11. Il peso dei ricordi

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Sono passati quattro giorni dall'omicidio di Brad e finalmente dopo averci fatto evacuare tutti nel reparto quattro, oggi era il momento di ritornare nel nostro, il 3.

Sono stati giorni impegnatevi, ho passato tutto il mio tempo in compagnia di Bryan, solitamente gli infermieri sono tenuti a far stare tutti nelle proprie camere la sera ma ovviamente avevano cose più importanti a cui pensare.

Il giorno dell'omicidio era un via e vai di agenti della polizia scientifica, sembrava di essere in un film, dal portone di vetro che divide il reparto 4 dal 3, io e Bryan riuscivamo a intravederli, indossavano delle tute bianche munite di cappuccio, portavano anche maschere, guanti e copriscarpe, tutto completamente bianco a parte le loro fotocamere nere.

Il secondo giorno la polizia venne a interrogare tutti i presenti o almeno, tutti quelli che il giorno dell'omicidio erano nel reparto 3, compresi io e Bryan. Ci domandarono se nella nottata avevamo notato qualcosa di insolito ma sia io che il mio migliore amico, passammo tutto il tempo ognuno nella propria camera. Raccontammo che solo verso le sei e mezza più o meno, uscimmo per andare a fumare una sigaretta con l'infermiera di picchetto in turno quella notte, Amélie e solo all'ora ci accorgemmo dell'accaduto.

Oggi c'è il sole e uno spiraglio di luce illuminava la mia stanza, oggi io e Bryan avevamo intenzione di indagare più a fondo.

-"Bryan, andiamo a mangiare?" Chiesi al mio migliore amico bussando alla porta del bagno.

-"Si Xila, dammi due secondi che finisco di sistemarmi i capelli" Rispose Bryan.

Passarono pochi secondi, poi la porta si aprì. Uscimmo per dirigerci in sala mensa, scendemmo le scalinate del reparto e una volta fuori, aspettammo Luca.

-"Eccomi! Possiamo andare!" Esclamò Luca sbucando di colpo dietro di noi.

-"Accidenti, hai fatto in fretta!" Disse Bryan con gli occhi a cuoricino.

-"Sei proprio il solito". Dissi prendendo da parte il mio migliore amico.

-"Aha! Vogliamo parlare dell'incidente con il caffè, dopo aver visto José?". Ribatté lui, scherzandoci su.

-"si, hai ragione". Dissi scoppiando a ridere per il ricordo.

Io e Bryan eravamo poco più avanti di Luca, discutevamo ancora sull'omicidio e su come potevamo essere d'aiuto e più importante, discutevamo sul nostro primo sospettato, Micael.

Arrivammo in mensa facemmo la solita fila per prendere il vassoio, scegliemmo dei posti un po' isolati da altri pazienti e al caso nostro c'erano proprio disponibile due posti in fondo alla sala. Luca sapeva fin da subito il nostro bisogno di star da soli, perciò, si sedette da un'altra parte ma sempre dove poteva tenerci d'occhio, infondo era il nostro accompagnatore. Una volta preso posto io e Bryan ci scambiammo uno sguardo sconfortato, come se nessuno di noi due sapesse da dove iniziare.

-"Allora, che facciamo?" Chiesi togliendo il coperchio bollente dal piatto.

-"Io sono ancora dall'idea che Micael non ce la racconta giusta." Disse Bryan sorseggiando il suo bicchiere d'acqua.

-"Sono d'accordo con te, non può essere una coincidenza che lo stesso giorno che Micael si trasferisce nel nostro reparto, un paziente viene ucciso. Cosa proponi? Da dove partiamo? Cioè, non mi è mai capitato di indagare su un omicidio, dai film sembra tutto così semplice". Chiesi amareggiata.

-"Sarà tutto meno che facile Xila, sappilo e comunque proporrei di partire dal motivo per cui Micael si è trasferito da noi". Rispose Bryan assaggiando il piatto di pasta.

-"Intendi la persone con cui litigava nel suo vecchio reparto?" Chiesi interessata.

-"Esattamente, pensaci, chi più di lui qua dentro può conoscerlo meglio? Secondo me sa qualcosa che Micael non ci ha detto. Che motivo avrebbe avuto di rinfacciare a Micael la morte del figlio?" Rifletté lui.

Room 43Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora