Poesia 36.

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New York, 11 Maggio 1976.
Robin.

Vieni qui.

Vieni qui,
siediti fra le mie gambe incrociate
vicino alla finestra
mentre la pioggia scende
e la cenere vola fuori
a piccoli frammenti irregolari
grigi, inceneriti.

Vieni qui,
che insieme
il mondo gira meglio
che tutto è più unico
che i grattacieli
sono solo vecchi campi di margherite,
i lampioni
magiche stelle fluttuanti e
le strade
infinite comete da inseguire.

Vieni qui,
senza che ti urli troppo dietro
che non m'importa se ti ho distratta
e il rossetto s'è sbavato;
tanto te lo avrei consumato tutto comunque
che poi sei meravigliosa uguale
anche senza eyeliner.

Vieni qui,
e non protestare
lascia che ti crolli il vestito
che intanto
non ci arriveremo comunque di sotto;
che a quest'ora
tutto si solidifica
in una nuova forma.

Vieni qui,
prima che
quest'insulsa sigaretta
finisca.

Vieni qui,
e poggia le testa
sul mio petto
che si alza ed abbassa
al ritmo del mio amore.

Vieni qui,
che quando la mia pelle
sfiora la tua
nascono boccioli
e non esiste più nulla
se non l'edera
che dal mio cuore
si dirama
verso il tuo.

Vieni qui,
che a quattro mani
due cuori
quattro polmoni
e forse, pure due menti
facciamo poesia.

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