Capitolo 4.

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Essere invitati a cena a casa di un musicista e collaboratore, nonché suo grande amico significava solo una cosa: discussioni con Libero. Giada in quei giorni era fuori città per dei lavori quindi toccava a lui gestire la famiglia. «E dai Lì, è solo una cena! Non ti chiedo molto. Ti prometto che non sentirai manco una nota musicale. Nemmeno una, giuro.»

«NO! IO DAI TUOI MUSICISTI NON CI VENGO. PREFERISCI SEMPRE LORO A NOI. PRIMA LA MUSICA. PRIMA I CONCERTI. PRIMA IL LAVORO. SEMPRE PRIMA LEI DI NOI». Il bambino era chiuso in bagno da venti minuti e non accennava ad uscire. Aveva solo otto anni ma a Fabrizio sembrava già un adolescente. Sospirò e si sedette davanti alla porta cercando di convincerlo nuovamente. Nel frattempo la sua piccolina era davanti a lui con le mani chiuse a pugno sui fianchi. «Non ti preoccupare papà. Ci vengo io con te. Posso fare la sua fidanzata!» esclamò con gli occhi che le si riempivano di emozione. Fabrizio rise. «Lì, senti. Io ed Anita andiamo alla cena. Tu puoi andare dai nonni, se vuoi».
Fabrizio ormai si era arreso al fatto che suo figlio quella sera non sarebbe andato con loro e la baby-sitter aveva avvisato che quella sera non ci sarebbe stata. Il bambino uscì dal bagno con il muso fino a terra e si chiuse in camera sbattendo la porta. «Io sono più carina di lui» commentò Anita a bassa voce per non farsi sentire dal fratello. Fabrizio chiamò prima i suoi genitori e poi Roberto per dirgli che avrebbe fatto tardi e di non aspettarlo.

Ermal e Silvia entrarono a casa di Roberto piuttosto spaesati. Conoscevano lui ma non quel gruppo di amici a cui doveva essere presentato. Conobbero un certo Roberto, Claudio con la compagna, Alessandro, Andrea, Danilo, Maurizio, Max e mancava ancora qualcuno. Lui si presentò a tutti anche se ovviamente la maggior parte lo conosceva già, ricevette non pochi complimenti per la canzone di Sanremo, presentò Silvia come la sua compagna ma ben presto i convenevoli vennero interrotti da Roberto che diceva che un certo Fabrizio aveva avuto dei problemi col figlio e sarebbe arrivato dopo. «Tutto bene?», chiese Andrea. «Sì, credo di sì. Ha detto che faceva le i soliti capricci», rise. Così si sedettero a tavola, stavano giusto per cominciare a mangiare l'antipasto quando suonò il campanello. «Oh, Fabrì non è mai stato puntuale come oggi», commentò Claudio ridendo. Roberto, da buon padrone di casa, andò ad aprire la porta.

E successe.

Quella voce che per anni aveva sentito solo nelle canzoni, quella voce che un tempo gli aveva sussurrato parole dolci, pervase le mura di quella casa.

«Scusame Robè, veramente, ma che ne so Libero ha iniziato ad urlare che non gliene fregava niente. Che preferivo la musica a lui. Perdonami veramente», mentre parlava camminava verso la cucina della casa del collega che ormai conosceva bene. Si fermò di scatto quando lo vide. I suoi capelli ricci, il suo sguardo penetrante, i suoi occhi scuri, il suo pomo d'Adamo così pronunciato e quel collo che una volta aveva baciato. Accanto a lui c'era una donna. Sentì un pezzo della suo cuore spezzarsi. «Ao' ma che te sei 'ncantato?» chiese Danilo notando la reazione inusuale di Fabrizio ridestandolo.
«No, scusate, è stata una giornata faticosa» disse rimanendo fermo sull'uscio.
«Guarda che ti puoi sedere, c'è posto proprio di fronte ad Ermal».

Cazzo.

«Papino, io sto morendo di fame» si lamentò la bambina che gli teneva la mano.
«Sì sì, andiamo a lavarci le mani e poi ci andiamo a sedere» disse confusamente. Si diresse verso il bagno con la figlioletta. «Papà ma visto che siamo fidanzati ti posso baciare in bocca, come faceva la mamma?» Fabrizio rise. «Magari no».

«Ok» disse triste la bambina. «Sai», aggiunse poco dopo «Credo che quell'Ermal sia lo zio di Miria». In quei giorni aveva dimenticato quel piccolo particolare. Sperò con tutto il cuore che non venisse fuori in quella serata.

Amici mai || MetaMoroWhere stories live. Discover now