18. Punto di vista

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La grande porta di vetro si aprì, permettendomi di varcare la soglia della struttura. Mi diressi verso le scalinate, puntando dritto al reparto 3. Percorsi un tratto di corridoio e poco prima di inserire le chiavi nella porta della farmacia, incrociai Bryan.

-"Ciao Valery!" Mi salutò con un sorriso.

-"Ciao Bryan, come stai?" Chiesi, interessata al suo stato d'animo.

-"Tutto bene grazie. Sei di turno stanotte?" Domandò lui.

-"Sì, stanotte tocca a me." Risposi con un sorriso divertito.

La mia mente era già proiettata sull'lavoro che mi attendeva. Entrai nella farmacia e mi sistemai al mio posto, davanti al computer. Dovevo preparare le farmacologie dei pazienti per la notte, un compito che richiedeva precisione e attenzione.

Bryan si allontanò con un saluto e io mi immersi nel mio lavoro. L'oretta e mezza passò veloce, mentre compilavo le schede, controllavo le dosi e verificavo le interazioni farmacologiche. Nonostante la frenesia del lavoro, la luce soffusa della stanza contribuiva a creare un'atmosfera tranquilla.

Il ticchettio della tastiera accompagnava i miei pensieri, mentre mi concentravo sulle terapie da somministrare

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Il ticchettio della tastiera accompagnava i miei pensieri, mentre mi concentravo sulle terapie da somministrare. Era un compito importante, e non potevo permettermi distrazioni.

Poco prima del giro notturno per le stanze, finalmente completai il mio lavoro. Mi alzai dalla sedia, stropicciando leggermente gli occhi stanchi. Era arrivato il momento di affrontare la lunga nottata.

Mi assicurai di avere con me tutto il necessario per la mia ronda. Attraversai di nuovo la porta della farmacia, lasciando il calore rassicurante del computer alle mie spalle.

Mentre camminavo per i corridoi della struttura, la quiete della notte mi circondava. Ogni tanto, il suono ovattato dei passi di qualche collega, echeggiava nell'aria. Con passo sicuro, iniziai il mio giro tra le stanze, controllando i pazienti e assicurandomi che avessero tutto ciò di cui avevano bisogno.

La notte avanzava lentamente, tra momenti di calma e picchi di attività improvvisa. Ma ero abituata a questo ritmo.

D'un tratto, mentre riorganizzavo alcune prassi amministrative in farmacia, sentii qualcosa di insolito provenire dal corridoio. Mi alzai dalla sedia per andare a verificare. Una figura pallida si muoveva lentamente, incerta, come se fosse guidata da un impulso inconscio.

Mi avvicinai cautamente e, con un senso di preoccupazione crescente, riconobbi Xila.

Fu la prima volta che la vidi in uno stato simile, era evidente che stesse vivendo uno stato di sonnambulismo, il che aggiungeva un'atmosfera di mistero e inquietudine alla situazione.

-"Xila." La chiamai dolcemente, cercando di non spaventarla. "Sono Valery, l'infermiera. Va tutto bene, ti prego di seguirmi di nuovo in stanza."

Xila sembrava quasi non sentirmi, ma fortunatamente non opponeva resistenza. Con pazienza e gentilezza, la presi delicatamente per il braccio e la guidai verso la camera 43.

-"Stai bene, Xila." Le sussurrai mentre la riportai nel letto. -"Ora è il momento di dormire."

Con un misto di sollievo e preoccupazione, la osservai mentre si raggomitolava tra le coperte, come se finalmente fosse tornata al sicuro nel suo mondo interiore. Il suo viso, solitamente segnato dalla confusione e dall'agitazione, adesso trasmetteva un'espressione di pace. Rimasi a osservarla per un istante, accertandomi che il suo sonno fosse sereno, prima di allontanarmi con passo felpato.

Mentre percorsi il corridoio, il mio pensiero tornò a Xila e alla strana manifestazione di sonnambulismo che avevo appena testimoniato.

Era chiaro che la situazione richiedeva un'attenzione particolare. Appena arrivai in farmacia, decisi di prendere immediatamente provvedimenti. Inviai une-mail al medico responsabile del reparto, esponendo dettagliatamente quanto appena accaduto e, richiedendo la prenotazione di un esame del sonno per Xila, il giorno stesso. Era fondamentale comprendere le cause dei suoi episodi di sonnambulismo e garantirle la migliore assistenza possibile.

Iniziai a riflettere su quanto fosse importante il nostro ruolo come infermieri psichiatrici. Ogni paziente, con le proprie sfide e difficoltà, meritava il nostro impegno e la nostra dedizione. E quella notte, aver riportato Xila al suo riposo tranquillo, era stata la mia piccola vittoria.

La nottata trascorse molto velocemente e i men che non si dica, si fecero le sei e quarantacinque.

I colleghi e i medici del turno mattutino iniziarono ad 'arrivare e tra un caffè e l'altro, prendemmo tutti posto per iniziare la consegna.

-"Ho dovuto affrontare una situazione piuttosto insolita durante la mia ronda notturna." Iniziai, attirando l'attenzione di tutti nella stanza.

-"Mentre stavo svolgendo alcune pratiche amministrative nella farmacia, sentii un rumore provenire dal corridoio. Quando mi avvicinai, trovai Xila in uno stato di sonnambulismo."

Enfatizzai l'importanza di agire prontamente e menzionai la mia decisione riguardo l'esame del sonno, allo scopo di comprendere meglio la situazione e garantire il miglior supporto possibile a Xila.

I miei colleghi tra cui, Alissa e Luca, ascoltarono attentamente. Era chiaro che, anche di fronte a tutto il caos che ultimamente ricopriva il reparto, la collaborazione e la dedizione del gruppo fossero ancora ben salde.

-"Vi invito tutti a controllare le email per l'appuntamento dal medico del sonno di Xila" Conclusi, mentre raccolsi le mie cose.

Luca e Alissa si avvicinarono a me e dopo un breve saluto, mi congedai dal turno.

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