4. Libertà provvisoria

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Sono le 18.45 e dopo aver trascorso il pomeriggio a giocare a calcetto con Luca e Bryan, mi preparai per andare a cenare. Uscii dalla doccia e tra il vapore che si era formato in bagno per via del calore dell'acqua, presi l'accappatoio, mi osservai allo specchio e con un sospiro trovai la forza per preparami, sia per andare a mensa che a scappare alle 22.00 con Bryan.

Uscimmo come sempre verso le 19.00, io Bryan, Alissa e Amélie.

Arrivati all'entrata della mensa ci mettemmo in fila per il vassoio, io e Bryan prendemmo solo un'insalata per tenerci leggeri, sapevamo che oltre al bere avremmo preso anche un aperitivo.

Alissa e Amélie che erano davanti a noi andarono a cercare un posto per sederci, la mensa era affollata e quindi faticarono un po', ma alla fine trovarono quattro posti liberi vicino a due ragazzi, sembravano a posto uno aveva un tatuaggio appena sopra il sopracciglio, una frase ma non riuscivo a capire cosa ci fosse scritto, spinta dalla curiosità mi presentai.

-"Ciao, piacere, Xila." Li dissi per iniziare un dialogo.

-"Ciao piacere, Micael". Disse lui.

-"Non ti ho mai visto qua in giro, sei nuovo?" Li domandai

-"Si, sono entrato stamattina". Rispose Micael.

-"Ah, new entry", dissi con un sorriso "Hai fatto presto ad 'ambientarti, io i primi giorni mi facevo portare il vassoio in reparto, ero troppo spaventata per uscire non sapevo a cosa sarei andata in contro".

-"Si, ti capisco ma questo ormai è già il secondo ricovero che faccio, ero stato qui tre mesi fa". Spiego lui con voce rauca.

-" Allora si spiega tutto, anche se non sarà mai facile abituarsi del tutto, comunque posso farti una domanda?" Chiesi a Micael.

-"Certo dimmi pure" Disse lui sorridendomi.

-" I tatuaggi mi piacciono molto e non ho potuto fare a meno di notare il tuo, posso chiederti cosa c'è scritto? "Chiesi con cautela.

-" Il nome di mio figlio, Yan." Rispose abbassando lo sguardo.

Capii subito di aver toccato un tasto dolente e per questo non andai oltre.

Finito di cenare, io, Bryan, Alissa e Amélie, ci alzammo per andare a depositare i vassoi vuoti, poi ci dirigemmo verso il reparto.

Giocai un'oretta a Macchiavelli con Bryan e verso le 21.15 andammo a giocare a calcetto all'entrata, le porte del reparto chiudono ogni sera alle 20.00 per riaprire alle 22.00 al cambio turno degli infermieri ed 'è proprio in quel momento che saremmo scappati.

Facemmo tre partite prima di quell'ora poi ad 'un tratto la porta si aprì, era Valery, vestita con una gonna lunga, colorata di arancio e giallo accompagnata da una canottiera bianca, entrò per dirigersi al reparto tre, come supponevamo non ci notò poiché è una persona che si perde facilmente nei suoi pensieri. In quel momento io e Bryan lasciammo in sospeso la partita di calcetto e iniziammo a correre prima che la porta di vetro si chiuse, superammo il sentiero tra gli alberi, la sala della mensa e un altro reparto, ospitato da persone con problemi d'uso di sostanze varie.

Arrivati alla fine del parco attraversammo la strada e ci nascondemmo dietro una siepe appena dopo la rotonda dell'incrocio. Io e Bryan ci prendemmo un attimo per riprendere fiato, alzai lo sguardo incrociando quello del mio migliore amico e in contemporanea scoppiammo a ridere.

-"Ce l'abbiamo fatta!" Disse Bryan ancora con il fiatone.

-"Lo sapevo che Valery non ci avrebbe notati" Risposi piegata su me stessa per la corsa.

-"Allora, dove andiamo di bello?" Disse lui guardandosi in giro.

-"Non saprei, potremmo andare da Neven è l'unico che a quest'ora offre ancora aperitivi" Risposi.

-"Andata!" Disse Bryan eccitato.

Ci vollero dieci minuti per Arrivare al Bar, l'ungo il tragitto io e Bryan, cantammo a squarcia gola in mezzo alla strada.

Arrivammo davanti all'entrata e come sempre era ben curata, dalle siepi decorative, dall'insegna illuminata con i led Viola/Pink e dalla statua che ritraeva un leone color oro.

Bryan aprì la porta d'ingresso facendomi segno di entrare, una volta dentro il Signor Neven ci riconobbe subito e dopo un saluto in lontananza si precipitò per servirci.

Bryan iniziò prendendo una classica birra del posto, una Hantik's, io invece puntai subito sul mio cocktail preferito a base di gin, menta e gazzosa o semplicemente conosciuto da Neven come il cocktail Jut's, a Bryan non piaceva per niente e ogni volta mi divertivo a vedere la sua espressione schifata quando lo convincevo a ricredersi.

Mentre aspettammo l'ordine, il mio telefono squillò, io e Bryan ci scambiammo un'occhiata come se già sapessimo chi fosse il mittente, presi il telefono e come pensavamo il numero era quello del picchetto della clinica, senza pensarci troppo, appesi, non avevo voglia di subirmi una ramanzina in quel momento, stavamo passando una bella serata e ormai non vedevo il motivo di rovinarla.

-"Xila", disse Bryan, "manda almeno un messaggio dicendo che stiamo bene, che torniamo entro mezzanotte, così non si preoccuperanno e non rischieremo di essere cercati dalla polizia".

-"Si ci stavo pensando, mi sembra la cosa migliore da fare". Risposi a Bryan accendendomi una sigaretta.

Mandai il messaggio scrivendo quanto suggerito da Bryan per poi continuare la nostra serata.

Verso le ventitré e quarantacinque salutammo Neven e ormai ubriachi da quanto bevuto ci dirigemmo verso la clinica, dove ad 'aspettarci c'era Valery ma sia a me che a Bryan, non importava affatto, eravamo riusciti a fare serata e a passare del tempo assieme al di fuori del reparto e a noi questo bastava per fregarcene delle conseguenze.

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