Mind War, Parte V

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"Ci hai messo molto più di quanto pensassi, te lo concedo." Loki guardava il panorama dalla finestrella, senza dissimulare il suo atteggiamento trionfante. Forse lo stava perfino accentuando.

"Non ti ho chiamato per cederti il comando, Ludwig. Non voglio farlo, e se anche volessi non potrei. Ho giurato."

"Certo, certo. Mi hai chiamato per chiedermi aiuto, non è così?" Era esattamente così. Il discorso di Zeta aveva scosso Mark, l'aveva spinto ad agire, ma questo non cambiava il fatto che lui non avesse una soluzione plausibile a portata di mano. L'unico che sembrava avere qualcosa in mente era Loki. Non disse nulla di tutto ciò: aspettò di vedere se Ludwig aveva qualcosa da aggiungere. "Dal tuo silenzio deduco di avere ragione. Ebbene, chiedimi qualsiasi cosa e, se potrò, ti aiuterò."

"Davvero?" Non si aspettava di certo una risposta del genere.

"Ovviamente. Nonostante dubiti ancora delle tue doti di comandante, soprattutto in questo momento, sei un mio superiore e io ho il dovere di aiutarti. È su questo che si basa il nostro apparato militare." Loki aveva decisamente qualcosa in mente e quel qualcosa non comprendeva un aiuto totale e disinteressato. Questo era certo. Perché deve essere sempre tutto così difficile con lui?

"Bene Ludwig. Visto che sei improvvisamente così ben predisposto, dimmi: cosa faresti se fossi nei miei panni?" L'amico assunse una posa concentrata. Agli occhi di uno sconosciuto sarebbe sembrata genuina. Mark, però, non era uno sconosciuto.

"Amico mio, o signore se preferisci, mi chiedi troppo. Quello strano fumo ci preclude la via da cui siamo venuti. Non so cosa sia, ma visti i precedenti sconsiglierei di attraversarlo. Quelli che definirei i suoi seguaci, poi, hanno pensato a tutto il resto: siamo inferiori di numero, loro hanno metà delle nostre armi con tanto di cannone antiarereo, e come se non bastasse, il nostro comunicatore è distrutto, così come l'antenna cittadina. Mi sembra a tutti gli effetti una situazione senza vie di fuga. Non ho risposte per te."

"Ti prego, smettila di farmi perdere tempo e dimmi quello che sai."

"Così mi insul..."

"No, basta cazzate. Volevi il comando prima come lo vuoi ora, quindi sai qualcosa che non vuoi dirmi. Hai anche ammesso che tu riusciresti a salvare tutta questa gente. Ora mi dirai come." Loki rimase in silenzio, sempre guardando il panorama. Dopo alcuni secondi di riflessione si allontanò dalla finestra e si sedette sulla poltrona, guardando Mark dritto negli occhi. Il tutto rimanendo in silenzio. Non stava sorridendo, ma per chiunque lo conoscesse sarebbe stato facile notare una lieve incrinatura del labbro.

Subito prima che il capo-plotone raggiungesse il culmine della sua pazienza e adottasse metodi meno gentili per sollecitare l'amico, Ludwig fece una serie di gesti con le mani: gesti che sarebbero risultati incomprensibili a chiunque tranne che a tre persone al mondo, gli ultimi tre sopravvissuti della loro squadra. Era il mist. "Facciamo un patto." Dicevano i suoi movimenti. "Io ti rivelerò qualcosa che cambierà totalmente la tua prospettiva degli eventi, qualcosa di veramente sensazionale, e tu in cambio farai quello che ti dico io".

"Non se ne parla. Ho già detto che non cederò il comando."

"Non sarà necessario cedermi niente, dovrà solo essere molto chiaro a tutti che le azioni che seguiranno sono una mia idea."

"Non cambi mai, eh? Anche in una situazione del genere, devi cercare di guadagnarci qualcosa. No, non accetto. Tu mi dirai quello che devi dirmi e io agirò di conseguenza."

"Quello che ho da dirti non riguarda direttamente le sorti della missione, quindi non sono costretto a rivelartelo. Puoi anche picchiarmi a sangue, non dirò una parola. Però ti assicuro che se starai a sentirmi, non avrai problemi a fare come dico io."

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