22. Sotto esame

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L'esame consisteva nella simulazione di una missione d'esplorazione. Evander doveva entrare in una stretta camera, completamente ricoperta di schermi e di comandi. Oltre gli schermi c'erano gli esaminatori riuniti, invisibili a Evander. Fra di loro doveva esserci sicuramente l'endar, ma a lui non era dato saperlo. Sullo schermo comparve una breve spiegazione dell'esame e del contesto dell'esplorazione. Una complessa rete di intrecci di carattere politico ed economico fra cui trovare un equilibrio, ottenendo il massimo dall'esplorazione senza andare contro agli interessi governativi, pubblici ed economici. Un caso di ribellione da parte di un folto gruppo di veradriani del nord, intenti a impadronirsi del monopolio delle astronavi per sottrarle all'imperatore e agli endar. Un gruppo di aeronavi capitanate da lui con lo scopo di superare quelle dei ribelli impadronendosi per primo di un pianeta su cui si era trovata una miracolosa riserva di petrolio. Condizioni climatiche ed ambientali del pianeta di grande ostacolo per le manovre. E, infine, nientemeno che un ordine, arrivato all'ultimo secondo, da parte del capitano degli endar, di interrompere le manovre proprio nel momento in cui sembrava che la spedizione fosse riuscita nel migliore dei modi.

Fino a quell'ordine, la simulazione era andata perfettamente. Evander aveva agito dando prova di essere davvero nato per diventare capitano come aveva sostenuto di fronte all'endar con falsa arroganza. Ma, al momento dell'ordine, Evander capì che era ancora sotto esame e che il Minotauro, oltre quegli schermi, lo stava ancora valutando. Quella era l'ultima, definitiva prova. Da quell'ultima prova poteva dipendere il suo destino.

Evander prese l'unica decisione possibile per mantenersi coerente con la scenata di arroganza e ottusità di cui aveva dato prova di fronte all'endar il giorno precedente.
Rifiutò di seguire quell'ordine, ritenendolo troppo assurdo per poter davvero provenire dal condottiero degli endar.
Sullo schermo comparve allora una scritta lampeggiante: «La provenienza dell'ordine è stata verificata. Ripeto: la provenienza dell'ordine è stata verificata. L'onorevole condottiero degli endar End Yvnhal vi intima di ritirare subito le vostre navi e lasciare immediatamente il campo ai ribelli. L'ordine è improrogabile e deve essere eseguito immediatamente. Sono in gioco forze che non sono di vostra conoscenza».
Evander lo rifiutò di nuovo, affermando ancora che non era possibile che il capitano degli endar gli intimasse una cosa tanto assurda: tutti i fattori in gioco erano a favore della riuscita della spedizione. Inoltre, gli era stato dato un compito e doveva portarlo a termine. Nel corso delle operazioni, i ribelli potevano essersi infiltrati nelle trasmissioni, spacciandosi per il capitano Yvnhal.

Il successo della missione era ormai assicurato e Evander non avrebbe gettato tutto all'aria col rischio di mettere a repentaglio la riuscita della missione e la vita dell'equipaggio di tutte le navi ai suoi comandi. Per l'ultima volta, quindi, Evander affermò con decisione che avrebbe ignorato l'ordine del condottiero degli endar, e avrebbe portato a termine la missione. E così fece. Nel rifiutare l'ordine del Ragno, Evander aveva corso il rischio di offendere gli endar, e di dichiararsi apertamente contro di loro. Se non avesse mantenuto, per quell'intero mese in cui il Minotauro lo aveva esaminato, un contegno da ragazzo arrogante, non avrebbe potuto comportarsi in quel modo. Invece, aveva dovuto farlo proprio per essere coerente con quell'atteggiamento: si era finto umiliato per essere stato ritenuto indegno di seguire la strada dell'endar, aveva finto di esserne rimasto deluso e di essere troppo orgoglioso per ammettere la propria delusione. Quindi, ora doveva fingere di essere ancora arrabbiato ed offeso con l'endar.

La missione fu conclusa con successo, e le trasmissioni si rivelarono effettivamente falsificate.
Trascorsero due settimane, prima che venissero resi noti gli esami del secondo test di ingresso. Passato anche quest'esame, si era definitivamente ammessi all'accademia.
Fino a quel momento, Evander non aveva mai potuto incontrare Lord Kaleb, dal quale sperava di avere qualche conferma della situazione. Evander credeva infatti di essere riuscito a ingannare l'esaminatore, ma sapeva che, poiché gli endar avevano gusto per la teatralità, se fosse stato selezionato, lo avrebbero annunciato di fronte a tutti insieme ai risultati dell'esame.
Il fatto che Lord Kaleb non si facesse vedere poteva significare che l'esaminatore non gli aveva ancora riferito la sua decisione.
Se gliela avesse riferita, Lord Kaleb l'avrebbe sicuramente anticipata in privato a Evander. Ma ormai era chiaro: Lord Kaleb e l'intera accademia lo avrebbero scoperto insieme a lui, il quindicesimo giorno.

Per quelle due settimane, Evander non volle vedere nessuno, neppure Jayden. L'ansia era troppo forte, e la paura di essere ancora sotto esame non voleva abbandonarlo.
Credeva di essere riuscito ad ingannare l'endar e proprio questa sua convinzione gli metteva una maggiore ansia addosso nella paura di starsi illudendo senza ragione.
Il quindicesimo giorno, tutta l'accademia si riunì, come per tradizione, nella sala conferenze, simile a un gigantesco teatro semicircolare, con una piattaforma nel centro e alte gradinate attorno. Dietro alla piattaforma c'era una pedana più alta, ed era lì, che Evander, entrando, scorse l'esaminatore endar. Quest'ultimo non lo degnò di uno sguardo per tutto il tempo che durò l'elenco dei nomi di coloro che avevano passato l'esame, seguiti dal punteggio.
Evander si era seduto su una gradinata piuttosto vicina e centrale, perché non sembrasse che aveva cercato di nascondersi agli sguardi dell'esaminatore e per non tradire il fatto che la sua arroganza e sicurezza erano false. Così ora era costretto a sopportare gli sguardi dei suoi compagni di corso che, seppure ansiosi di sapere se erano passati o no, erano al tempo stesso ansiosi di sapere se avrebbero presenziato ad una chiamata ad endar, un evento che riscuoteva sempre un grande clamore e di cui si parlava per mesi.

Soprattutto Jayden lo fissava senza mai togliergli gli occhi di dosso. Lo perdonava per averla evitata per quelle due settimane, sapendo che doveva essere terribilmente angosciato e stressato. Si ripeteva che lui non poteva sapere quanto anche lei fosse interessata al verdetto e quanto condividesse il panico che sicuramente Evander stava provando. Forse, anzi, Jayden era ancora più terrorizzata di lui. Poiché i cadetti erano numerosi, Evander, non avendo la precedenza in quanto figlio di contadino, si ritrovava in fondo all'elenco. Passarono almeno tre ore in cui il panico non fece che crescere. Jayden quasi non sentì il suo nome fra quello di coloro che erano passati al secondo esame, e glielo dovettero ripetere Allen e Yan.Tutti e tre erano passati, con un punteggio che rispecchiava quello del primo test. Finalmente, venne il nome di Evander.

Triplania- il predestinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora