CAPITOLO 27

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Grayson

"Abito qui" mi dice Juliet indicandomi la casa alla mia sinistra.

Accosto e la guardo mentre si slaccia la cintura appoggiando lo zaino sulle gambe: è nervosa e mi piace l'idea che sia io a farle questo effetto.

Decido di giocare un po': so che le avevo promesso di fare il bravo ma l'orario delle ripetizioni è finito quindi tecnicamente non sto infrangendo nessuna promessa.

"Beh ehm... grazie, ci vediamo domani" sembra avere fretta di andarsene.

"Prego..." rispondo avvicinandomi piano.

Le sfioro il collo con le labbra posandoci un bacio leggero, poi inizio a salire. La sento tremare e questo mi fa sentire estremamente potente: è una sensazione che non riesco a spiegare però so che mi vuole tanto quanto la voglio io. Continuo il mio gioco e quando arrivo alla sua bocca rimaniamo a fissarci per qualche secondo, poi lei chiude gli occhi. Aspetto ancora un po'... mi avvicino sfiorandole le labbra con le mie ed infine con uno scatto, mi allontano ritornando al mio posto.

"A domani bambolina" le comunico soddisfatto.

Lei sembra disorientata per un momento, ma appena ritorna in sé mi rivolge uno sguardo assassino uscendo dall'auto e sbattendo forte la portiera. Inizio a ridere da solo come un cretino e la guardo mentre si avvia verso casa. Prima di entrare però, si gira di nuovo facendomi il dito medio, e questo non fa altro che farmi ridere ancora di più.

Entro in casa di buon umore e trovo mia madre seduta sul divano con un bicchiere di vino rosso in mano che mi guarda con una strana espressione... torno subito serio: sono ancora arrabbiato con lei.

"Chi è lei?" mi domanda di getto.

Ma come diavolo fa?

"Lei chi?" mento senza pudore: potrei fare l'attore.

"Oh andiamo, non le sai proprio dire le bugie" okay forse no.

La ignoro chiudendomi in camera mia, mi spoglio indossando un paio di pantaloncini corti neri e una maglietta a mezze maniche bianca e corro di sotto nel seminterrato: non sono per niente stanco e sfogare un po' di tensione mi farà bene. Inizio a colpire il sacco nero che ho davanti: è un regalo di compleanno di mia madre, avevo quattordici anni e da quella volta mi alleno sempre almeno una volta al giorno. Ho seguito qualche corso con un maestro qualche anno fa, mi allenavo con altri ragazzi ed ho notato che la cosa mi infastidiva: preferisco essere solo e inoltre avere il sacco in casa mi permette di usarlo ogni volta che voglio.

Dopo un'ora di pugni e calci salgo di sopra e mi faccio una doccia, poi mia madre mi chiama per la cena.

"Tesoro.." inizia lei mentre sistemiamo la cucina, "mi dispiace che tu abbia scoperto di Vincent in quel modo ma voglio che tu capisca che per me è importante avere il tuo appoggio. Siamo sempre stati tu ed io contro il mondo, come dicevi tu da piccolo" continua lei lasciandosi sfuggire un sorriso malinconico, "e so che per te è un cambiamento notevole, ma non frequento nessuno da tanto tempo e lui mi piace davvero Grayson, mi rende felice".

Sono queste le parole che fanno crollare definitivamente le mie difese: lui la rende felice.

"Non voglio vederti soffrire mamma" mi sento dire.

"Oh tesoro, sono grande ormai, so badare a me stessa" mi dice in tono affettuoso.

La guardo e mi sembra diversa... dicono che le donne quando si innamorano diventano più belle.

"Lo ami?" azzardo.

"È ancora presto per dirlo, ci frequentiamo da così poco. Però mi fa stare bene. Potresti fartelo bastare per ora?" continua lei speranzosa.

Ci penso un attimo, poi alla fine acconsento e devo ammettere che mi costa una certa fatica: lo faccio per lei, voglio dare fiducia a questo Vincent ma se le spezza il cuore, io gli spezzerò le gambe.

Mi regala un sorriso che le arriva agli occhi poi si alza venendo ad abbracciarmi, mi si scalda il cuore e mi dico che ho fatto la scelta giusta.
Non c'è niente che non farei per questa donna.

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