Poesia 19.

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Firenze, 9 Marzo 2014.
Manuela.

Fatalmente stronza.

Odio svegliarmi
aspettare qualcosa
e rimanerci di merda;
lo odio, lo odio,
lo odio proprio.

È sempre troppo presto
quando inizia il giorno
e subito dopo,
crolla la notte.

Crolla la notte
ma io non crollo mai
io non dormo mai
il cuore non si ferma mai.

Mi alzo
e quello che viene è
solo noia
lavoro, lavoro, cesso, lavoro.
Solo questo è,
ora solo questo sono.

E mi spacco la schiena
mi si appesantisce il respiro
mi si appanna la vista
m'incrino la vita,
ma nemmeno un fottuto mesaggio
una visione mistica
un lembo di carne
un perno per piangere,
niente di niente.

Niente di niente,
ma la notte ritorna
come un cane che gira in tondo
per mordersi la coda;
e io inizio a pensare
mi chiedo se tu dorma beata
se tutta quella bellezza
ti sfiancherà
e ti peserà,
prima o poi.

Se il tuo essere così stronza
ti opprimerà mai,
prima o poi,
se ti porterà mai all'esaurimento
come ha fatto con me;
se ti prenderà
prima o poi,
per i capelli
e ti farà sprofondare,
scendere giù fino
alla fine
per poi farti
finalmente soffocare
come farei io,
come farò io.

Così da sopprimermi
man mano
anche io con te
nella speranza
di riaverti
ancora
finalmente
con me,
non più in questa vita
ma in un'altra,
ma per me
poco importa.

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