Una canzone che non so

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Flavio

Mi svegliai felice. Fu il sole a svegliarmi, quel raggio fastidioso che filtrava nella stanza nonostante la tenda aperta. Sarebbe sicuramente risultato fastidioso, a chiunque, ma non a me. A me nulla dava fastidio in quel momento, ero felice. Se qualcuno mi chiedesse cos'è la felicità, io risponderei che la felicità era quel momento. Ero io, nudo, vicino a Greta. Eravamo noi ieri sera, con i nostri corpi uniti dall'amore, nonostante un primo imbarazzo.

Mi alzai lentamente e mi diressi al piano. Feci piano per non svegliarla. Mi piaceva scrivere cose rivolte a delle persone particolari. A delle persone a cui volevo bene. Trovai quel foglio, quello dove avevo cominciato a scrivere qualcosa. I quattro accordi che si ripetevano, decisi di continuare a scrivere, una dichiarazione d'amore per lei. Una di quelle sincere, una diversa da quelle che già le avevo fatto.

"come quando ti spogli vado fuori di testa

Ma vorrei sparire un po'"

Decisi di aggiungere quella frase, quella che mi fece sorridere ed arrossire ripensando a quello che era stato: a lei che era lì sul mio letto.

Conclusi la canzone. Ci scrissi quello che volevo dirle, quello che sentivo quello che lei era per me: una canzone che non sapevo. Lei era quella canzone che si ascolta per la prima volta e ti stupisce, quella che più l'ascolti e più ti piace, quella che ti nasconde sempre qualcosa e devi essere tu a scovare sempre cose nuove, sempre i particolari nascosti.

"Che ti ricordi di me, lo so
Ma solo quando non ti calcolo
Corre tutto veloce, un po'
E resto con le spalle all'angolo
Quando la luce si infrange sopra alle tue guance
Mi ricordi il Messico
E i tuoi occhi, le spiagge
Le tue gambe, due piante
Che vorrei innaffiare un po'

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so
Una canzone che non so

Che ti innamori di me però
Soltanto quando non ti calcolo
Che vado sempre di fretta mo
Ma almeno non ci prenderanno amo'
Quando la luce si infrange sopra alle tue guance
Mi ricordi il Messico
E i tuoi occhi, le spiagge
Le tue gambe, due piante
Che vorrei innaffiare un po'

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so

E tu sei come volevo
E tu sei come veleno

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando ti spogli"

Tornai affianco a lei. Era davvero bella. Semplice, così come era sempre stata. Aveva questa particolarità: era in grado di essere speciale anche essendo semplice. Forse era questa la sua specialità, la semplicità. Quella che oggi manca nelle persone, la spontaneità, quella che manca al mondo, la sincerità.

Sorrisi e presi ad accarezzarle il capelli, finchè non si svegliò.

- Scusami –

Sussurrai lasciandole un bacio sulla tempia

- Tranquillo –

Sussurrò lei, con la bocca impastata da sonno.

- Tutto bene? –

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