30. Nessuno

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L'astronave atterrò, in mezzo ad un'immensa folla di gente composta dall'intera accademia al completo, più gran parte della città di Tridia e dei villaggi vicini.

Evander ne uscì per primo, come voleva la tradizione, e si vide venire incontro Lord Kaleb e la commissione dell'accademia al completo.
Nello scendere le scalette dell'aeronave, la luce del tramonto, bassa e orizzontale come una lama gli colpì gli occhi abituati alla luce opaca dell'astronave. Si portò una mano a ripararsi gli occhi, e sentì che mettere piede a terra, dopo le emozioni dei giorni precedenti, gli prosciugava tutte le energie rimaste, riportandogli dolorosamente alla mente ricordi che non avrebbe dimenticato facilmente.

Lord Kaleb lo guardò con un'espressione turbata e concentrata, mentre diceva: «Evander, personalmente sono d'accordo con te. Hai agito nel migliore dei modi. Spero che la commissione la pensi allo stesso modo, ma una cosa è certa: hai sconvolto tutti, con la tua decisione. D'altronde, non potevi fare altro: avevi a bordo la principessa Jayden, e mettere in pericolo la sua vita era impensabile».
«Sì, ma sono sicuro che Jayden sarebbe stata più contenta se non avessi considerato la sua posizione sociale prendendo quella decisione» rispose Evander.

Dietro di  lui, intanto, anche Zora e Jayden erano uscite dall'astronave.
Evander, nel vedere quest'ultima, sentì il peso del ricordo della sera prima.
Per almeno due ore fu costretto a rimanere in mezzo a quella folla. Appena riuscì a liberarsene, lanciò un'occhiata a Jayden e poi, con il cuore pieno di sconforto, si allontanò da lei e si rifugiò nell'unico luogo dove sapeva che nessuno avrebbe potuto disturbare i suoi pensieri: la foresta.

Lanciò il cavallo all'inseguimento d'un destino lontano, che, ora lo sapeva, non avrebbe mai compiuto, e si lasciò portare alla cieca nel folto degli alberi, nelle tenebre della notte. Neppure i raggi lunari filtravano tra le fronde sopra di lui. L'oscurità era così fitta, che chiunque avrebbe avuto paura, a trovarcisi in mezzo. Ma Evander non pensava ai pericoli della natura, ai lupi o alle creature che potevano raggiungerlo in quella gelida notte. Erano altri, i pericoli che gli riempivano il cuore di spavento e angoscia. Pericoli a cui soltanto un giorno prima aveva deciso di andare incontro a testa alta, ma che ora non si sentiva più in grado di affrontare.

Aveva messo alla prova la profezia, ed aveva scoperto che, come aveva sempre temuto, erano soltanto sciocchezze. Non esisteva nessuna profezia. Nessuno aveva scritto il suo destino. E lui non aveva affatto il potere di salvare il regno dalle ombre.

Aveva aspettato tanto a dichiararsi a lei, perché aveva sempre sentito in cuor suo che la sua risposta sarebbe stata un no. Jayden non lo amava.
E allora, se Jayden non lo amava, anche tutte le altre cose che erano state predette non erano vere. Se Jayden non lo amava, lui non era affatto il salvatore del popolo, il messia che, col suo ritorno, avrebbe restituito al regno la luce e la libertà. Se Jayden non lo amava, la profezia era una menzogna.

Se neppure questa parte della profezia, la più facile, si era realizzata, allora nessun'altra si sarebbe mai potuta realizzare.
Aveva voluto una conferma che potesse fargli finalmente avere un po' di fiducia nel potere che essa sembrava attribuirgli, e aveva dovuto aprire gli occhi e scoprire infine che si era illuso. Che
tutti si erano illusi.
Finalmente scopriva che non c'era alcun destino. Che il suo futuro era un gigantesco salto nel buio. Un momento prima quel pensiero gli avrebbe fatto piacere, ora, con il rifiuto di Jayden così
chiaro e definitivo nella memoria, si sentiva gettato in mezzo ad un mondo di lupi, con un nome ed un passato terribilmente pericolosi, che non gli conferivano nessun potere, ma lo lasciavano
invece alla mercé di coloro che già una volta avevano voluto la sua morte.
Infatti,  se ogni  cosa positiva della profezia scompariva ora nel nulla, ovvero l'amore di Jayden e il potere di salvare il popolo e di ritrovare la propria famiglia,  tutto ciò che invece la profezia
comportava di negativo e di pericoloso rimaneva. Infatti, la profezia era cancellata, ma il marchio no. Evander avrebbe dovuto nasconderlo per il resto della vita. O tentare di lottare per salvare il regno, ma come Evander e non come Alekym.
E, come Evander, non era nessuno.

Triplania- il predestinatoKde žijí příběhy. Začni objevovat