39. Confessioni ✓

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La porta si spalancò rapidamente e non appena apparve in controluce l'alta sagoma di Claudio, Tiziano e Simone si separarono di scatto, ma il corridoio della stanza era stretto e finirono entrambi a sbattere, uno contro il muro, l'altro contro il letto.

Tiziano dava le spalle all'ingresso, non aveva il coraggio di guardare.

Claudio rimase in silenzio, per qualche secondo. Tiziano sentì la porta chiudersi. Rivoli di sudore gli rigarono la schiena, il sangue gli pulsava dentro le orecchie, ma poteva comunque udire il respiro ansimante di Simone.

Si lanciò un'occhiata in mezzo alle gambe.

Maledizione alla tuta, pensò, maledizione alla tuta che fa vedere tutto.

«Ok...» disse Claudio. Sembrava calmo. «Ok, ditemi subito che cazzo sta a succede.»

«Niente!» la risposta di Simone giunse con un po' troppa fretta.

«Tirala fuori immediatamente.»

«Che cosa?» chiese Simone.

I passi pesanti di Claudio che si avvicinava fecero vibrare le assi del pavimento. «La bottiglia!»

«Non stavamo bevendo, non... argh! Ti giuro!» protestò Simone.

Tiziano si voltò a guardarli, Claudio stava tenendo Simone per un polso e gli stava torcendo il braccio.

«Lascialo in pace! Non c'è nessuna bottiglia!» gridò Tiziano.

«E allora che cazzo...?» Claudio guardò Tiziano. Lo squadrò dalla testa ai piedi e lui istintivamente, spinse il fondoschiena all'indietro.

«Perché sembra che avete appena finito una maratona?» Claudio si fece incredibilmente serio. «Eravate... abbracciati quando sono entrato?» pronunciò la frase in tono interrogativo.

Tiziano scosse la testa, ma non ebbe il coraggio di mentire a voce.

«No, perché...» Claudio si voltò verso Simone. Sembrava incredulo, sollevò le sopracciglia.

Simone lanciò un'occhiata a Tiziano.

«Cosa...?» L'espressione di Claudio sembrava ferita, ora.

Stava capendo. E si sentiva tradito dall'amico, che evidentemente non gli aveva parlato di quello che stava vivendo in quei giorni. Ma come avrebbe potuto dirglielo? Claudio non avrebbe più smesso di prendere in giro Simone, se avesse scoperto cosa stava passando.

Figuriamoci. Uno i cui insulti preferiti sono "frocio" e "checca".

«Ancora quella storia?» disse infine Claudio, dopo una lunga pausa.

«Io devo capire.» Simone si portò una mano alla tempia.

«Te l'ho già detto che non c'è un cazzo da capire!» sbottò Claudio. «Sei tu col tuo cervello malato che pur di non mollare Beatrice e metterti con Karen ti fai venire le fisime gay!»

Tiziano rimase per qualche istante stupito dalla frase appena pronunciata da Claudio. Quindi Simone gliene aveva parlato?

«E tu!» si avventò su Tiziano, lo prese per la felpa e lo sbatté contro il muro, con tanta forza da togliergli il respiro per qualche istante. «Come puoi approfittarti di un ragazzo in chiaro stato confusionale!?»

Tiziano vide il suo pugno caricarsi e chiuse gli occhi aspettando l'impatto.

Sarebbe rimasto immobile. Se lo meritava.

Ma il pugno non arrivò.

«Non è colpa sua!»

Tiziano sbirciò la scena aprendo un occhio. Simone stava trattenendo Claudio.

L'ultimo desiderio (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora