05 - Missione

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Quella sera si sarebbero dedicati allo shopping. Occupazione strana per una serata, ma non per Thomas, visto che nella sua epoca i negozi aprivano alle nove: un'epoca devastata da bombe atomiche, di cui due lanciate in Italia. Si usciva principalmente di notte ormai, quando il sole non aggravava la situazione. Il buco nell'ozono aveva iniziato a ripararsi, ma ancora c'era molto da fare e uscire il pomeriggio equivaleva a una condanna a morte. Ma gli italiani non si erano persi d'animo e la notte provavano a ricostruire le città perdute, i monumenti degli inizi dei tempi e le rovine delle mura antiche. Il ventunesimo secolo non aveva lasciato loro niente, se non danni, mentre era dalle epoche a esso precedente che gli italiani traevano la vita: il turismo nelle città romane, gli archi etruschi e le colonie greche; poi il medioevo, il classicismo, il rinascimento, il romanticismo, tutti avevano lasciato un segno indelebile, fino a fare dell'Italia la più grande potenza storica e la più pericolosa delle nazioni. La Cina aveva bombardato per cancellare, per eliminare ogni traccia di passato, ma gli italiani la storia ce l'avevano nel sangue e avevano ricominciato.
Il centro commerciale davanti al quale si fermarono Thomas e Lea era immenso; si sviluppava su tre piani e comprendeva un cinema e una miriade di negozi, pizzerie, ristoranti e librerie. Lea si avviò a passo sicuro verso un negozio con l'insegna rossa che Thomas non riuscì a mettere a fuoco. L'interno era a dir poco assurdo: i capi di abbigliamento sembravano divisi senza alcun ordine apparente, e il ragazzo si chiedeva come facevano le persone a trovare le cose giuste.

"Ma qua..."

"Per te andiamo nel reparto camicie e maglioni, non sei un tipo da felpe e t-shirt." gli disse Lea, mentre pensava che Alexander invece andava sempre in giro con felponi e magliette con disegni strani.

Non doveva pensare a Alexander.

Thomas disse qualcosa.

"Scusa Tommy non ho capito."

"Pantaloni. Questi neri qui mi piacciono."

"Ottimo! Li proviamo! Per la camicia... mhh a me piace l'azzurro e il verde, ecco!" disse lei affibbiandogli i due capi d'abbigliamento.

"Ma come paghiamo?" chiese Thomas ad un tratto.

"L'Agenzia sovvenziona tutte le spese, abbiamo il credito praticamente illimitato." disse Lea mostrando una carta di credito. "Tu adesso pensa al guardaroba, vediamo un po'... due jeans, tre pantaloni, ma tutti neri? Vabbè... due camicie più una che avevi, due maglioni, un paio di scarpe... per oggi può bastare! Sicuro che non vuoi neanche una t-shirt? Ti starebbe d'incanto Tommy!"

"No, è troppo... disordinata, anche se qua tutto lo è."

"Ti ho detto che domani abbiamo il compito di matematica?"

"No Lea! E io quando studio?"

La ragazza rise.

"No, devi solamente far finta di essere concentrato almeno per la prima mezz'ora, e non ti azzardare a fare tutti i calcoli e le deduzioni a mente, scrivi! Loro ancora lavorano solo con i Reali... gli Immaginari sono la prossima cosa, ma sono molto indietro. A volte..." Lea si interruppe per pagare alla cassa.

"A volte?" chiese Thomas una volta usciti dal negozio, ma Lea non stava ascoltando, era concentrata, con le sopracciglia aggrottate e la mano che tormentava il bordo del maglione, poi parlò.

"Partenza autorizzata, ho la spesa dietro comunque. Se è urgente son pronta, voglio anche Thomas."

"Cosa?.." chiese lui.

"Siamo richiesti all'Agenzia, ragazzino. E non per spaventarti, ma quando chiamano me non sono mai belle notizie."

Una voce metallica riempì le orecchie di Thomas.

Il fabbricante di dèiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora