Poesia 23.

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Worcester, 22 Marzo 1997.
Anne.

Il ballo della cura.

No,
non importa quanto piangerai
a niente servirà
infondo le lacrime
sono solo acqua,
la tristezza
solo una confinazione dell'animo,
il rimpianto
un semplice masso da togliere al cuore.

Te sei paziente
senza armi,
Io dottore
senza paleativi,
dunque
senza inganni
pernettimi un minimo,
di alleggerirti.

Incastrerai la testa
fra la mia spalla ed il mento
così che possa iniziare
il ballo della cura;
terrai le braccia stanche
di tante battaglie
lungo i fianchi:
fatti stringere
sali sui miei piedi
renditi piccina,
unisciti a me.

Fatti risollevare
segui il mio moto
è solo un ballo;
un ballo che ti cucirà le crepe
che ti estrarrà le spine dalla pelle
che ti prenderà delicatamente dai capelli
prima di cedere,
e t'insabbierà le ire.

Non ci sono pensieri
non c'è niente di niente
c'è che siamo noi
le mie molecole che
si fondono con le tue,
le tue preoccupazioni che
diventano le mie,
il mio cuore che
diventa tuo.

Tieni gli occhi chiusi
sincronizza il battito
partiamo verso un bacio
verso l'ultima meta
verso un altro ideale,
mia dolce piccola mia.

Lasciati aggiustare,
lasciati riparare,
lasciati andare
nel nostro piccolo mondo
al nostro ballo della cura.

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