mano davanti a sé, mimando un'altezza immaginaria, l'altezza di un bambino.

Anche lui? Anche Claudio?

«Quindi ci ho un po' de esperienza, in merito. E ce so' riuscito, alla fine.»

Tutto tornava. Tutto. La preoccupazione disperata di Claudio, i suoi sacrifici, la sofferenza che gli aveva letto sul volto.

Ho lasciato la mia ragazza perché ero innamorato di un'altra...

Solo che era un altro. Era Simone.

«E quindi... perché dovemo continuà a facce rovinà la vita da lui? Che cazzo stamo ad aspettà, Tizia'? Famosela 'sta scopata. O 'sta pomiciata, o quer cazzo che voi. Tu m'attizzi. M'attizzi 'na cifra, se lo voi sapè. E io pure t'attizzo.»

«Tu...» tentennò Tiziano.

«Nun me dì de no. Me ne so' accorto. Me ne so' accorto quanno m'hai spinto nell'armadietto. E quando ti sei eccitato mentre facevamo stretching. Non ti sei accorto che ero eccitato anch'io? E l'altra sera, dopo che t'ho fasciato la mano, stavo solo ad aspettà che me saltavi addosso. Ce sarei stato co' tutte le scarpe. E invece ha chiamato tu' madre rovinando tutta l'atmosfera...» Fece una risatina.

Quanto aveva desiderato baciarlo, quella sera...

«Oppure quanno stavamo fronte a fronte ad alce rossa, quanno te so' saltato addosso dietro ar cespuglio...»

«L'hai... l'hai fatto apposta? Tutte queste cose... Lo stretching, il ciuffo...»

Claudio rise. «Certo che le ho fatte apposta. Ma ti sembrano cose che un maschio etero potrebbe mai fare? Un coattone maschio alfa come me, poi... Mmmh, spingi di più» disse in un tono di voce fintamente eccitato. «Oppure... com'è che ti avevo detto... ah sì, te l'ho ciucciato bene, se famo in fretta rimane bagnato.» Rise.

«Io... cioè, avevo notato i doppi sensi, ma pensavo... pensavo che tu non te ne fossi reso conto.»

Claudio scrollò la testa e rise di nuovo. «Quanto sei rincoglionito, Tizià. So' er re delle battute e dei doppi sensi e secondo te nun me n'accorgo? Te volevo provocà. Pensavo che daje e daje avresti capito.»

L'ultimo desiderio (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora