5 - L'INCUBO NELL'INCUBO

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Qualcosa di umido si stava posando sulle mie labbra aride.
Acqua.Girava ancora tutto.Ho perso nuovamente conoscenza.Mi sono svegliato pieno di mal di testa.La luce del sole illuminava la stanza.Era giorno pieno.Per fortuna avevo sognato tutto.Ero sudato.Che incubo tremendo.Mi sono girato.E lei era lì.Incubo nell'incubo.Con un mio calzino annodato al braccio dove l'avevo colpita.Non era un sogno.Le ho dato un calcio nella pancia talmente forte da scaraventarla indietro contro la porta a specchio dell'armadio.Lo ha frantumato cozzandoci sopra.Sono corso in cucina a prendere un altro coltello.Quello con la lama più grande.Sono corso in camera, mentre lei piangeva sul pavimento coprendosi la testa tra le schegge di vetro insanguinate.Se quello schifo blu si poteva chiamare sangue.Te lo confesso.Non so se a fermarmi è stato un barlume di umanità che ancora forse possedevo o la paura del contagio o un qualcosa di straordinario che aveva quell'essere.So solo che sono rimasto immobile a guardarla, pieno di ribrezzo e terrore.Il coltello mi è caduto dalle mani.Sono andato in bagno, e, con movimenti meccanici e irrazionali che non ti saprei spiegare, ho preso le garze, il disinfettante e le pinzette.Glieli ho lasciati sul letto e sono andato in salotto.Mi sono seduto per terra con le mani abbracciate alle ginocchia e ho pianto.Non sapevo che altro fare.C'era il virus, o qualunque cosa fosse.Lei è venuta in salotto insieme a me.Si è messa sulla porta dove l'avevo vista l'ultima volta, e, nella stessa posizione, si è messa a piangere anche lei.Per un po' non me ne sono accorto, concentrato su di me.Poi ci ho fatto caso.Ho smesso e ho iniziato a osservarla.Non sapevo cosa fare o dire.In modo naturale, ha smesso anche lei.Siamo rimasti a guardarci, rannicchiati in noi stessi, senza sapere che altro fare.È stata lei che per prima ha disteso le gambe.Ho fatto lo stesso.Mi facevano male a stare fermo così.Siamo rimasti lì, fermi a fissarci.Come in quei sogni dove fantastichi di fare un incubo e ti svegli in un incubo peggiore.Vivevo l'incubo di tutti, con l'aggravante di un mio incubo personale.Quando lei ha tentato di sorridermi, l'ho guardata con astio.Si è rannicchiata di nuovo abbracciando le ginocchia e ha iniziato a fissare il pavimento, e ho fatto lo stesso anch'io.Poi, non so esattamente quando, esausti, ci siamo addormentati.

COVID-GIRL: Blue, la ragazza virusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora