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mi tira per i capelli facendomi alzare in piedi e mi scorta fuori dalla sua stanza, alla mia destra noto immediatamente una porta, cavolo non l'avevo vista. Tira fuori dalla vestaglia una piccola chiave e fa scattare la serratura, aperta la porta c'è un'enorme scalinata ripida
-"Dove mi stai portando?" dico con gli occhi spalancati e le gambe che mi tremano, oppongo resistenza, così mi prende di peso e mi appoggia a pancia in giù sulla sua spalla 
-"Dalla tua sorellina, e comunque non ho intenzione di farti niente" mentre sale le scale ho un senso di caduta e perdita di equilibrio, data la mia posizione noto inoltre che la porta si allontana sempre di più. Arrivati in cima mi fa scendere. Sono in una mansarda con palchetto scuro davanti a me ci sono dei pilastri a zig zag  che indicano un corridoio, per essere una mansarda la trovo alta, andando a tentoni sarà all'incirca 2 metri e qualcosa. Non è arredata e di finestre cene sono solo due nel soffitto. Mi prende per i polso e mi conduce attraverso ai pilastri.
-"Piper amore mio, hai visite" mi spinge giù nel letto che possiede solo un materasso e un lenzuolo
-"Non sono il tuo amore" dice osservandomi cadere.
-"Eccole qua" dice mettendosi tra i due letti  "Le sorelle Mitchell, entrambe belle e desiderabili. Ho  tutto il tempo da passare con voi,   aspettando che vi vada via la voce, e che non abbiate neanche più le forze di emettere un solo gemito" si sfila la cravatta e afferra i miei polsi, ma riesco a tirargli un calcio con la gamba.
-"Questo non dovevi farlo" mi scaglia un altro ceffone stordendomi  per un attimo,
-"non voglio farti niente! Mi servi come ostaggio, ma se mi tratti ancora così, tene pentirai!"
si affretta a farmi il nodo e mi lega ad una specie di griglia che fa da fantasia alla testa del letto, il suo telefono squilla per un messaggio.
-"Mh..sembra che il tuo uomo sia arrivato, devo andarlo ad accogliere, si alza da me e si sistema velocemente, ma mi lascia legata. Rimaniamo sole nel silenzio della mansarda.
-"Emily, sei davvero tu?" dice la voce del letto di fianco a me, c'è una distanza di circa tre metri
-"Si..io" non so cosa dire sono bloccata dall'emozione
-"é colpa mia se sei in questa situazione, ti sei messa in pericolo venendo a cercarmi"
-"lo so, ma io credevo che tu non sapessi niente di me"
-"Ti sbagli, non ho mia smesso di cercarti"
-"Davvero?" dico guardando il soffitto
-"Si, a te ti affidarono alla nonna che io non ho mai conosciuto, purtroppo e io rimasi con loro"
-"No aspetta.. ho dei ricordi di mio padre"
-"Forse prima della nostra  separazione"
-"ma perché" ?
-"Non lo so, credo che fossero in crisi economica e così ci separarono, in modo da risparmiare sulla scuola e tutto il resto. Ma un giorno..." si fermò e sospirò per pochi minuti "morirono in un incidente"
-"Perché non sei venuta a cercarmi" dico in lacrime
-"L'ho fatto, ma non avevo i mezzi, ho lavorato per un po in un bar finché non conobbi Ivan e da lì cominciò tutto, ma mi trattava come un oggetto, non potevo permettermi di venirti a cercare avevo paura" sento che ha la voce tremante e respira un po affannosamente. "Mi dispiace, spero che potremo ricominciare, ma se non vuoi potrò capirlo"
-"certo che lo voglio" mi fa un sorriso compassionevole "sei diventata bella Emily, la mia sorellina è cresciuta"
-"Quanti anni hai Piper?!
-"28, e tu 26" con lo sguardo che gli rivolgo stupita, si spiega meglio "ho contato gli anni Emily, quando ci hanno separate io ne avevo 7 e tu 5 , sei sempre stata nei miei pensieri". dopo pochi attimi di silenzio sentiamo sotto di noi degli  spari
-"é Brian" dico sorridendo
-"Chi?"
-"Il mio.." mi blocco un attimo" il mio FIDANZATO"
-"Eccola.. la mia sorellina sistemata" gli rivolgo un sorriso timido "Dobbiamo uscire di qui" cerco di divincolarmi e muovere i miei polsi
-"Non c'è niente Emily, non ci sono oggetti per questo, voleva che io non tentassi in tutti i modi di scappare" faccio un sospiro e mi arrendo.

Brian si stava dirigendo nella stanza di Ivan i suoi uomini le coprivano le spalle . Salite le scale per i corridoi c'era silenzio, perché il casino era solo di sotto. Brian avanzava lentamente con una pistola in mano. Entrò nella stanza, e trovò Ivan seduto sulla sua poltrona, a fumare e con un gira dischi che produceva una melodia.
Si avvicina a Ivan e le punta la pistola alla tempia
-"dov'è Emily?" Ivan sembra ignorarlo, è preso nei suoi pensieri, muove le mani insieme alla melodia con gli occhi chiusi.
-"Brian, è questo il modo di trattare tuo padre?, siediti qui con me e recuperiamo tutti i momenti persi, senti.. non trovi bella questa musica?"
-"recuperare il tempo perso ma davvero? dopo quello che mi hai fatto!?" Ivan sorride, si alza e sposta il braccio del giradischi. Si ferma un attimo come per trovare le parole.
-"l'ho fatto per te Brian, non lo hai ancora capito? Un giorno ti saresti fatto un nome.. e avevo ragione" lo osservò con determinazione compiaciuto. "Non credere che io non abbia un cuore, ti ho voluto bene a modo mio"
-"non è vero, tu non mi volevi".
-"sai Brian?! Volevo che arrivasse questo giorno, perché volevo confrontarmi con te e spiegarti, metti via la pistola non cene sarà bisogno, voglio parlare"
Dopo aver esitato un attimo la mette dietro nel pantalone. In fondo era suo padre.
-" Ascolta.... ti sei fatto un'idea sbagliata, non potevo essere come quei padri che si vedono alla televisione.. nella vita che ho fatto, e che sto facendo, ti avrebbero distrutto Brian. Non avresti saputo resistere, e avresti abbassato la guardia"
-"ti sbagli, io non so come te, da quando la mamma e morta me e sono andato, e adesso sono uno degli uomini d'affari più potenti, e ricchi dell'America e tra poco mi espanderò in Europa, quindi non provare  a dire che lo hai fatto per me, perché non ti credo, mi sono fatto un nome e una carriera da solo, senza l'aiuto di nessuno"
-"allora dimmi solo per un attimo, che tutto quello che ho fatto non ti è servito" Brian si ferma a riflettere sull'affermazione. In effetti la parte del boss mafioso, lo avevano aiutato in molte situazioni
-"un tempo si, è vero mi è servito non lo nego" Ivan allarga di poco le labbra. -"ma..solo per combattere te"
-"ecco vedi, questo è mio figlio, tu sei figlio di un mafioso Brian e lo rimarrai, anche se lo neghi a te stesso."
-"sono rientrato nella mafia perché sono stato costretto"
-"come hai avuto così tanto successo negli affari"?
-"ho fatto tutto da solo, la mafia non c'entra, se è questo il punto dove vuoi arrivare, l'ho usata per scopi fuori dal mondo degli affari. I miei sono soldi puliti!"
-"eppure, tutti questi uomini, se non sei tu il loro capo chi è?!"
-"lo sai benissimo, chi era.. lo hai ucciso, e io gli ho presi per questo lavoro, ma non sono il loro capo.
Ivan si alza dalla poltrona unisce le mani e si dirige verso Brian
-"ho saputo, che hai torturato se non ucciso, alcune persone.."
-"non sai di cosa stai parlando!" Dice Brian serrando la mascella
-"dici di non essere come me!..ma: Logan, Derek, James e Jonny, che coppia!!, ah.. per non parlare di quell'uomo che lo hai quasi affogato nella piscina.., devo andare avanti??, c'è parecchia lista..."
Brian lo fissa con uno sguardo ghiacciato, e le mascelle serrate, cerca di mantenere la calma, e Brian  incalza ancora
-"nessuno era innocente, si sono messi contro di me"!
-"sono fiero di te Brian, sapevo che un giorno mi saresti venuto a cercare" si gira verso egli con le braccia aperte "sono qui ho aspettato tanto questo momento, tutto il male fisico e psicologico che ti ho fatto, ti è servito! Ti sei fatto rispettare anche al lavoro! Non deve essere facile gestire una società, e gli affari loschi..." cala un momento di silenzio, stava dicendo cose vere e Brian ne era consapevole,
-"sai che cicatrice mi hai lasciato?"
-"quella non era prevista"
-"eppure sono dovuto andare in ospedale con un'altra scusa, tu non hai idea di quanto abbia sofferto, ma a te non teme mai fregato, solo alla mamma" Ivan fa un sorriso
-"sai tua madre diceva sempre che saresti diventato una persona molto importante, aveva molte prospettive per te e aveva ragione, ho amato tua madre più della mia vita"
-"tanto da uccidere Isamu?" Lui si blocca e mi fissa
-"si l'ha uccisa!!,e mi sono vendicato, e tu.. " punta il dito a Brian. "Tu ti sei alleato con loro dopo che l'hanno uccisa"
-"non era stato lui ad ucciderla, lo sappiamo entrambe, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato"
-"noooo!! Ecco, tu non vuoi capire"
-"tu non vuoi capire, mene sono andato da questo mondo è quando ho saputo di Isamu e mia mamma, ho deciso di schierarmi con loro perché avevano bisogno di un capo ma io ho rifiutato, non sono i giapponesi i nostri rivali".. io.. ero una specie di braccio destro per Isamu."
-"e chi sono"??
-"i messicani. Poco tempo fa, siamo  andati sul posto perché alcune voci giravano, abbiamo visto un uomo, lo abbiamo fatto parlare e ha confessato tutto!. Sapeva del nostro arrivo e ha cercato di ucciderci, sono loro i colpevoli, ora dimmi dov'è Emily e la rivoglio, sono qui solo per lei"
-"ho sbagliato, ho sbagliato fino ad adesso, sono andato incontro all'organizzazione sbagliata." Si mette le mani fra i capelli
-"cercate entrambe vendetta!, quello che è fatto è fatto."
-"ho passato tutto il tempo a vendicarmi su di loro mentre non erano i colpevoli, sono andato contro di te, cosa ho fatto?!!"
-"quello che credevi giusto" dice Brian avvicinandosi, ma ciò non toglie quello che mi hai fatto! c'è sempre una scelta papà, e la mia è che non ti ucciderò perché non sono come te, ora dimmi dov'è"
-" Quella è la chiave della stanza dove tengo Emily e sua sorella, sono nella porta in fondo al corridoio prendile e va". Non lo degna di uno sguardo e si allontana, con il petto che bruciava di vendetta
mentre si avvia verso l'uscita, si ferma per un attimo e si volta, chiamato da quella figura ormai consumata e piena di peccati
-"volevo solo che sapessi, sono disposto a ricominciare"
-"E troppo tardi! Le tue scelte le hai fatte!.

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E VOI???!! COSA AVRESTE FATTO AL POSTO DI BRIAN??!! LO AVRESTE PERDONATO OPPURE NO?!💋💫

Una vita inaspettataWhere stories live. Discover now