☆ of us ☆

1.5K 73 22
                                    

Che assurdità, la mia vita: nulla va come vorrei che andasse, eppure finisce sempre per stupirmi e rendermi felice.

Qualche mese fa, in quel bagno, ho rivissuto la stessa identica situazione di anni fa: King's Cross, una stazione infinita e eterea, e una macchia nera che si avvicinava a me, mentre io cercavo di scappare dalle sue grinfie fatte di perfidia e dolore.

Solo che, questa volta, nessuno è venuto ad accarezzarmi la schiena e dirmi che sarebbe andato tutto per il verso giusto. Nemmeno mio padre, e lo aspettavo con tutto il cuore.

Quando ho sentito la voce di Fred arrivare da un punto imprecisato della stanza, ma comunque vicino e presente, il mio cuore ha saltato qualche battito.

Ho voluto ascoltare ogni sua singola parola prima di svegliarmi del tutto, e mi sentivo come se perdonarlo fosse la cosa giusta.

Mi sono improvvisamente accorta di una sensazione di caldo che mi partiva dall'interno del petto, proprio a livello del cuore, e avevo una terribile voglia di baciarlo.

Quando mi sono svegliata, quella mattina, la gente a cui voglio bene non ha tardato ad arrivare.

Mia mamma con George e Dora, gli ho tenuti stretti a me piangendo per qualche minuto. Non volevo morire solo per loro.

Poi sono arrivati tutti i miei amici: George, Angelina, Ginny, Harry, Ron, Hermione, Ness, Verity e Vinal. Quando gli ho detto che io e Fred ci amavamo, ci è rimasto malissimo.

Anche Draco è passato, mi ha abbracciato, senza dire nulla. È stato un momento bellissimo.

Mi hanno rimesso dopo due giorni, avevo perso una quantità di sangue esagerata per la mia natura da Vira Animi, Ginny e Fred mi hanno raccontato che i guaritori pensavano che non ce l'avrei fatta.

E sarebbe stato meglio forse, non perchè io senta il bisogno di piangermi addosso, affatto, solo che non capisco perchè il mondo mi offra così tante possibilità, mentre a mio padre, a Remus, a Dora, solo una.

La vita è uno strano regalo, e tendiamo troppo a sopravvalutarlo: per una parte della nostra vita sembriamo eterni, invincibili. Poi si inizia a crescere, e improvvisamente diventa scadente, troppo corta.

È un prestito, non è un dono. Dobbiamo davvero viverla al meglio, se no ci si sgretola tra le mani e, quando finisce, ci accorgiamo di non averla investita bene.

Hanno organizzato una specie di festa, alla Tana, per festeggiare il mio ritorno in patria e - anche se non lo ammettono - il calmarsi delle acque tra me e Fred. Dopo mesi, ma è comprensibile: siamo stati impegnati, tutti.

Certo, dimenticavo: ovviamente, siamo tornati insieme nell'esatto momento in cui ho varcato la soglia della Tana, quando sono stata dimessa.

Mentre mi pettino i capelli allo specchio della nostra camera, Fred gioca con George e Dora: è un padre fantastico, ma non ne avevo dubbi.

Dopo poco, ci materializziamo nel giardino della tana, dove tutti i nostri amici sono allegramente riuniti, attorno ad un falò molto romantico.

Hanno invitato tutti, anche Draco c'è. Appena lo vedo lo abbraccio con una forza immisurabile, ogni volta che lo rivedo accade così: siamo cresciuti insieme per tantissimo tempo, è davvero mio fratello.

Fred e George hanno portato anche i fuochi d'artificio, sarebbe stato strano il contrario in verità. Con noi c'è anche il piccolo Teddy Lupin, di cui Harry è tutore legale e padrino.

È uguale a Remus, ma ha il sorriso di Dora. È davvero bellissimo.

Lui, George e Dora hanno fatto amicizia, sono legatissimi, già adesso. Poi, essendo Teddy un metamorfomago e i miei bimbi dei Vira Animi, si divertono a scambiare le loro scoperte in campo magico.

"Si muore di caldo, comunque" si lamenta Ginny, sventolando una busta per le lettere di fianco a lei, con gli occhi chiusi.

Le punto la bacchetta contro e, con un leggerissimo "Aguamenti", un getto d'acqua fredda la.bagna dalla testa ai piedi, dando così inizio alla gara di bacchette ad acqua più grande della storia.

Getti d'acqua a destra e a manca, tutti contro tutti, nessuno escluso, tranne mia mamma, Molly e Arthur che sono dentro a cucinare, e i bimbi.

Appena ci mettiamo seduti a tavola, tutti bagnati come dei pulcini - ovviamente, la tavola è fuori: non ci saremmo mai permessi di entrare in casa conciati così - scoppiamo in una grassissima risata.

E la sera continua così: chicchiere per ricordare i vecchi tempi, grandi sorrisi e qualche lacrima, canzoni cantante intorno al fuoco e brindisi alla vita e a quello che può succedere.

"Non dimentichiamoci di fare un brindisi a chi non è qua con noi" alzo il calice di vino rosso, mentre siamo tutti riuniti dal falò, il tramonto dietro noi "Li avremmo sempre qui con noi, però"

Mia mamma mi mette un braccio intorno ai fianchi, entrambe abbiamo gli occhi lucidi. Beviamo tutti, poi un Lumos al cielo e, improvvisamente, una scia di scintille compare davanti a me. Sembra che nessuno l'abbia vista, oltre a me.

Mi alzo, dicendo di dover andare a vedere i bimbi, che dormono dentro da qualche decina di minuti, e comincio a inseguire le scintille.

Arrivo dentro casa, poi di nuovo fuori dalla porta principale, il parcheggio della macchina volante e, oltre la staccionata, un albero enorme: sembra un salice piangente, ma non sono mai stata così brava in Erbologia da poterlo seriamente distinguere.

Comincio a sentire dei bisbigli, molto leggeri, come se le persone che parlano fossero a metri e metri di distanza, e le scintille cessano.

Alle radici c'è una boccetta, un liquido verde fosflorescente all'interno, quasi metallizzato. La prendo in mano, leggo il bigliettino incollato a cera sul tappo di sughero.


Il sole può tramontare e risorgere; per noi quando la breve luce si spegne resta un'unica eterna notte da dormire.

Usala bene, e solo quando avrai bisogno di me - di noi.
~S.B

È mio padre, sono al cento per cento sicura. E anche mia mamma c'entra qualcosa, sicuramente: in fondo, non mi sorprenderebbe se, oltre a mille altre cose, sapesse comunicare occasionalmente con i morti.


Scappo dagli altri in fretta, dopo aver nascosto con cura la pozione di cui - effettivamente - non so ancora la funzione esatta.

Fred mi bacia appena mi vede, i nostri amici scoppiano in un boato molto infantile mentre mi accorgo che il mio ragazzo sembra tremare.

"È il momento dei fuochi" sussurra sulle mie labbra, prima che io posso domandargli alcuna cosa riguardo la sua salute.


Il primo fischio rompe l'atmosfera, e poi una pioggia di colori illumina i nostri occhi.

Viola, arancio, poi rosso e giallo, qualche drago e forme strane, alcuni rimangono impressi nel cielo notturno, altri rimpiazzano le stelle.

Fred mi molla la mano, ma sono troppo ammaliata da quelle spirali e puntini che faccio fatica a girarmi. Poi, George da fuoco all'ultimo stoppino, e questo parte.

Esplode nel cielo, ci mette un po' a prendere forma, ma il significato è chiaro.


Scoppio a piangere, mi volto verso Fred e lo vedo, lì inginocchiato, con un anello argentato con una bellissima pietra viola tra le dita.

"Rispondi" dice, il tono agitato ma candido.

Non riesco neanche a parlare, gli circondo il collo con le braccia finchè entrambi cadiamo sull'erba umida, ridendo come due bambini.

Il fuoco d'artificio è ancora visibile nell'aria:

Mi vuoi sposare, Sophie?

fred weasley ~ you are my sunshineWhere stories live. Discover now