6 - CON UNA SPRUZZATA DI PANGRATTATO

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Mi sono svegliato indolenzito e dolorante per la pessima posizione in cui mi ero messo.
Ovviamente lei era ancora lì.La guardavo dormire, ancora nel dubbio se tentare di accoltellarla, ammesso di trovare il coraggio.Sembrava così indifesa mentre respirava piano nel sonno.Ho cercato di concentrarmi su altri pensieri.Primo tra tutti: avevo fame.Di colpo, come risvegliandosi da un incubo, ha scosso la testa e l'ha tirata su, intontita pure lei."Ciao." Ha bofonchiato."Ciao.", le ho risposto senza calore.Ci siamo fissati per un po'.Poi, forse percependo la mia rabbia, che forse era solo paura, ha abbassato gli occhi, continuando a fissare il pavimento abbracciandosi le gambe.Avevo sempre più fame.Lo so.Ti aspetti qualcosa di più mirabolante di un attacco di fame da uno che ha la matrice del virus in casa.D'altronde tu oggi vai a fare un'escursione in montagna, giusto?Ah, no, scusa.Quindi, se va bene, cucini anche tu oggi.Allora ti dico come faccio io la pasta aglio e olio, che magari ti torna utile.Ma fattelo pure un giro.Ti aspetto qua, tanto non credo ci impiegherai molto a fare salotto camera salotto...Comunque, tornando a noi, avevo fame.Con noncuranza, le sono passato davanti e ho messo a bollire l'acqua.Se devi morire, in fondo, meglio farlo a stomaco pieno, no?Ho notato subito il pacco di muesli aperto sopra il piano.Ero certo di non averlo lasciato io."Sei stata tu?""Sì. Avevo tanta fame..." ha detto con gli occhi bassi.Ho preso una salvietta per non entrare in contatto con il pacco, l'ho afferrato e gliel'ho tirato contro con cattiveria."Non ti azzardare mai più a toccare qualcosa di mio. Mai più!"Si è messa a piangere in silenzio.Per calmarmi, ho iniziato a preparare il condimento.Avevo una testa d'aglio quasi intera, dell'orto di casa dei miei.Era andata così.Avevo chiesto a mio padre, che ha l'orto, due spicchi d'aglio.Parlo di prima della quarantena, quando i miei potevo ancora andarli a trovare.Mi sembra di raccontare una cosa del secolo scorso, tipo storia dei nonni.Ti capita mai?Insomma, mi porta due teste d'aglio."Guarda che mi bastano due spicchi, non mi servono due teste.""Porta a casa, che tanto a male non vanno."Tu non hai idea di quanto bello è stato trovare l'aglio di casa, quando sono rimasto senza sugo di casa, ragù di casa, marmellata fatta in casa.Tutte quelle cose che avevo rifiutato perché tanto le avrei prese la prossima volta.Saperlo che non ci sarebbe stata una prossima volta, avrei fatto scorta.E, insomma, avevo quest'aglio.Ne ho preso uno spicchio, l'ho affettato e gettato in un bicchiere con due dita d'olio.Ho aggiunto il peperoncino e ho mescolato.Io la pasta la condisco a freddo.È buona uguale e non ti puzza tutta la casa.Me l'ha insegnato un amico in seggiovia, figurati.Quando in seggiovia ci si andava ancora, certo.Ho buttato la pasta, molto molto abbondante.Con la coda dell'occhio, spiavo i movimenti della coinquilina che, sempre piangendo, si metteva in bocca il poco muesli rimasto, tenendo gli occhi bassi.Ho scolato la pasta e l'ho condita.E poi, chicca finale, ci ho messo sopra un cucchiaio di pangrattato e mescolato ancora.Che poi pangrattato non era, ma fette biscottate messe nel frullatore, perché il pane mica lo avevo.Dovresti provare anche tu comunque, un loro perché ce l'hanno uguale.Col piatto fumante mi sono messo a tavola.Avevo dovuto lasciare la pasta in pentola perché ne avevo fatta talmente tanta che non stava nel piatto.Provavo però una sensazione strana.Mi sentivo osservato.Mi sono girato verso la coinquilina.Era lei che mi osservava.Aveva gli occhi affamati dei bambini del Biafra.L'ho ignorata.Ma sentivo quegli occhi addosso ed era insopportabile."Hai fame?" le ho chiesto, dandole le spalle."Sì..." ha risposto con un filo di voce."Ne vuoi un piatto?""Ti ho già preso il muesli. E ti sei arrabbiato."Sbuffai."Stai ferma lì. Immobile!"Io mangiavo nel bancone snack.Avevo un piccolo mobiletto IKEA.Non sarebbe stato il massimo, ma era dell'altezza giusta e il tavolo da pranzo mi serviva come scrivania per lavorare.L'ho spostato in modo che fosse a un metro e mezzo da me, a quella che poteva essere la maggior distanza possibile in un appartamento di cinquanta metri quadri condiviso da due persone.Ci ho messo una tovaglietta e un bicchiere.Una bottiglietta d'acqua nuova, una forchetta e un cucchiaio.Ho avvicinato uno dei due sgabelli del bancone.Poi ho preso un piatto, l'ho riempito con una porzione decisamente molto abbondante e l'ho appoggiato al mobiletto."Buon appetito.""Posso anche mangiare qui seduta a terra, se vuoi.""Fammi il piacere. Tanto avrai contaminato ovunque, ormai. Basta che mangi dandomi le spalle.""Allora grazie. Buon appetito."Avevo la ragazza virus in casa.Ma almeno era un virus educato.La sentivo mangiare.Prima con calma, e poi con la foga crescente di chi ha davvero fame.Doveva essermi riuscita bene la pasta.Quando in tele arriverà la serie "In cucina col CODIV", posso partecipare, che dici?Magari la mia pasta aglio e olio ti farebbe schifo quanto carbo e caffè, ma i virus, a quanto pare, ne vanno ghiotti.È pur sempre qualcosa, no?Comunque, visto che ti sto intrattenendo con mirabolanti avventure e il climax abbiamo detto che è ascendente, ho deciso di andarmene a dormire con la pancia piena.Se devi morire, morire nel sonno non è male, no?

COVID-GIRL: Blue, la ragazza virusWhere stories live. Discover now