1. sei un secchione?

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<<Allora, Timothee, fammi indovinare... sei un secchione?>>, chiese schietta.

Timothee era molto nervoso, anche lei avrebbe iniziato ad umiliarlo? Annuì.

<<Ok, non è importante sai? Sono qua da dieci minuti e già odio quei montati!>>, guardò verso i ragazzi nell'aula, <<Cazzo, sono entrata ed erano lì a sbavare come se non avessero mai visto una ragazza>>, sbuffò. <<Sei uno dei pochi che non mi ha guardata come fossi una preda. Ti stimo di già, Timmy Timmy!>>

Il ragazzo non potè fare a meno di ridacchiare alle affermazioni di Karime, che forse non era lì a disturbarlo.

<<Ehh! Lo vedi che hai sorriso!!>>. Karime stava osservando il ragazzo. Aveva i capelli scuri, ondulati, e un po' lunghi. Gli occhi pareva fossero arancioni di fronte alla luce e la fronte cosparsa di macchiette.>>, constatò lei.

<<Ti faccio da oracolo. Appena ci sarà l'intervallo ci proveranno con te>>, confesso Tim bisbigliando timidamente, sia per la paura di farsi sentire dai suoi compagni, sia a causa dello sguardo attento della professoressa, che forse lo vedeva conversare per la prima volta in cinquantasei anni. 

<<Ed infatti noi>>, la ragazza indicò sè stessa e il ragazzo sventolando le unghie corte viola, <<ce ne andremo appena suonerà la campanella. Facciamo un giro nel corridoio così mi mostri la scuola>>, disse convinta.

Timothee non se la aspettava così decisa, non sapeva cosa rispondere e la ragazza con uno sguardo glaciale, si impose. 

<<Non puoi dire di no!>>.

Il resto dell'ora i due cercarono di prestare attenzione alla spiegazione e alle 11:00, al suono della campanella, Karime si accorse dell'esitazione del ragazzo e quindi, lo afferrò per il polso e lo trascinò fuori.

<<Dove sono le macchinette?>>, chiese lei.

<<Eeeh, di qua. Seguimi>>.

Timothee portò la ragazza in fondo al corridoio e le mostrò le macchinette. Poi le fece visitare il resto della scuola e arrivarono alle scale.

<<Cos'è questa porta?>>, chiese Karime. Si riferiva ad una vecchia porta sbarrata, con tanto di cartello ''Vietato l'ingresso'', ma la ragazza sembrava volerci entrare.

<<Karime, non possiamo entrare>>.

<<Ma dai, su... controlla se c'è qualcuno>>.

Timothee era titubante, non voleva venissero scoperti. Ma non voleva neanche sembrare noioso all'unica persona che lo considerava.

La ragazza prese un fermaglio per capelli e lo infilò nel buco della chiave. Dopo qualche tentativo riuscì ad aprire la porta.

<<Timothee, dai... stai tranquillo!>>, incoraggiò il ragazzo, che spaventato la seguì.

<<Woah, ma c'era un teatro in questa scuola, un tempo?>>, chiese stupita Karime.

<<Avevo sentito parlare gli alunni di quarta di una sala che si usava per fare il ballo di fine anno. Poi con l'arrivo del nuovo preside e con il casino fatto da alcuni cretini, che avevano riempito la stanza di topi, è stata chiusa. A questo punto penso parlassero proprio di questa stanza qui.>>

La ragazza annuì, e pensò a quanto fossero stati stupidi i ragazzi che avevano combinato quel casino. Insomma, per una testa creativa come la sua sarebbe stato bello poter usufruire di quella sala.

Si fecero più avanti con la strada e scorsero un sacco di costumi, decorazioni, poltrone colorate e tantissimi set.

Il parquet scricchiolava ad ogni passo compiuto dai due.

<<Chi ti ha insegnato la tecnica, quella del fermaglio?>>. Timothee era seriamente preoccupato che la ragazza fosse una specie di ladra e non voleva si immischiasse in qualcosa di pericoloso.

<<La mia ragazza, cioè la mia ex.>>, affermò Karime.

<<La tua... ragazza?>>. Che fosse lesbica? Non aveva mai visto le ragazze lesbiche come un problema ma allo stesso tempo non ne aveva mai conosciuta una così personalomente.

<<Sì, la mia ragazza, quella stronza, insensibile, sexy, ma sempre stronza che- ma comunque, ciò costituisce un problema, Timmy Timmy?>>.

<<No, no. Nessun problema. Ma sei lesbica?>>, chiese Timothee.

<<No, sono bisessuale.>>, confermò.

Ora si era tolto il dubbio. <<E i tuoi lo accettano?>>.

<<Beh... sai, mio fratello è gay, mia madre fa la sessuologa e mio padre... non importa.>>

<<Oh, non voglio saperlo per forza. Sono contento che ti accettino. Se dicessi a mio padre che sono gay, non so come la prenderebbe.>>, disse il ragazzo.

<<Ah, quindi sei gay?>>, chiese Karime. In effetti la ragazza ci pensò, un po' poteva esserlo, e anche secondo il gay-radar del fratello qualche probabilità c'era.

<<No, no. Non lo sono, cioè in verità.. non ci ho mai pensato.>>. Odiava parlare di queste cose. Non era contro i gay, ma lo imbarazzava pensare di esserlo. Anche se qualche volta aveva provato interesse per qualche essere umano di sesso maschile. Ma preferiva non ricordarselo. Se suo padre, uomo ferreo e fissato con la famiglia uomo-donna, lo avesse scoperto, sicuramente non lo avrebbe più voluto vedere. Poi lo sentiva di rado, non lo sapeva nessuno oltre a Eugenie e sua madre, ma suo papà era in carcere. I suoi compagni non dovevano assolutamente venire a conoscenza di quell'aspetto. Non voleva un ulteriore soprannome tipo il muto criminale. 

<<Ok, ok. Cambiamo argomento. Come ti trovi in questa scuola?>>, chiese la ragazza.

Quella ragazza avesse capito già qualcosa di lui. Timothee aveva degli occhi molto espressivi, e per Karime sembrava un libro aperto, ma non di facile comprensione. Lui era un libro da interpretare in diverse chiavi.

<<Ne dobbiamo parlare per forza?>>, chiese sforzandosi di sorriderere, ma con negli occhi un misto di tristezza e rabbia.

<<Non lo vedi? Hai notato qualcuno calcolarmi oltre te?>>. La ragazza se lo sarebbe aspettato, aveva previsto quella reazione. Non sapeva se si fosse sbagliata, ma era quasi sicura di aver visto gli occhi di Timothee farsi lucidi.

<<Scusa, è che io... volevo conoscerti. Se vuoi parlare, non esitare a farlp! Tanto non ci conosciamo, odiamo entrambi quei palloni colmi di ormoni della classe e poi sono bisessuale tesoro, non sono la persona perfetta con cui sfogarsi?>>, finì di parlare e gli sorrise incoraggiante.

Gli strinse le spalle e ridacchiò. Il ragazzo si strofinò gli occhi e sorrise.

<<Vedi?>>, si indicò, <<ora hai la compagna di banco perfetta! Dai, sorridi>>, gli prese le guance mostrando scoprendo i denti bianchissimi che sapevano di mentolo, <<così ti si vede anche la fossetta!>>, ribattè lei.

<<Grazie, e... ti prego, non dire a nessuno di questa conversazione.>>, pregò Timothee.

Karime fece il segno della bocca cucita e fece finta di buttare la chiave. Poi si guardarono scoppiando in una fragorosa risata.

<<Ce ne andiamo per favore? Non vorrei ci beccassero>>, la pregò Timothee.

<<Che cagapalle però che sei, Timoteo! Andiamocene, su!>>, si convinse Karime.

Lonely SoulsWhere stories live. Discover now