Non è come sembra

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Stavo torando a casa, a piedi, o almeno avrei camminato per un lungo tratto di strada, quando sentii dei passi pesanti e una mano posarsi sulla mia spalla, mi voltai - Ciao, sono Claudio, il vecchio chitarrista di Flavio, posso parlarti?-

Non nego che mi spaventai, dopotutto era notte fonda e credo sia normale avere paura con tutte le storie che si sentono oggi. Non volevo fermarmi. Mi rigirai e ripresi a camminare - No, ascolta. Non andare via - riprese, pensai fosse una cosa seria. Mi fermai e lo guardai meglio, indossava una felpa bianca e un jeans nero, abbigliamento troppo solito per capire se fosse qualcuno di pericoloso o meno.

Claudio

Ammetto che non è una grande idea seguire una persona all'una di notte, soprattutto se si tratta di una ragazza, con tutto ciò che si sente oggi in tv, anche io avrei paura fossi in lei.

Non potevo perdermi il primo concerto di Gazzelle, nonché mio vecchio datore di lavoro, se così potevamo chiamarlo, con il nuovo chitarrista. Era una donna per la precisione, poteva avere all'incirca l'età di Flavio ed era molto brava. Mi colpii subito la parte solo chitarra e voce, era palese, da come si comportava il cantante che nei suoi confronti non c'era solo amicizia. Fuori dal locale, subito dopo il concerto scorsi la sua figura, aveva una corportaura media ed era bassa di statura, accelerai e riuscii a toccarle la spalla, attirai la sua attenzione - Ciao, sono Claudio, il vecchio chitarrista di Flavio, posso parlarti?- aveva paura, lo notavo dal suo sguardo perso anche se non lo voleva mettere in mostra, si girò e riprese a camminare la fermai - No, ascolta, non andare via- ripresi.

Fu allora che si fermò e muovendo il suo sguardo dalla mia testa ai miei piedi, si soffermò sui miei occhi - Io sono Greta, come posso aiutarti?- cominciò lei porgendomi la mano

- È una cosa un po' lunga, se ti va possiamo organizzarci e vederci in un altro momento, capisco che non è uno dei migliori orari- sorrisi e lei ricambiò

- No tranquillo, in realtà ero da sola proprio per pensare, parlare con qualcuno mi farà bene, ti porto in un locale qui dietro, credo sia ancora aperto, così possiamo parlare con tranquillità- rispose poi indicando l'angolo che determinava la fine della lunga strada che entrambi stavamo percorrendo.

In quel brevissimo tratto di strada non proferimmo parola, come se quel locale simboleggiasse l'inizio della nostra conversazione e che tale inizio fosse sacro. Il restare in un silenzio assordante rese quella cortissima strada più lunga del normale, ma all'angolo ci attendeva quell'insegna luminosa che segnava che il locale era ancora aperto.

Non appena varcata la porta e raggiunto il bancone ci accomodammo e fu lì che cominciammo a parlare. Fu lei a rompere il ghiaccio chiedendomi cosa volessi dirle di tanto importante

Greta

Entrammo nel locale, affollato, come tutti i locali a quell'ora della notte, ci accomodammo al bancone e cominciammo a discutere, bhe in realtà fui io a parlare per prima, volevo sapere il perché della sua urgenza di parlarmi - Bhe? Cosa dovevi dirmi? - chiesi impaziente indicando al barista ciò che desideravo, non era nulla di alcolico, preferivo restare lucida.

- Ecco, bhe come ho già detto io sono il vecchio chitarrista di Flavio, Claudio- cominciò lui, poi si fermò. Decisi di rispondere ironicamente, era più teso di me, anche se forse ero io quella che doveva essere intimorita in quella situazione - Io sono Greta, la Nuova chitarrista di Flavio - sorrisi rumorosamente bevendo un sorso della bibita che il ragazzo aveva poggiato poco prima sul bancone. - Oh si, ecco era proprio di questo che volevo parlare - Non sorrideva, era proprio teso.

- Ho notato che tra di voi c'è un certo feeling - sussurrò, che quasi non riuscii a sentirlo, poi sorrisi - Nono - risi. Anche lui con questa storia. - Tra noi non c'è niente - sussurrai anche io. Non ero sicura neanche io di quello che stavo dicendo.

- Bhe, da come si comportava avevo pensato che... - si interruppe - Che... - ripresi io finendo il liquido nel bicchiere - che, tra di voi c'era qualocosa di più - concluse.

Ma ancora ? - Nono. - dissi io ripassando a lui la parola. - Bhe non so se ha mai parlato con te del motivo per cui sono andato via - Sorrise amaramente. Pensandoci lui non mi aveva mai detto nulla a riguardo, ed ero curiosa, Arrivata a quel punto - No - conclusi in fretta.

- Ecco, te la faccio breve: si è fatto la mia ragazza - Cazzo. Eccolo: il Flavio che conoscevo io, quello stronzo manipolatore, quello stronzo, figo, che frega ragazze a tutti, che si fa le ragazze dei suoi migliori amici. Mi cadde addosso il mondo in quel momento, forse anche io stavo credendo che tra di noi poteva esserci qualcosa di più, o per la canzone, o per tutte le voci delle persone che mi circondavano. Ma non so. Ora tutto era svanito. Era come in una corsa tra i nostri cuori, si stavano inseguendo e ad un secondo prima del momento che il mio avrebbe toccato il suo, e il suo il mio, il mio si è fermato ma il suo ha continuato la sua corsa. Non riuscivo a dire nulla. Non trovavo le parole adatte a quella situazione, non volevo trovarle, la mia mente era troppo occupata a farmi pensare che in realtà non c'era mai stato nulla tra di noi. - Nulla, sono tornato a casa e la mia ragazza mi ha confessato tutto. Non potevo fare altro che lasciarlo senza chitarrista. Non riuscivo più a guardarlo negli occhi - riprese la parola.

- Hai fatto la cosa giusta - sussurrai tra i denti, non sapevo ancora cosa dire e cosa fare. - Non voglio rubarti altro tempo, volevo solo dirti di fare attenzione. Flavio non è come sembra, Flavio è strano. Fai attenzione a ciò che ti chiede. Attenzione a ciò che cerca da te, realmente - Concluse così la nostra discussione, poi si alzò e andò via, lasciandomi lì, sola seduta ancora con gli occhi fissi nel vuoto, proprio nel punto in cui prima c'era lui.

Lo sapevo come Flavio era, lo conoscevo bene, lo avevo conosciuto tanto tempo fa. E anche se avevo avuto l'impressione che fosse cambiato, in realtà era rimasto sempre lo stesso. Lo sesso stronzo. Lo stesso pezzo di merda.

Una canzone che non so | GazzelleWhere stories live. Discover now